Port of Venice: Venezia e Trieste serrato confronto “Adriatico: oltre il container”

VENZIA – “EURADRIA: OLTRE IL CONTAINER” è il tema del meeting  organizzato dall’International Propeller Club Port of  Venice in collaborazione con Atena e l’Università di Trieste che si terrà venerdì 19 maggio presso l’hotel Bologna Best Western di Mestre con inizio alle ore 15 e che vedrà per la prima volta insieme in qualità di relatori i presidenti delle Autorità di Sistema Settentrionale ed Orientale Pino Musolino e Zeno D’Agostino cui seguiranno le relazioni del v.presidente di Federagenti e presidente di Assoagenti Veneto Alessandro Santi su “Potenzialità di un sistema logistico integrato nel nordest , del direttore dell’UNICER  Mazzino Bogi su “Gli imput al porto di Venezia dalla città metropolitana e dalla ferrovia , di Giorgio Trincas dell’Università di Trieste su “Il gigantismo nel trasporto container”  e di Giovanni Faraguna direttore di VEMARS su E-Navigation – comunicazione porto-nave e nave-nave.

“L’Italia per la sua geografia, per la sua posizione, per la sua centralità nel Mediterraneo o si svilupperà tutta insieme, sviluppando il sistema del mare, il sistema dei suoi porti o perderà clamorose occasioni di crescita”. Lo  aveva detto il ministro per le Infrastrutture Graziano Delrio parlando a Napoli nel corso della presentazione del piano del piano operativo dell’Autorità di sistema portuale del mar Tirreno.
“Da quanto abbiamo  registrato  dalla loro nomina – anticipa il presidente del Propeller Massimo Bernardo -,  Musolino e D’Agostino, forti delle rispettive esperienze professionali, per la portualità dell’alto Adriatico  hanno aperto  nuove prospettive di crescita puntando rispettivamente  alle peculiarità ed alle potenzialità  dei loro porti  secondo un nuovo concetto di complementarietà e non di anacronistica competitività  spesso basata su incapacità programmatoria o , per altri versi, a discutibili alchimie finanziarie o a laceranti corse al ribasso tariffario . Ma questa è , come si dice a Venezia, “acqua passata”.

Oggi è il momento di guardare al futuro. Si respira aria nuova tra le due autorità di sistema. Tra quella dell’Adriatico settentrionale, Venezia  e quella dell’Adriatico Orientale, Trieste , inizia, nel rispetto dei singoli ruoli,  un percorso comune : progetti e realizzazioni che dovrebbero compiersi in una logica di concertazione e di condivisione inquadrate nella medesima  visione sistemica , quella di “range” dal quale non può essere escluso il mondo imprenditoriale cioè quello che gestisce navi e  produce traffici”.

“La riforma portuale da poco avviata, sta avendo come primo effetto la necessità di ripensare e ridefinire non solo i rapporti tra porti prima concorrenti, ma anche di tutto il sistema logistico ad essi correlato – anticipa il presidente di Assoagenti Alessandro Santi – L’integrazione tra porti e reti logistiche terrestri diventa un punto di svolta rispetto alle impostazioni precedenti.Il cluster dell’alto adriatico con i porti principali di Trieste e Venezia, uniti al sistema degli interporti, rappresenta un sistema logistico dalle enorme potenzialità per il posizionamento strategico nell’ambito delle reti Ten-T e per la vicinanza alle aree produttive nazionali ed europee.

Se da una parte è comprensibile che ciò implichi qualche difficoltà, è necessario vagliarne le opportunità e definirne le conseguenti strategie per poter partecipare alla competizione logistica globale”.

“Oltre al container è la logica strategica che sta portando avanti il porto di Trieste – spiega Zeno D’Agostino -Lo scalo giuliano ha una caratteristica tutta sua, che è quella di essere un gateway ferroviario continentale. Un dato molto importante è  che Trieste, come Venezia, ha la possibilità di fare treni con la sagoma PC80, e quindi treni con semirimorchi. Non a caso due terzi dei  nostri treni,  quelli intermodali, sono legati ai semirimorchi turchi,  e un terzo ai container.
Se questa logica del gateway continentale  ha una sua naturale vocazione per il settore dei semirimorchi, non possiamo pensare che sia solo il container il traino delle attività dello scalo giuliano”.
“Tema vastissimo dunque  – conclude Bernardo – che mi auguro rappresenti solo il primo step di un più lungo comune percorso  che veda insieme  con le Autorità di Sistema dei  porti di Venezia e Trieste   operatori ed enti preposti allo sviluppo e alla governance del nostro sistema trasportistico. Solo così potremo portare il “range” adriatico in Europa”.