I Porti pugliesi competitivi con quelli dell’Alto Adriatico

ROMA – Sicuramente è un merito per l’on. Mauro D’Attis aver evidenziato con l’emendamento all’art. 54 della legge di bilancio una ingiustizia fra territori italiani (Nord e Sud contrapposti) in tema di trasporti intermodali. E speriamo che sia approvato. Già nel dicembre 2011, l’assessore ai trasporti della Regione Puglia, Minervini, chiedeva ai Governi Berlusconi e poi Monti, più permessi di transito per i tir merci dalla Turchia. I porti pugliesi da sempre hanno sofferto, per il numero limitato di permessi di transito per i camion, le c.d. “dòsvole”, la concorrenza ingiustificata (storicamente a tanti anni dalla fine della II guerra mondiale) del porto di Trieste per le merci dalla Turchia e per quelle dalla Croazia rispetto al porto di Ancona.

L’assessore Minervini chiedeva l’allargamento del numero dei permessi di transito e l’estensione dell’esenzione dalle tasse automobilistiche, ai porti adriatici di Bari e Brindisi. Taranto non era in elenco perché allora godeva dei traffici  di Evergreen e di Ilva e non pensava minimamente alla Turchia, come lo pensa oggi … All’epoca Minervini si rivolse per una richiesta di giustizia anche all’Autorità Garante del Mercato e della Concorrenza. Giusto per dovere d’informazione, “dòsvola” è un’espressione in lingua araba/orientale che indica i permessi di transito/di destino relativamente al trasporto internazionale di merci a mezzo di camion. Gli spedizionieri sanno bene che i trasporti di merci su camion da e per i paesi extracomunitari sono soggetti a regime autorizzativo, con una documentazione certificata (di transito o di destino a seconda se la merce è in transito sul territorio italiano o se è destinato a un’importazione definitiva in Italia) che dovrà accompagnare ogni veicolo stradale, ad eccezione di alcune merci speciali (rifiuti, avannotti e altri).

Gestire le dòsvole era ed è espressione di un potere per garantire interessi non solo degli operatori economici dei paesi interessati, ma anche per salvaguardare i ruoli dei poteri nazionali e locali (porti di Trieste, Genova, Livorno e poi anche Ancona). Ultimamente, inizi ottobre c.a., anche il nuovo assessore Regione Puglia allo Sviluppo Economico, Cosimo Borracino, ha inviato una nota al Presidente Conte e ai vari Ministeri Economia, Trasporti e Semplificazione Amministrativa, per chiedere di estendere il regime di favore previsto per Trieste al traffico dei rotabili da e per la Puglia. Si chiede sostanzialmente la liberalizzazione dei permessi di transito per i rotabili stranieri e la esenzione dal pagamento delle tasse automobilistiche. Tale richiesta è giustificata dall’interesse manifestato dagli imprenditori del MENA (Middle East North Africa) a investire in Puglia. Il 22 ottobre scorso, l’on. le Carfagna ed altri di Forza Italia, in una mozione composita, chiedono al Governo di adottare iniziative a favore dell’elisione di tutti gli ostacoli allo sviluppo del traffico intermodale, e promuovono la liberalizzazione dei permessi di transito per i rotabili stranieri da e per i porti del Mezzogiorno.

Tra le altre mozioni del Grupo di Forza Italia si sostiene l’insediamento nel Mezzogiorno d’impianti di rifornimento di Lng per navi e autotrazione, al fine di ridurre l’inquinamento e decarbonizzare le aree produttive paesaggisticamente ed ecologicamente attrezzate. L’emendamento dell’on. le D’Attis è puntuale, oltre ad essere di sostegno all’operato del presidente dell’AdSP Mare Adriatico Meridionale, Prof. Ugo Patroni Griffi, in questi giorni impegnato in Turchia per vedere realizzata una connessione tra Brindisi  e quei porti. Una sola considerazione sull’art 54 alla legge di bilancio, emendato dall’on. le D’Attis che recita:  “Art. 54-bis. – (Liberalizzazione dell’autotrasporto internazionale di merci in transito in Italia attraverso i porti pugliesi) – 1. A decorrere dal 1° marzo 2019 sono liberalizzati gli autotrasporti internazionali di merci in transito sul territorio italiano attraverso i porti presenti nei territori delle Autorità portuali del Mar Jonio e del Mar Mediterraneo Orientale.” Speriamo di non incorrere ancora una volta in un miraggio per il porto di Brindisi (menzionato solo nelle note) a favore di altri (porto di Taranto), visto che non si cita l’AdSP Mare Adriatico Meridionale.

“Mi auguro che, così come sta facendo il presidente Patroni Griffi – afferma l’on. D’Attis – anche gli operatori economici pugliesi si spendano perché questo emendamento venga accolto dal Governo. In ogni caso, annuncio sin d’ora la presentazione di una proposta di legge sull’argomento, a tutela della Puglia e della sua portualità”. E’ fondamentale anche la promozione internazionale dei porti meridionali e delle loro Zes, e, a livello europeo, operare, nell’ambito della prossima revisione della Rete dei trasporti transeuropea (Ten-T), per favorire i corridoi meridionali e riportare i porti del Sud nella mappa dei porti strategici.

 

Abele Carruezzo