SRM: Con Intesa Sanpaolo a Cagliari-Atti del convegno sull’Economia del mare

Il settore marittimo è strategico per le relazioni internazionali dell’Italia e costituisce un importante fattore di competitività che può dare valore aggiunto alle dinamiche di crescita. I porti della Sardegna rappresentano il 10% del totale nazionale per tonnellate di merci e il 12% per totale passeggeri. L’Economia del Mare è stato il tema su cui si è discusso a Cagliari nel corso della presentazione del Rapporto annuale “Italian Maritime Economy 2019” di SRM, nella sala Convegni della Struttura Polifunzionale del Terminal Molo Ichnusa.

I lavori, aperti dal saluto del vicesindaco di Cagliari Giorgio Angius, e moderati da Maurizio De Pascale, Presidente della Camera di Commercio di Cagliari, hanno visto gli interventi di Massimo Deandreis, Direttore Generale di Srm, Pierluigi Monceri, Direttore Regionale di Lazio, Sardegna e Sicilia di Intesa Sanpaolo, Massimo Deiana, Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sardegna, Giuseppe Gibin, Business Development Manager di Saras, Matteo Plazzi, Technical Director di Cor, Challenger of Record. Le conclusioni sono state affidate ad Alessandra Zedda, Vice Presidente e Assessore al Lavoro della Regione Autonoma della Sardegna.

“I nostri studi evidenziano un Mediterraneo sempre dinamico con il canale di Suez che continua a segnare record importanti in termini di passaggio di navi e merci – sottolinea Massimo Deandreis Direttore Generale Srm – Resta da affrontare per il nostro Paese il tema della competitività portuale poiché ormai tutti gli scali dell’area Med stanno effettuando investimenti in infrastrutture e piattaforme logistiche in grado di rendere più fluidi i flussi in import ed export delle merci. Dobbiamo quindi renderci conto che un comparto, come quello della filiera logistica, che porta al nostro Paese 40 miliardi di euro di Valore Aggiunto, deve essere valorizzato con decisione e fermezza; ed in prima fila deve essere posto il rilancio della portualità della Sardegna che vanta la presenza di un importante scalo come Cagliari e di una Zona Economica Speciale che può dare un’importante mano ad attirare investimenti e quindi risorse finanziarie per lo sviluppo e l’occupazione”.

“Il sistema portuale della Sardegna deve sempre più puntare sui driver che rappresentano la sua vocazione e nel contempo attivare iniziative che consentano di attrarre nuovi traffici – sostiene Pierluigi Monceri, Direttore Regionale di Lazio, Sardegna e Sicilia di Intesa Sanpaolo – Le crociere e la nautica da diporto hanno un notevole impatto moltiplicativo sull’economia di un territorio per cui vanno sostenute ed intraprese strategie finalizzate ad avere traffici durante tutto l’anno. Occorre puntare ad accogliere investimenti logistici e per questo è necessario progettare strumenti che ne favoriscano la loro attrazione ed in tale direzione sottolineiamo la rilevanza strategica della Zona Economica Speciale. Il «porto del futuro» a nostro giudizio deve garantire al territorio: internazionalizzazione, logistica e sviluppo del turismo e sono questi i 3 imperativi su cui Cagliari ed il sistema portuale della Sardegna deve impostare la propria crescita”.

“Il seminario annuale sull’Economia del Mare è sicuramente uno degli appuntamenti più attesi dal cluster marittimo nazionale e sardo – spiega Massimo Deiana, Presidente dell’AdSP del Mare di Sardegna – Un momento di studio su solide basi scientifiche che, dallo scorso anno, abbiamo il piacere e l’onore di ospitare nella splendida cornice della sala congressi del terminal crociere al Molo Ichnusa. Anche per questo 2019 sarà un’occasione proficua per analizzare il prezioso lavoro che Intesa Sanpaolo ed Srm offrono annualmente al settore marittimo, stimolando una riflessione su un report rigoroso condotta a livello nazionale e con focus specifici a livello locale. Uno strumento indispensabile per chi, come noi, deve confrontarsi quotidianamente con uno scenario complesso ed in continua evoluzione e dal quale trarremo spunti preziosi per l’attività dell’Ente”.

Sintesi dello Studio di SRM Traffico Merci e Passeggeri

Il sistema dei porti sardi (Cagliari, Olbia, Porto Torres, Oristano, Golfo Aranci, Porto Vesme e S. Teresa di Gallura) nel 2018 ha gestito 47,7 milioni di tonnellate di merci; esso rappresenta il 10% del totale nazionale. Nel segmento del Ro-Ro (Roll-on Roll-off, vale a dire navi specializzate nel trasporto di autovetture e mezzi pesanti gommati) gli scali sardi sono tra le eccellenze italiane; con 10,6 milioni di tonnellate l’isola rappresenta il 10% del totale Italia.

I traffici più importanti del Porto di Cagliari sono le rinfuse (il 79%) e il Ro-Ro (l’11% pari a 4,1 milioni di tonnellate). Cagliari, con 36 milioni di tonnellate di merci, è il 4° porto in Italia. È il 2° porto Oil in Italia; tali prodotti rappresentano il 77% del totale delle merci gestite dallo scalo.

Lo scalo mostra un momento di difficoltà sul settore dei container causato da alcuni vettori che hanno dirottato il traffico su altri scali del Mediterraneo; su questo settore sta progettando e definendo un piano di rilancio e dei propri terminal. L’Autorità di Sistema sta avviando una sollecitazione di mercato a livello internazionale per individuare un nuovo concessionario.

Per numero di passeggeri, i porti sardi rappresentano il 12% del totale Italia con 6,3 milioni di persone; il Porto di Cagliari ha gestito 706 mila passeggeri (-2,7% sul 2017).

Anche il settore delle crociere per gli scali sardi è rilevante con prospettive interessanti nel segmento luxury. Nel 2018 quasi 400 mila crocieristi (-8,3% sul 2017) sono sbarcati nel Porto di Cagliari. In particolare, in questo porto le crociere garantiscono passeggeri tutto l’anno: oltre il 40% sono concentrati nei mesi non estivi. Il dato riveste particolare importanza in quanto la destagionalizzazione delle crociere è un segnale positivo per il territorio e in particolare per la Sardegna che globalmente presenta ancora un turismo principalmente balneare.
Imprese, valore aggiunto, Import ed Export

La Sardegna ha un valore aggiunto generato dal totale dei settori connessi all’economia del Mare pari a 1,6 miliardi di euro, il 5,3% del totale del valore aggiunto del territorio. Con oltre 600 imprese del cluster marittimo, è 7° in Italia (7% del totale nazionale). Il trasporto marittimo è fondamentale per l’internazionalizzazione dell’economia della Sardegna; il 97% dell’import-export del territorio avviene “via mare” (in Italia il 37%), si tratta di 12,9 miliardi di euro (+14%). Per il 90% del totale si tratta di scambi legati a prodotti Oil&Gas, Coke e raffinati.
Diporto Nautico

Con quasi 20 mila posti barca la Sardegna è la 2° regione italiana, dopo la Liguria, per numero di posti barca con un peso del 12% sul totale nazionale e del 26% del Mezzogiorno ed è 3° per posti barca oltre i 24m considerate imbarcazioni ad elevato valore aggiunto. La spesa di queste unità, nelle acque italiane, è stata stimata in 209 milioni di euro (stima basata su un campione di 1.200 unità in transito, per una permanenza media di 3,8 giorni e con una spesa media giornaliera di 8.900 euro). La nautica da diporto, ha un ottimo moltiplicatore di occupazione: infatti un occupato nel settore genera altri 6 occupati nel sistema economico. Un euro speso, ne attiva 4 nell’economia.
Energy

Bunkering e GNL rappresentano per la Sardegna due opportunità di nuovi servizi per il trasporto marittimo. Il porto di Cagliari potrà offrire oltre ai combustibili navali tradizionali anche il nuovo olio combustibile ecologico a bassissimo tenore di zolfo (max 0,5% come da ultime specifiche IMO 2020), cosiddetto ultra-low-sulphur marine fuel oil (ULSFO). Il terminal destinato al rifornimento è stato adeguato per consentire alle navi di ormeggiare al di fuori della raffineria di Sarroch per caricare direttamente ULSFO. Anche il GNL (Gas Naturale Liquefatto) sta emergendo come combustibile marittimo valido e meno inquinante. La Sardegna si sta attrezzando e entro il 2021 si propone di avere le facilities per il GNL ad Oristano. L’obiettivo è di intercettare maggiori quote di traffico nel Mediterraneo offrendo opportunità di bunkering (rimessaggio e rifornimento) di GNL.
ITALIA

In Italia cresce la componente internazionale del nostro trasporto marittimo. Nel 2018 l’import-export via mare è stato di 254 miliardi, un aumento del 6,3% sull’anno precedente. Il 37% degli scambi commerciali italiani in valore avviene via mare. Questa percentuale arriva quasi al 70% se consideriamo il dato in quantità. La Cina è uno dei nostri maggiori partner in termini di import-export marittimo; nel 2018 abbiamo avuto un interscambio che ha superato 30 miliardi di Euro.

I porti italiani nel 2018 hanno gestito quasi mezzo miliardo di tonnellate; importanti i risultati nel segmento Ro-Ro che supera 109 milioni e +3% sul 2017; si tratta di un vero e proprio record considerando l’ultimo decennio. In lieve calo gli altri tipi di traffico; sui container ancora non riusciamo a dare la spinta decisiva al dato che ci vede “ancorati” ai 10 milioni di Teus ormai da anni.

L’Italia è il primo Paese nell’UE28 per trasporto di merci in Short Sea Shipping (trasporto a corto raggio) nel Mediterraneo, con 230 mln di tonnellate di merci trasportate (quota di mercato 37,4%). Le stime per il 2019 prevedono un incremento del 2,8% che riguarderà tutti i segmenti del trasporto marittimo.

LO SCENARIO INTERNAZIONALE

Suez registra crescite “record”. Il Canale ha chiuso il 2018 con 983 milioni di tonnellate transitate (+8,2%) e oltre 18 mila navi con un aumento del 3,6% sul 2017. E’ aumentato del 10% il traffico nella direzione Nord-Sud (che rappresenta il 53,3% del totale traffico merci del canale) e del 6,5% nella direzione opposta.

Nella direzione Nord-Sud del Canale permane il Sud Est Asiatico la prima regione di destinazione delle merci in transito con il 24% del totale. Nella direzione opposta invece prevale l’area North, West Europe & UK con il 31% del totale.

L’analisi per origine delle merci vede prevalere nella direzione Nord-Sud l’area North, West Europe & UK con il 21% del totale; nella direzione opposta prevale il Sud Est Asiatico con il 35% ed a seguire il Golfo con il 33%.

Cresce di 6 volte il traffico container nel Mediterraneo negli ultimi 20 anni registrando un aumento del 514%; i primi 30 porti del Mediterraneo hanno raggiunto e superato la soglia dei 56 milioni di TEU; nel 1995 erano 9 milioni.