MUSOLINO NOMINATO PRESIDENTE DELLA DIVISIONE EUROPEA DEL GLOBAL INSTITUTE OF LOGISTICS

VENEZIA – Il Global Institute of Logistics (GIL), organizzazione internazionale impegnata nell’identificazione e nella promozione di nuovi standard di eccellenza in ambito portuale, ha nominato oggi Pino Musolino Presidente della divisione europea dell’Istituto.

Il GIL si compone di due anime: da una parte, un prestigioso think tank, che coinvolge gli specialisti più affermati della comunità portuale e logistica mondiale e che opera da collegamento tra il mondo accademico e il mondo dell’impresa; dall’altra, l’organizzazione vera e propria, aperta solo a membri selezionati, “best in class” nel mondo dei traffici navali, del commercio internazionale e della portualità e individuati sulla base delle competenze e dei risultati d’eccezione.

“E’ un grande onore essere invitato a presiedere la divisione europea del Global Institute of Logistics – dichiara Pino Musolino, Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale –. Questo ruolo consentirà all’Ente che rappresento di condividere, apprendere e confrontare le migliori pratiche provenienti dai più importanti porti e dai maggiori attori della logistica del mondo”.

“Sono particolarmente entusiasta – aggiunge Musolino – di poter portare il mio contributo attivo alle future attività di ricerca dell’Ente, a partire dalla prossima ricerca dell’Istituto che sarà dedicata allo sviluppo porto-centrico del commercio. Da molto tempo sostengo la visione secondo cui è la produzione ad alimentare il commercio che, a sua volta, sostiene e rafforza la logistica. Ritengo infatti che una strategia di sviluppo portuale orientata all’ipertrofia infrastrutturale fine a se stessa, oltre a non essere sostenibile dal punto di vista ambientale, non produca nemmeno risultati soddisfacenti in termini economici poiché non innesca un automatico aumento dei traffici”.

“L’esperienza dello scalo veneziano, anche in virtù della rilevanza manifatturiera nazionale – l’Italia è la seconda forza manifatturiera d’Europa –, dimostra che l’essenza multi-purpose del porto, ovvero l’intermediazione di container ma anche di altri settori come le rinfuse, è elemento centrale; dall’importazione di materie prime e dall’esportazione di prodotti ad alto valore aggiunto come i project cargo emerge come, anche in un’ottica porto-centrica, sia possibile realizzare un connubio virtuoso tra produzione, manifattura, portualità e logistica. Proprio in una fase in cui la sfida più pressante per i porti europei guarda alla Cina e alla necessità di individuare strategie condivise per armonizzare i rapporti e i traffici con questo fondamentale partner, credo che riportare a Venezia delle produzioni manifatturiere di qualità consentirebbe al nostro scalo di ritrovare un ruolo centrale nel mercato globale e di divenire una piattaforma primaria per gli scambi tra l’Estremo Oriente (ma non solo) e l’intero tessuto produttivo che sta alle spalle dei nostri porti e copre un’area che travalica i confini regionali”.

Il CEO del GIL Kieran Ring dichiara: “Siamo entusiasti di poter accogliere Pino Musolino come nuovo Presidente europeo. Riteniamo che questa nomina permetterà un avanzamento del lavoro dell’Istituto in Europa e ci consentirà di approfondire enormemente la conoscenza sul lavoro dei porti dell’Europa Meridionale nella loro costante opera di ribilanciamento del traffico cargo rispetto alle rotte più battute del Nord Europa. Il lavoro di ricerca dell’Istituto potrà beneficiare della visione del Presidente Musolino sul futuro dello scalo portuale veneziano, consentendoci di delineare un rilancio dei porti europei attraverso un’opera di ripensamento del ruolo del commercio”.

“L’esperienza – aggiunge Ring – ci insegna che l’evoluzione portuale degli ultimi anni è stata caratterizzata da uno scollamento tra il concetto di commercio e il tema dell’infrastrutturazione. Ne consegue che, quando si parla di porti, si finisce per essere negativamente ossessionati dalla stazza e dal carico delle navi. Oggi più che mai abbiamo bisogno di Venezia perché non credo esista, a livello mondiale, un porto più qualificato per moderare questo processo”.