Brexit e affari marittimi

LONDRA – La Brexit, oltre ai problemi sociali e di mobilità che interesseranno tutti i cittadini europei, sta creando una nuova competizione nel mondo marittimo, in particolare in certi cluster vecchi e quelli nuovi che si sono sviluppati negli ultimi dieci anni. Un certo numero di altre città, come Singapore, Amburgo e Pireo, in tutto il mondo, così come Oslo e Hong Kong, sono diventate case d’importanti centri commerciali della  spedizione marittima.

Altri centri, sia all’interno sia all’esterno dell’UE, stanno cercando di raccogliere la maggior parte degli affari marittimi di Londra. In particolare meritano menzione le relazioni strategiche messe in atto dalla Grecia per attirare armatori e broker assicurativi a trasferire le proprie sedi a Pireo, generando così uno dei più importante cluster marittimo post-Brexit.

La Grecia, con Pireo, centro importante armatoriale e d’interessi marittimi, e con una flotta del 15-20% di quella globale, è già sede di case di spedizione europee fuori Londra. Compagnie di navigazione, broker, fornitori di servizi nautici, cantieri, architetti e ingegneri navali, professionisti con grande esperienza, e P&I Clubs hanno trovato a Pireo una sede importante per l’intero Mediterraneo. Solo gli avvocati marittimisti ellenici continueranno a usare Londra per gli arbitrati, mentre tutti gli altri settori dei servizi marittimi vedranno Pireo come sede ideale e competitiva nel mondo a scapito di Londra.

Intanto, nel mese di agosto, il Segretario di Stato del Regno Unito per il commercio internazionale, per compensare le future perdite Brexit, ha visitato Houston e altri centri importanti degli Stati Uniti per dare vita ai negoziati  per la costruzione di un importante centro di servizi marittimi con specializzazione nel settore dell’offshore. Houston, con la costruzione in corso di bacini, serbatoi e tubazioni, ha visto aumentare carichi di GPL, come pure le esportazioni di butano e propano, e si appresta a essere un hub port globale, grazie anche all’espansione del Canale di Panama, oltre ad essere sede di arbitrati commerciali marittimi per l’intero Golfo del Messico. Non sarebbe il caso per l’Italia di ritagliarsi qualche segmento dei servizi marittimi post-Brexit, offrendo la sede in qualche nostro porto o interporto o centro logistico?

 

Abele Carruezzo