Il Punto Portuale

BRINDISI – La maggior parte dei porti dell’Europa è un tutt’uno con le città, tali da essere considerati urbanisticamente dei “porti – città” e non un porto con una città. Questa riflessione deriva da una storia antica della definizione di navigazione – come scienza dei trasporti marittimi – prima modalità di trasportare merci; per questo le città si sono sviluppate nell’area portuale.

Le attività portuali erano parte integrante della vita cittadina sia interna e sia esterna alla stessa area portuale. Dalla seconda metà del secolo scorso, con l’aumento delle dimensioni delle varie tipologie di navi, le economie di scala imposte dalla finanza all’intero shipping, le infrastrutture portuali sempre più sofisticate, le città hanno subito delle modifiche urbanistiche spostando tutte le attività portuali all’esterno, in aree definite industriali o in un’area retroportuale in cerca di sviluppo industriale. Il Saggio direbbe che le città sono state espulse dai relativi porti, soprattutto per motivi di sicurezza; anzi la nuova declinazione del concetto di port – security ha ulteriormente aumentato psicologicamente la distanza tra il porto e la sua città.

Poi, gli abitanti della città si sono dati i “water – front “ belli e/o brutti, funzionali o non, ma sempre gestiti da Autorità marittime e portuali. La fantasia degli architetti e dei costruttori ha incoraggiato la moda per localizzare uffici, bar, ristoranti, pub, banche, aree ricreative, hotel e B&B,  sulla prima cinta urbana prospiciente l’acqua del porto, anche nella previsione che le attività di navi da crociera e di traghetti dovevano e sono le uniche attività portuali rimaste vicine alla città. Le sole attività che possono essere vissute dai cittadini di una città-porto. Infatti, queste attività consentono ai porti di avere visibilità in città e di mantenere una certa consapevolezza di cosa significhi essere una citta-porto.

E allora occorre una maggiore comprensione tra porto e città per accogliere appieno le attività portuali di navi da crociera e di traghetto. Comprendere un’attività di navi da crociera e di traghetto significa per gli Enti locali e Autorità portuali programmare, con largo anticipo, un piano di lavoro adeguato e senza trionfalismi di una filiera strutturata che parta dall’accoglienza dei passeggeri e finisca a dei servizi essenziali alla persona, alle navi e ai relativi business legati, senza tralasciare la promozione turistico/culturale della città stessa per eventuali viaggi di ritorno.

Importante è coinvolgere sia la città sia il porto attraverso l’informazione e il coinvolgimento partecipato, anche se, molte volte, l’opinione locale non è sempre dalla parte del porto in relazione alla sua crociera e alle attività dei traghetti (vedasi i vari comitati del sempre no a prescindere). Occorre fornire alla comunità locale e al territorio circostante ampia informazione valida e affidabile sui vantaggi e sul valore aggiunto del settore delle crociere e dei traghetti.

Dare una panoramica della stagione crocieristica che si vuole affrontare, delle varie opportunità economiche occupazionali, degli impegni di artisti locali, cori, cooperative turistiche che saranno coinvolte in qualche modo con le attività di crociera e di traghetti. Solo migliorando la reciproca comprensione tra Autorità portuale, oggi di sistema, e la città si potranno compiere nuove opportunità di sviluppo territoriale.

 

Abele Carruezzo