Confronto fra tecnologie di analisi delle acque di zavorra

LONDRA – Valutare la capacità di microrganismi di riprodursi in acqua di zavorra delle navi sta divenendo un problema alquanto serio per gli operatori del Port State Control ed in generale per le Capitanerie di Porto. Il fatto è sentito anche e soprattutto per gli armatori di quelle navi che partendo da un porto oceanico, imbarcano acque di zavorra con caratteristiche microbiologiche di quei siti, e dirigendosi verso i porti dei mari  mediterranei (Romano, Americano e Austrolasiatico), importano microrganismi con capacità a riprodursi, alterando la sostenibilità biologica di tali mari.

Il problema di imbarcare acque di zavorra per le navi è di vitale importanza: mantenere la stabilità della nave entro i parametri IMO; mantenere lo stress dello scafo entro il limiti consentiti; per ragioni operative della nave come ridurre l’air – draft, il giusto assetto e per le petroliere il piano dello strippaggio delle tanche. Anticamente si imbarcava rocce e/o metalli; e così dal 1880 si è iniziato ad imbarcare acqua di mare. Per questo gli armatori sono interessati al trattamento preventivo delle acque di zavorra come recita la convenzione internazionale di imminente ratifica (2004) e da poco ha raggiunto gli elementi IMO per l’entrata in vigore (51 Stati l’hanno approvata con il 34,87% del tonnellaggio mondiale).

La convenzione internazionale, Ballast Water Management Convention, mira a prevenire gli effetti potenzialmente devastanti della diffusione di organismi acquatici nocivi trasportati nelle acque di zavorra delle navi da una regione all’altra. Tutte le navi devono adottare un Ballast Water Record Book e saranno tenute a svolgere procedure standard di gestione delle acque di zavorra.

Il problema degli organismi acquatici nocivi nelle acque di zavorra per la prima volta era stato sollevato dall’IMO nel 1988, sviluppando le “linee guida per prevenire l’introduzione di organismi indesiderati e patogeni delle acque di zavorra e dagli scarichi dei sedimenti delle navi” (1991), e per giungere alla convenzione vera e propria del 2004 , dopo la dichiarazione di Rio de Janeiro del 1992 che riconosceva il problema come una forte preoccupazione mondiale. Nel frattempo, la ricerca scientifica con gli ultimi progressi tecnologici ha realizzato dei sistemi di analisi delle acque di zavorra per una valutazione veloce di fitoplancton.

Tale tecnologia, è stata argomento di un forum fra le principali industrie del settore che, ultimati i test di verifica proprio in questi mesi, hanno messo a confronto le proprie tecniche e procedure di analisi. Tali procedure potrebbero soddisfare l’esigenza di una rapida valutazione su base operativa da parte di organizzazioni di Port State Control (PSC).

Le tecnologie presentate al forum si basano sul valutare correttamente la vitalità di un organismo di riprodurre in pochi minuti, migliorando i controlli da 10 a 50 micron per classe/organismo. Tutti, ditte, laboratori di analisi e ricercatori, hanno convenuto che tali sistemi dovranno rispondere a disposizioni giuridicamente vincolanti, applicabili a livello internazionale.

 

Abele Carruezzo