Covid-19: Summit G20 non chiuda i porti

Ginevra. Dopo l’IMO, ora anche l’UNCTAD chiede ai Governi di non interrompere i flussi merceologici e di mantenere i porti aperti. La Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo (United Nations Conference for Trade And Development) è il principale organo sussidiario permanente dell’Organizzazione delle Nazioni Unite operante nei settori del commercio, sviluppo, finanza, tecnologia, imprenditoria e sviluppo sostenibile. Occorre riconoscere che l’industria globale del trasporto marittimo è impegnata su più fronti mentre gli Stati combattono la pandemia di coronavirus, e svolge un ruolo fondamentale nel dare una risposta adeguata a tal emergenza sanitaria.

L’appello dell’UNCTAD è rivolto a tutti i Governi affinché mantengano in movimento il commercio marittimo, consentendo alle navi di scalare i porti in tutto il mondo e facilitando il rapido cambio degli equipaggi delle navi, con il minor numero di ostacoli possibile. Circa l’80% del commercio globale è realizzato dal settore del trasporto marittimo con navi che  dislocano di tutto: dalle materie prime come carbone e minerale di ferro, petrolio, gas trasportati alla rinfusa, a manufatti di prodotti intermedi e finiti trasportati in contenitori; nonché i beni e forniture mediche di vitale importanza che sono estremamente necessarie in questo momento emergenziale; articoli e componenti necessari per la conservazione di molti lavori nella produzione, senza le quali una società moderna e post moderna non può funzionare.

Occorre mantenere aperte le supply chain consentendo il proseguimento del commercio marittimo e dei trasporti transfrontalieri. Questo significa mantenere i porti del mondo aperti per le scalate delle navi facilitandone il transito; i paesi senza sbocco sul mare hanno bisogno di accedere alla distribuzione alimentare e alle forniture mediche attraverso i porti marittimi dei paesi vicini. Restrizioni al commercio e al trasporto transfrontaliero possono interrompere gli aiuti e l’assistenza tecnica necessari. Un’emergenza sanitaria, facilmente si potrebbe trasformare in una economica e poi nella più imprevedibile quella sociale su tutti i paesi interessati dalla pandemia.

I Governi dovrebbero pertanto continuare a facilitare la circolazione non solo dei dispositivi di soccorso, ma delle merci in generale, per ridurre al minimo l’impatto negativo dell’epidemia COVID-19. Lo straordinario vertice dei G20 sulla pandemia dovrebbe accogliere l’appello del settore dei trasporti marittimi mantenendo libero il commercio via mare; supportare i marittimi e gli operatori portuali nel dover prendere misure sostenibili. Molte Autorità locali hanno imposto normative, restrizioni sugli approdi alle navi, sui viaggi e periodi di quarantena, impedendo i cambi di equipaggi a bordo delle navi per ridurre le interazioni sociali.

I lavoratori portuali si trovano ad affrontare il pericolo di contrarre COVID-19 e molti porti non sono ancora pronti ad affrontare una massa critica di lavoratori se si ammala. Senza porti funzionanti, i carichi, compresi quelli con forniture salvavita, non possono essere trasportati dove sono necessari. I leader del G20 hanno un’importante opportunità per proteggere la libera circolazione di tutte le merci affermando il buon funzionamento delle loro industrie marittime, portuali e di transito. Non possiamo permetterci di aggravare la sfida sanitaria ed economica che si affaccia all’orizzonte.