Bocca di Puglia: solita querelle “brindisina”

BRINDISI – Osservare uno spazio dedicato al mare, nato e costruito per essere un “inizio-fine” di un viaggio che si manifesta nella mente di chi ha passione per il mare e che questa passione la vive quotidianamente, è fonte di continua riflessione e non solo del “raccontarsi” fra amici; ma sempre in continua trasformazione dell’itinerario turistico e non solo del sito. Quando diventa difficile intervenire su qualsiasi questione socio-economica, questa Amata Città si ri-sveglia.

Ex amministratori comunali, provinciali, regionali, si affannano a leggere e a raccontare un “passato” del quale loro sono stati interpreti. Durante tutte le varie edizioni dello SNIM si è parlato di porticciolo turistico di Brindisi e di come potenziarlo creando un brand Brindisi; tutte le relazioni annuali del Distretto regionale della nautica da diporto hanno evidenziato le criticità di un porticciolo che stentava e stenta a decollare; Assonautica, Circolo della Vela, Lega Navale, tutti sodalizi impegnati per la promozione del mare e con il mare, ma  ricordiamo a tutti che non si può essere marinai e marittimi solo la “domenica” e/o per eventi.

Già nel 2012, dalle nostre pagine, avevamo posto l’accento che allargare il dominio “concessorio” di aree costiere non significa, sicuramente, allargare l’efficienza di un “porticciolo” turistico! Era il caso della richiesta da parte di Bocca di Puglia all’A.P. per ulteriori concessioni di aree contigue al marina. Per rispondere alle esigenze di una nautica da diporto e di un turismo nautico, non dobbiamo dimenticare che per “uso costiero” s’intende l’utilizzo delle risorse costiere a scopi estetici, ricreativi, scientifici e/o educativi e poi economici. Il tutto nel rispetto delle competenze istituzionali quali il Comune dove risiede il porticciolo, la Capitaneria di Porto e l’Autorità portuale quando è presente, oggi AdSP.

Il primo passo che un “marina” e la rispettiva società di gestione doveva compiere era quello della identificazione e della classificazione dell’uso del sito: come se un porto, la sua Autorità,  non realizzando traffici marittimi adeguati alla sua posizione strategica geo – economico – turistica, chiedesse al Governo la concessione d’uso di un altro sito. Chi conosce i vari piani strategici di gestione del porticciolo di Brindisi? O i programmi annuali da elaborare, le criticità, se vi sono state, da sottoporre ai soci per l’approvazione? Conoscere diventava importante per comprendere politiche per l’ambiente, politiche per il turismo, sviluppo delle attività di comunicazione, fonti di finanziamento, progetti e altro.

Si doveva fare in modo che la nautica da diporto e turismo nautico potesse diventare settore di sviluppo di un Comune, Provincia, Regione, e che avesse effettivamente l’obiettivo della promozione del territorio circostante, favorendo la crescita dell’intero tessuto socio economico di tutta la provincia. Il porticciolo di Brindisi aveva obiettivi (ed ha tuttora) strategici nazionali e pugliesi in particolare per una nautica da diporto, non minore, e turismo nautico moderno; perciò non si potevano, come non si possono, e come non si potranno  perseguire altri “usi” localizzativi sullo stesso posto, poiché non vi sarebbe spazio per entrambe le strategie (quella nazionale mediterranea, pugliese, piattaforma di un turismo nautico e l’altra di pura succursale di un “garage” nautico).

Senza poi, considerare che non perseguendo obiettivi primari del diporto e del turismo nautico, si potrebbe stravolgere le finalità di un “fronte-mare” di cui l’amministrazione competente si sta spendendo molto per riconsegnarlo-fruibile proprio alla città di mare, qual è Brindisi. Anche di fronte ad un parere di un legale, ultimo, che chiarisce che il Comune di Brindisi sarebbe ormai fuori dalla società, si potrà ricordare che il sito del marina gravita su territorio di questa città e sotto la giurisdizione demaniale dell’AdSP Mare Meridionale; e che comunque sempre di un parere si tratta. E’ora di riflettere in quale “senso” territoriale si pone una struttura come un porticciolo turistico per l’intera città.

 

Abele Carruezzo