Canale di Panama e sviluppo dei terminal portuali

jose ramon icaza clement

(Foto courtesy PCA)

Il Canale di Panama ha avviato un processo di consultazione con i rappresentanti dell’industria marittima per identificare potenziali partner interessati allo sviluppo di terminal portuali sia sul lato Atlantico e sia su quello Pacifico della via navigabile

Panama City. L’Autorità del Canale di Panama (PCA) ha convocato un gruppo di aziende di comprovata esperienza nelle operazioni portuali e nelle linee di navigazione per container, al fine di individuare potenziali partner nello sviluppo di terminal portuali nei due fronti oceanici, Atlanticio e Pacifico. La consultazione è una prassi consolidata da parte della PCA, avvenuta già nell’introduzione del progetto del gasdotto.

Hanno partecipato rappresentanti di APM Terminals, Cosco Shipping Ports, CMA Terminals–CMA, DP World, Hanseatic Global Terminals, MOL, PSA International, SSA Marine–Grupo Carrix e Terminal Investment Limited, nonché rappresentanti di CMA CGM, ONE, Evergreen, Hapag Lloyd, HMM, Maersk Line, MSC, OOCL, COSCO, Yang Ming, il porto di Houston e ZIM.

Si tratta di un processo aziendale per condurre uno ‘studio’ di mercato e di fattibilità per i terminal proposti; si passerà ad elaborare un ‘piano generale’ di progetto e poi sarà avviata la selezione di un concessionario. La fase finale della selezione dei concessionari dovrebbe concludersi nel quarto trimestre del 2026. Con tale iniziativa l’Autorità del Canale di Panama riafferma il suo impegno per la trasparenza, la pianificazione responsabile e il rispetto delle procedure istituzionali, in linea con la sua missione di promuovere lo sviluppo sostenibile e competitivo del sistema marittimo panamense.

I terminal container, facendo parte di una vision strategica pianificata per il prossimo periodo 2025-2035, sono i componenti più significativi dell’infrastruttura di supporto del Canale, secondi solo alle chiuse e ai canali di navigazione. Il loro sviluppo amplierà la capacità portuale e manterrà la competitività della rotta di Panama.

Obiettivi di queste infrastrutture sono: – aumentare la capacità di trasbordo di container di 5 milioni di teu (unità container da 20 piedi) all’anno; – rafforzare la posizione di Panama come uno degli hub intermodali più competitivi al mondo; – ed espandere la capacità portuale nell’area interoceanica, che attualmente opera vicino al suo limite.

Per entrambi i terminal è previsto un investimento stimato di 2,6 milioni di sterline, con un impatto economico previsto compreso tra lo 0,4% e lo 0,8% del PIL di Panama.
Inoltre, si prevede che durante la costruzione verranno creati circa 8.100 posti di lavoro e circa 9.000 posti di lavoro una volta avviate le operazioni. Queste cifre includono l’occupazione diretta, indiretta e indotta.

Con questa visione, il Canale di Panama riafferma il suo impegno nei confronti di Panama e della comunità globale a rimanere un motore del commercio globale e dello sviluppo economico, promuovendo al contempo un progresso più equo, più resiliente e sostenibile per tutti i panamensi.

Ancora rimane irrisolta la questione dei terminal dei due porti panamensi (Balboa e Cristobal); il Procuratore generale di Panama, Anel Flores ha presentato due denunce alla Corte Suprema di Panama cercando di invalidare la concessione della Panama Ports Company (PPC). PPC, posseduta al 90% da CK Hutchison, gestisce i porti di Balboa e Cristobal dal 1997 nell’ambito di una concessione di 25 anni rinnovata nel 2021.

Nel luglio scorso, il presidente José Raúl Mulino ha dichiarato che le partnership pubblico-privato potrebbero assumere il controllo dei terminal Balboa e Cristobal se i Tribunali annullassero il contratto operativo di Hutchison.

Il Canale di Panama ha chiuso l’anno fiscale 2025 (FY2025) con risultati eccezionali in termini di transiti e tonnellaggio, che riflettono la capacità del Paese di gestire in modo affidabile ed efficiente una delle rotte marittime più importanti del mondo. Questa performance riafferma la solidità finanziaria del Canale di Panama e il suo contributo sostenuto all’economia nazionale.

Abele Carruezzo