USA: dal Golfo Persico al Messico

Washington. Fino a ieri, l’America si stava preparando a un attacco all’Iran nel Golfo Persico; oggi si pensa alla costruzione del “muro” di separazione con il Messico. Senza dubbio, la dichiarazione del presidente Trump a formare una coalizione militare per garantire “la libertà di navigazione” nelle acque dello Stretto di Hormuz, aveva ed ha un obiettivo preciso: “esercitare influenza psicologico – emotiva sull’Iran e valutare la posizione dei propri alleati a rispondere alla chiamata americana alle armi”.

In realtà, non ci sarà nessuna coalizione armata seria per sorvegliare le coste dell’Iran. Infatti, l’esportazione di petrolio riguarda grandi corporazioni e lobbies che dirigono l’economia mondiale e queste richiedono stabilità e non un’escalation della situazione. La tattica di Trump, nel chiedere una coalizione armata, è di aggirare le norme internazionali a proprio favore e cercare di risparmiare risorse economiche americane, scaricando su altri i pesi finanziari.

A giudicare dalle ultime dichiarazioni, i più vicini e più forti alleati degli USA, il Regno Unito, la Francia e l’Italia, non parteciperanno in questa coalizione. Il Regno Unito creerà delle forze europee senza far parte della coalizione americana; la Francia ha problemi in Libia e l’Italia è sempre alle prese con l’immigrazione dal Nord Africa nel Mediterraneo.

Parteciperanno? Della coalizione faranno parte tutti i Paesi del Golfo Persico. Non ci sarà il Qatar perché stretto collaboratore dell’Iran. Saranno coinvolte Cina e India per la loro attività di esportazione di petrolio attraverso lo Stretto di Hormuz. Gli USA, sostanzialmente, non si possono permettere di effettuare da soli i vari pattugliamenti nello stretto e per questo invitano gli alleati a partecipare anche a distanza, mandando soldi e merci. Infatti, portare militari e mezzi navali dal Giappone, dall’Australia e dai Paesi Ue in quelle zone è molto costoso e le spese non possono essere controllate e prevedibili; per questo una coalizione armata rimane discutibile e di non facile realizzazione.

Iran risponde. Sicuramente, l’Iran non starà a guardare e non permetterà agli americani di padroneggiare in quelle acque; proteggerà i propri interessi coinvolgendo i propri alleati nella regione e nel mondo. Il fatto, poi, che la Russia si stia comportando da “neutrale” su tutte queste valutazioni politico-militari la dice lunga sul successo dell’annunciata americana della coalizione armata nello Stretto di Hormuz. Gli USA non nascondono che “la libertà di navigazione” è solo un cartello pubblicitario, mentre il vero obiettivo degli Stati Uniti è la pressione sull’Iran e contenere le sue ambizioni.

 

Abele Carruezzo