Porto di Trieste-Monti: «Bene che si affronti la questione. La politica deve dare risposte in tempi brevi»

«Accogliamo con favore il fatto che si affronti la questione del porto di Trieste nell’ottica di sfruttare al meglio le opportunità offerte dal porto franco internazionale, pagando meno tasse e cercando di creare posti di lavoro», afferma il referente della Comunità del Patto per l’Autonomia di Trieste, Federico Monti, riferendosi alla proposta di legge presentata dall’onorevole Serracchiani, elaborata anche con il supporto della senatrice Rojc e preceduta dagli incontri tenutisi a Roma dai rappresentanti del Coordinamento Lavoratori Portuali di Trieste CLPT.

«Se approvata, si potrà usufruire di interpretazioni univoche su quanto riguarda gli status di extradoganalità e internazionalità dello scalo triestino, passo precursore per la piena operatività del porto franco e dei punti franchi ad esso afferenti», afferma Monti, che sollecita: «La politica deve dare risposte in tempi brevi sul futuro del porto di Trieste, le cui prospettive di sviluppo – se gestite in un’ottica di sistema – possono avere ricadute positive su tutto il territorio regionale».

Il Patto per l’Autonomia considera altresì inopportune e insensate le critiche mosse da esponenti della maggioranza riguardo la dovuta partecipazione del Segretario Generale del Porto Mario Sommariva all’incontro di presentazione della proposta di legge e ricorda, nel contempo, come lo stesso movimento con una interpellanza promossa dalla Comunità triestina del Patto, già nell’ottobre del 2018 ha chiesto alla Giunta di esprimersi riguardo all’applicazione dell’allegato VIII del Trattato di Pace, ma che nessuna risposta è mai pervenuta in merito: siamo forse di fronte all’ennesimo tentativo di depotenziare lo scalo triestino?