Moleskine Foundation e UNHCR alla Barcolana 2019 per sostenere la cultura del mare e le sue leggi imperative di soccorso e accoglienza

Moleskine Foundation e UNHCR (Agenzia ONU per i rifugiati), nell’ambito del progetto “Rothko in Lampedusa” partecipano con l’imbarcazione Kleronia alla Barcolana, la storica regata internazionale che si tiene ogni anno nel Golfo di Trieste la seconda settimana di ottobre, e invitano la gente di mare ad alzare simbolicamente la bandiera dell’UNHCR tra i guidoni che sventoleranno durante la regata – “Vogliamo essere in tanti a sostenere la cultura del mare e le sue inderogabili leggi di soccorso e accoglienza” – commenta Fabio Rosciglione, co-founder della Fondazione.

La Barcolana è la regata con il maggior numero di partecipanti al mondo, è una grande festa popolare della gente di mare che si ritrova, anno dopo anno, non solo a gareggiare, ma a condividere passioni, rotte e sogni e con essi un modo di vivere il mare, il pianeta, ovvero: la cultura del mare.

A bordo di Kleronia Carlotta Sami, portavoce UNHCR per il Sud Europa “UNHCR, Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, è entusiasta di partecipare come partner di questa iniziativa, convinta che il Mar Mediterraneo debba tornare ad essere bacino di coesistenza e non simbolo di tragedie e chiusure.”

A dare un contributo alla regata anche due testimonial di eccellenza del mondo velico che sostengono l’iniziativa di Moleskine Foundation e UNHCR: Ambrogio Beccaria, nuova promessa della vela oceanica italiana due volte campione italiano della Classemini, primo classificato nel 2018 al Championnat de France de course au large en solitaire e Matteo Miceli, velista romano primatista di traversate atlantiche su catamarano che nel 2014 si è lanciato nel giro del mondo “senza emissioni” con la sua Eco40.

“Il mare non si può affrontare senza preparazione; infinitamente inaccettabile è l’irresponsabilità di chi traghetta vite umane su mezzi inadeguati; immensa è la compassione per chi si trova ad affrontare una traversata senza comprenderne i rischi o senza avere altra scelta; dovere di tutti prestare soccorso e garantire un porto sicuro, dovere verso gli altri ma anche verso noi stessi. La cultura del mare, una tradizione che si è costruita e consolidata lungo i molti millenni in cui gli esseri umani hanno solcato i deserti d’acqua. Una storia che se pur ha alternato l’apertura di rotte di pace e lo scatenarsi di guerre senza quartiere, ha sempre riconosciuto l’asimmetria tra un elemento naturale dai poteri di fatto illimitati e la fragilità delle vite umane che si misurano, per sfida, per lavoro o per sciagura, con la sua forza.” – scrive Roberto Casati, filosofo, professore all’Ecole des Hautes Etudes en Sciences sociales e direttore dell’Institut Nicod (CNRS) a Parigi, sta redigendo “Ocean: A Philsopher’s Journey”- anche lui a bordo di Kleronia durante la Barcolana.

Kleronia inoltre, porterà a Trieste un importante messaggio emerso durante la tappa veneziana del workshop AtWork “Where is South?” organizzato da Moleskine Foundation, che ha visto la partecipazione di 18 giovani rifugiati e loro coetanei italiani.

“In questo momento storico in cui vengono creati confini e muri per dividerci, facendo crescere timori irrazionali, rivedendo e/o cancellando la Storia, speriamo che le esperienze e i racconti che portiamo con noi siano un arricchimento per tutti e ispirino nuove prospettive che possano riempire gli spazi che ci separano.”

Oltre a Moleskine Foundation e UNHCR, sostengono e firmano questo importante messaggio: Vittorio Malingri, Ambrogio Beccaria, Matteo Miceli, Hamed Ahmadi, Nation25, Associazione Italiana Giovani per l’UNESCO, DLV BBDO, Freel, Tree, Venice Art Factory, Atelier Trame Libere, Puntoseta, Progetto Agata Smeralda Onlus, FUM Studio, Talking Hands.

Il workshop AtWork si avvale del processo creativo per stimolare il pensiero e il dibattito critico; così come qualità cognitive ed emotive utili a sviluppare un’identità sia personale che collettiva. “Ogni essere umano ha una forza creativa unica e inimitabile, la cui espressione è un contributo allo sviluppo culturale e umano della comunità che lo circonda. Salvaguardiamo la vita e il potenziale creativo dei rifugiati per l’arricchimento e lo scambio reciproco di culture, diversità e prospettive.” – spiega il curatore artistico Simon Njami che da anni insieme alla Fondazione Moleskine coordina AtWork.

I taccuini d’autore, output finale dei cinque giorni di workshop sono inoltre esposti all’interno della mostra “Rothko in Lampedusa” organizzata da UNHCR, a Venezia durante il periodo della Biennale d’Arte 2019, aperta fino al 24 novembre a Palazzo Querini che ha già registrato dopo 4 mesi dalla sua apertura oltre 10.000 visitatori. La mostra è incentrata sulle opere di otto artisti affermati che hanno vissuto personalmente la condizione di rifugiato o che hanno fatto di questo tema un elemento cardine della propria carriera artistica. Insieme a questi artisti espongono inoltre cinque artisti emergenti che vivono attualmente lo status di rifugiato, con l’obiettivo di gettare nuova luce sulla condizione e sul talento delle persone costrette alla fuga.

Un incrocio di iniziative coerente e di forte impatto che unisce l’arte alla cultura del mare nella comune vocazione alla testimonianza di valori inalienabili.