Propeller Club: lettera aperta ai sindaci sulla riforma della portualità in Puglia

BRINDISI – I presidenti dei Propeller Club di Brindisi e Taranto, rispettivamente Donato Caiulo e Michele Conte, hanno inviato un documento ai sindaci del Salento sul tema della riforma portuale e sugli sviluppi che il provvedimento del governo potrebbe avere sui porti della Puglia. Di seguito il documento integrale.

Il governo del territorio e della portualità, cioè dei flussi di merci e persone che dal mare, “atterrando” sul territorio italiano nei nodi portuali, si incrociano con le reti infrastrutturali nazionali ed europee, interessa diverse materie di competenza legislativa statale e regionale, con conseguenti molteplici intrecci di competenze, di Istituzioni, di Storie e di Territori.

In riferimento alla Riforma della Portualità va  precisato che, originariamente, dopo una lunga serie di studi da parte del Ministero delle Infrastrutture, nonché della Commissione dei 15 “Saggi” nominata ad hoc, il Piano Strategico Nazionale della Portualità e della Logistica, approvato dal Consiglio dei Ministri nell’agosto 2015 prevedeva 14 Autorità di Sistema Portuale con un’unica Autorità di Sistema Portuale in Puglia, con sede a Taranto.Su tale ipotesi di Autorità Unica della Puglia si era espresso positivamente il Propeller e tutti gli operatori portuali brindisini nell’incontro con il consigliere del ministro Delrio, dott. Ivano Russo, nel settembre 2015, ma anche i tarantini.

Inoltre tale scelta di un’unica Autorità di Sistema Logistico e Portuale pugliese era stata condivisa e concordata anche dai quattro commissari delle attuali Autorità Portuali Pugliesi che il 2 dicembre 2015, alla presenza del ministro Delrio, a Taranto avevano sottoscritto un: “Accordo di cui all’art. 15 della legge 7 agosto 1990 n. 241 e ss. mm. e ii. ai fini della realizzazione del Sistema Portuale e Logistico Pugliese”.

Purtroppo, successivamente alla sottoscrizione di tale Accordo, alla vigilia del Natale 2015, il sindaco di Bari ha rivendicato, direttamente presso il governo, il ruolo della città metropolitana di Bari come sede di una propria Autorità di Sistema Portuale e comprendente i cinque porti di Bari, Manfredonia, Monopoli, Barletta e Brindisi.In conseguenza di ciò, alla  ex Autorità di Sistema Unica della Puglia, composta da sei porti e con sede a Taranto, è rimasto il solo porto di Taranto.

Questo “repentino cambiamento”, che non deriva dagli studi preliminari del Piano Strategico della Portualità e della Logistica del ministro Delrio e che ha portato da 14 a 15 le Autorità di Sistema Portuale in Italia, fu approvato in Consiglio dei Ministri nel gennaio 2016 e confermato nel Consiglio dei Ministri del 28 luglio 2016.

Tale scelta, subita dalla città di Brindisi in un periodo in cui la città è stata commissariata, appare in contraddizione sia con lo stesso Piano della portualità approvato nell’agosto 2015 (dove la “logica del mono-scalo” era stata ampiamente criticata e superata) sia perché non si è avviato alcun  “concerto” o consultazione con i territori interessati e le loro istituzioni; pertanto si rileva che l’aver lasciato l’Autorità di Sistema  di Taranto mono-scalo, cioè con il solo  porto  di Taranto appare una enorme contraddizione rispetto alla logica ed agli obiettivi del Piano  Strategico  Nazionale della Portualità e della  Logistica che  aveva  individuato proprio nella dimensione “mono-scalo” uno dei punti di debolezza della portualità italiana.

Va precisato, al riguardo, che nella riforma delle Camere di Commercio è prevista l’unione delle due Camere di Commercio di Brindisi e Taranto, ed analoga “fusione” sta avvenendo tra i sindacati delle due province (o ex-province, o futura unica provincia).Forse, ragionando complessivamente sul “governo del territorio” e sullo sviluppo della logistica territoriale si sarebbero potute interpretare al meglio le vocazioni dei territori regionali facendo emergere ambiti territoriali, attività e luoghi che corrispondono alle due aree sub-regionali, storicamente e geograficamente ben determinate ed individuate:
1)   l’area barese con i porti di Bari, Manfredonia, Monopoli, Barletta e Molfetta;
2)   l’area policentrica jonico-salentina, l’antica “TERRA D’OTRANTO” con i porti di Taranto, Brindisi, Otranto e Gallipoli.

Per quanto sopra descritto, si rappresenta l’opportunità di richiedere al presidente della Regione Puglia un intervento presso il Governo, nei tempi prescritti dalla Riforma della Portualità, (15 giorni dalla pubblicazione) al fine di favorire le reali vocazioni dei luoghi coerentemente alla geografia storica del territorio salentino in occasione della stessa Riforma della Portualità di cui si prevede la pubblicazione nei prossimi giorni.