Shipping Forwarding&Logistics meet Industry, III edizione dal 31 GENNAIO a MILANO

Milano-Per la terza volta, Milano mette a confronto gli attori della portualità, dello shipping e della logistica in una new vision industriale per una competitività del “sistema Italia” lungo le nuove rotte dei flussi merceologici. Se osserviamo l’orizzonte dello shipping mondiale, con una lente macro, possiamo affermare che l’ambiente portuale di oggi sta subendo una forte concorrenza.

Concorrenza dovuta alle nuove strategie del trasporto di linea; nuove modalità di commercializzazione e nuovi modelli organizzativi sono in atto  per via dei forti sviluppi tecnologici; una espansione della containerizzazione dei flussi merceologici; nuove performance portuali che non riguardano solo pescaggi e banchine; le operazioni portuali stanno evidenziando caratteristiche operative ad alta intensità di capitale maggiori rispetto a quelle ad alta intensità di manodopera.

Si parla tanto di porto del futuro e dei driver che stanno creando una certa discontinuità con il passato: digitalizzazione – automazione – lavoro portuale. Sulla digitalizzazione si sottolineano i processi della formazione di supply chain digitali (ottimizzazione della catena logistica portuale); la riduzione del consumo energetico; Internet of Things (aiuto nello sviluppo di un modo efficiente per gestire il traffico portuale, cloud/Analytics);  blockchain (sistema sicuro per la raccolta dei container in porto) il tutto per consentire migliore pianificazione in anticipo e maggiore efficienza dei servizi portuali.

L’automazione sta innovando i processi portuali e già molti porti sono completamente automatizzati (nel 2020 saranno cento i porti automatizzati). Già si pensa a utilizzare dei robot nelle operazioni portuali (mare – terra e dock to yard). Sul versante del lavoro portuale i driver porteranno delle modifiche nella descrizione dei lavori: i lavori diventeranno sempre più mentali e con condizioni più flessibili. Su questi scenari, Milano con la sua terza edizione cercherà di focalizzare questi temi con una “due giorni” di lavoro pieno e con interventi qualificati.

Il “dopo Genova”, con il crollo del ponte Morandi, ha segnato e segnerà l’intero settore dello shipping e della logistica, scoprendo che il sistema infrastrutturale non richiede opere nuove e faraoniche, ma più razionalità e semplificazione nella gestione dei flussi delle merci in/out i porti italiani. Dagli interporti a centri logistici per sviluppare la massima l’intermodalità integrando flussi a breve,medio e lungo raggio. Fra le tematiche da scrivere, dopo una riforma portuale che ancora stenta a partire, troveremo rappresentanti delle autorità di sistema e gli operatori economici che si chiederanno: il porto può e/o deve essere al servizio del retroporto e del distretto economico?

Il porto sarà parte attiva nello sviluppo del distretto economico e della sua riconversione e riqualificazione e come  potrà affrontare i driver del cambiamento? E ancora, si parlerà di rotte, porti, hub, linee ferroviarie e di corridoi aerei nella nuova prospettiva che la Belt & Road Initiative ha generato nei flussi delle materie prime, semilavorati e prodotti finiti che occupano i magazzini delle nuove fabbriche e dei distripark. Il focus economico sarà svolto dalla SRM, (Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo), con il suo Direttore Massimo Deandreis, ci invita a riflettere sugli effetti sul traffico marittimo causato dal raddoppio del Canale di Suez.

Non mancherà l’attenzione sulle Zes, a oltre un anno della loro istituzione; anche le Zone Logistiche Speciali stanno interessando le istituzioni e le varie AdSP ; ancora non son chiari i loro contenuti e se avranno una certa rilevanza di facilitazione economica o si semplificazione solo burocratica. Di questo e di altro si confronteranno le varie linee di tendenza economico-marittima.

Abele Carruezzo