Federmar: “Il lavoro marittimo“

ROMA – La Confitarma, durante l’ultima assemblea di giugno 2017, ha dichiarato che al 31 dicembre 2016 l’occupazione dei marittimi sull’intera flotta Nazionale ha avuto una contrazione di 730 unità rispetto all’anno 2014 assestandosi ad un totale di 43.680 unità.Di questi 43.680 Marittimi:24.705 sono Italiani/Comunitari ed i restanti 18.975 sono Non Comunitari (cioè 43,5% circa del totale dei posti di lavoro).

A questi 43.680 posti di lavoro, la stessa Confitarma ha aggiunto una riserva di 15.780 Marittimi – legata a turnazioni e malattie – senza specificarne la nazionalità.Totale 59.470 lavoratori marittimi.Pochi giorni fa, il 28 marzo 2018, la Confitarma si è espressa con un vivace comunicato affermando:“Nelle ultime settimane, la diffusione strumentale di notizie sul tema dei marittimi comunitari ed extracomunitari imbarcati sulle navi di bandiera italiana ha trovato ampio spazio sui media nazionali dando luogo ad un’informazione di parte e scorretta che, travisando la reale situazione, denigra gravemente ed offende l’intera categoria degli armatori italiani….Omissis…….Pertanto, Confitarma replicherà nelle sedi opportune agli attacchi diffamatori e si riserva, nel caso vengano ripetute tali azioni offensive di ricorrere a tutti gli strumenti più idonei per tutelare l’immagine della categoria che rappresenta. Per evitare ulteriori strumentalizzazioni, Confitarma chiederà a tutte le forze politiche e ai media nazionali un confronto diretto al fine di approfondire il ruolo e il valore del settore marittimo in Italia e illustrare, numeri alla mano, i risultati ottenuti negli ultimi venti anni grazie alla Legge n.30 del 1998.”

La Confitarma con questo comunicato evidentemente cerca di accreditarsi presso il nuovo Parlamento perché ha perso, dopo le elezioni del 4 marzo 2018, molti dei suoi assoldati/referenti e si è trovata ora nuda di fronte ad un vortice di critiche in TV, sui giornali e sul WEB.

Certo Noi non vogliamo inferire ancora…sono ormai 20 anni che guerreggiamo, ma affermiamo ed aspettiamo di essere smentiti sui seguenti “interrogativi”:Se attraverso gli accordi in deroga alla Legge 30/98 ed ulteriori interventi legislativi tra Confitarma e CGIL,CISL,UIL a fronte di 59.470 posti di lavoro totali offerti su tutte le navi Italiane il lavoro viene dato solo al 20% degli Italiani;Se i marittimi Italiani sono in totale 15.216 (di cui il 60% appartiene alla categoria degli Ufficiali e il 40% appartiene ai servizi della navigazione ed alberghiera;Se 9.489 marittimi sono Comunitari (Romania,Bulgaria, Slovacchia,Cipro ecc.ecc.) legalmente sottopagati per mezzo degli accordi in deroga con CGIL,CISL,UIL;Se 34.765 sono ExtraComunitari;Se – considerando solo i Traghetti (Passeggeri e Merci), gli aliscafi ed altre navi trasporto passeggeri ( escluse le navi da crociera) – i posti sono 14.680 e sono cosi distribuiti:- 5.300 Marittimi – tutti Italiani – sulle Flotte associate alla Fedarlinea (Tirrenia, Moby, Toremar, Caremar, Laziomar, Delcomar ed altre minori);- 4.585 Marittimi Italiani/Comunitari e 4.795 Marittimi extracomunitari lavorano presso le Flotte associate a Confitarma (Grimaldi, GNV, Messina, Caronte&Tourist, ed Altre minori);Se razzisti siamo Noi e chi la pensa come noi (Sindacati liberi, Associazioni e l’Armatore Vincenzo Onorato) a chiedere il lavoro alla nostra Nazione attraverso le Aziende che hanno sedi operative in Italia;Se razzista é colui che usa il capitale umano differenziandolo economicamente per Paese e Colore di provenienza;Se é giusto che l’attività armatoriale tragga vantaggi derivanti dalle Leggi – cd. Tonnage-Tax – e Registro Internazionale (sgravi fiscali, contributivi,assistenziali,crediti di imposta,ecc. ecc.) e le imposte fiscali che entrano nelle casse dello Stato non arrivano a 20 milioni di euro l’anno, mentre in realtà ne dà più di 300 milioni di euro l’anno;Se per recuperare posti di lavoro è necessario:a) realizzare e dare corso alle misure e agli strumenti previsti dalle Leggi e dai Decreti che attengono al mercato dellavoro marittimo;b) abrogare l’art 5 (commi 1,2,3,4) della legge 16 marzo 2001,