Intervista esclusiva al Comandante della Capitaneria di Brindisi, Giovanni Canu

La direzione de IL Nautilus incontra il nuovo Comandante della Capitaneria di Porto di Brindisi, Cap. Vasc. Giovanni Canu, a due mesi dal suo insediamento. Tralasciando l’importante C.V. del Comandante, iniziamo con una domanda che fa leva sui ricordi trascorsi proprio in questo porto.

Comandante, se lo ricordava così il porto di Brindisi?

“Il porto di Brindisi è profondamente cambiato. In occasione del passaggio di consegne ho riscoperto un porto diverso. Il porto ha subìto uno sviluppo notevole, è cresciuto tanto ed è mutato anche l’aspetto”.

E’ noto che il corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera – è uno dei corpi specialistici della Marina Militare ed ha compiti relativi agli usi civili del mare sia amministrativi, sia di polizia marittima e sia di polizia giudiziaria, oltre al compito più importante nel settore della sicurezza della navigazione. Non tralasciando i settori: gente di mare, diporto nautico, demanio marittimo, soccorso in mare, pesca e tant’altro.

Comandante quali le possibili sinergie tra AdSP e Autorità Marittima ed Enti territoriali per trovare le migliori soluzioni?

“Devo dire che quello che sto sperimentando in questa città  è una bellissima collaborazione, fattiva, non solo tra l’Autorità di Sistema e l’Autorità Marittima, ma anche quella tra gli operatori portuali e soprattutto con l’Amministrazione comunale. Stiamo lavorando a strettissimo contatto. Quando c’è un problema riusciamo ad organizzare, in tempi brevissimi, una riunione operativa. C’è il piacere di collaborare insieme e di portare avanti obiettivi che riguardano gli interessi del porto e della comunità brindisina”.

Grazie a questa sinergia potrebbe essere la volta buona per elaborare un Piano Regolatore del Porto aggiornato allo shipping moderno?

“Il discorso del Piano Portuale va recepito in chiave dinamica: se parliamo a livello formale, il Piano Portuale di Brindisi risale agli anni settanta; mentre se parliamo a livello sostanziale, l’Autorità di Sistema, proprio in questi mesi, sta sviluppando delle progettualità notevoli, al di là di quello che è la formalità del documento amministrativo del PRP degli anni settanta. Si sta guardando al futuro; per esempio per le grandi navi. Saranno navi modernissime per dimensione e propulsione e gli investimenti in porto dovranno essere adeguati. È su questo che l’Autorità di Sistema sta lavorando oggi,  per avere poi una ricaduta economica ed essere pronti a partire dal 2020”.

Quindi la città deve comprendere questo futuro possibile?

“La città lo sta comprendendo; l’Autorità di Sistema sta proponendo e pianificando e gli stessi operatori portuali stanno recependo che bisogna prepararsi per un futuro in cui essere competitivi. Una cosa che io ho rilevato immediatamente è che all’interno del porto di Brindisi c’è molto da fare; Brindisi ha delle grandissime potenzialità che sono inespresse e questa sinergia con una Amministrazione comunale finalmente stabile, un’Autorità di Sistema, anch’essa, finalmente stabile ed una Autorità Marittima che è inserita nel contesto regionale”.

Brindisi, come porto di frontiera, ed ora di un Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale, quali sono le criticità nell’ottemperare a questi compiti? Mi riferisco anche mezzi e uomini; se sono sufficienti vista la vastità delle operazioni, comprese quelle di pattugliamento?

“Noi abbiamo la presenza del Direttore marittimo che è a Bari, che supporta tantissimo il Comando di Brindisi, così come supporta tutti gli altri. Siamo inseriti in un contesto come Autorità Marittima, e abbiamo il supporto sostanziale come Direzione marittima in termini di mezzi, di uomini, di attività e progettualità”.  “Quando c’è da lavorare teoricamente il personale non basterebbe mai ma ritengo che lo strumento sia adeguato a quella che è la necessità. Noi svolgiamo continuamente controlli anche in collaborazione con le altre Autorità: dalle Amministrazioni comunali alle Polizie locali e Guardia di Finanza, Carabinieri e Guardia Forestale”.

Per un territorio marittimo/marinaro è importante insegnare il mare. Diventa così importante promuovere la tutela dell’ambiente marino e costiero e la formazione nautica.
Comandante, non crede che occorre una progettualità più incisiva e di collaborazione tra istituti scolastici, Università e l’Autorità Marittima, al fine di rafforzare il rapporto tra scuola e mondo del lavoro?

“Al di là di quelli che sono i grandi progetti, la collaborazione con l’Università, con il MIUR è importante. Tre settimane fa è stato bello anche incontrare i ragazzi dell’Istituto Tecnico Nautico. Durante l’incontro ho cercato di far comprendere quanto sia importante il mare e lavorare su/con il mare. I ragazzi dell’Istituto Nautico sono il futuro della marineria. E’ stata un’esperienza che mi ha arricchito tanto. Ma prima del mio insediamento,  la Capitaneria di Porto, nell’ambito delle attività estive e comunque prodromiche all’attività estiva, aveva già svolto con i ragazzi delle scuole medie e superiori un’attività didattica in materia ambientale. In particolare ho sottolineato che tra le varie attività del Corpo delle Capitanerie vi è anche quella della sorveglianza e tutela ambientale e del patrimonio archeologico”.

Nell’auspicare un proficuo lavoro e giuste risoluzioni per i suoi compiti, Le auguriamo  “buon vento a prua e mare calmo a poppa”.

Salvatore Carruezzo