TESTO DELLA LETTERA DI UNIONE PILOTI: DARE VITA AD UNICA ASSOCIAZIONE CHE RAPPRESENTI I PILOTI DI PORTO ITALIANI

Venezia – Innanzitutto sia consentito rivolgere, a nome mio e di tutti gli altri piloti iscritti all’UPI, le più sincere e calorose felicitazioni per le prestigiose nomine al Presidente Luigi Mennella, al Vice Presidente Massimiliano Fabricatore Iraci e a tutto il consiglio direttivo della Fedepiloti di recente elezione ed i migliori auguri per un fruttuoso mandato.

L’intervista apparsa su Shipmag, del neo presidente, ripropone l’apertura del “dialogo per ricucire la spaccatura che c’è stata tanti anni fa”. Tuttavia, il tenore delle dichiarazioni, non sembra essere un preludio ad una ritrovata unità tra le associazioni di categoria.

Attribuire all’Unione Piloti la responsabilità di rispondere ai messaggi pacificatori con dei repentini attacchi, è singolare. Forse si è persa la memoria dei numerosi tentativi di creare un clima distensivo e chiarificatore volto a riproporre il servizio di pilotaggio con il coinvolgimento di chi canta fuori dal coro. Le iniziative poste, però, hanno visto fieri oppositori i quali hanno utilizzato qualsiasi pretesto per seminare la pianta della discordia.

Eppure, essendo stato, socio fondatore dell’Unione Piloti, il Presidente Mennella, dovrebbe conoscere profondamente le motivazioni della scissione che non fu una mossa avventata ma il  frutto di una ponderata riflessione  originata dal disagio procurato dalla mancanza di un confronto franco.

La ribadita volontà del neo Presidente di muoversi nel segno della continuità, non appare una offerta di pace.   Infatti, essa fa sovvenire alla mente le dichiarazioni rese, ultime di una lunghissima serie, da Francesco Bandiera durante l’assemblea dei piloti francesi dello scorso anno oppure le comunicazioni  della Fedepiloti che rasentavano l’offesa.

E’ vero i matrimoni si fanno in due ma è altrettanto vero che  un’unione duratura si fonda sui principi di pari diritti e uguale dignità tra i coniugi, altrimenti si riproporrebbe la causa che ha scaturito il divorzio da Fedepiloti.

Ad esser sinceri, non sovvengono alla mente proposte di rifondazione dell’associazione,  se non quella avanzata dall’UPI in occasione dell’elezione del Presidente Bandiera di unificare la categoria. Mennella dovrebbe ben  ricordare che la bozza di accordo fu rifiutata senza alcuna argomentazione a  riprova  che  la riunificazione è perseguita a parole da Fedepiloti mentre, in realtà  non è altro che il malcelato tentativo di ottenere  una resa incondizionata.

Siamo pronti e disponibili a discutere della rifondazione della categoria, della maniera di affrontare i cambiamenti che interesseranno il servizio di pilotaggio; l’autenticità di questa nostra convinzione è ampiamente testimoniata dai fatti. La nostra disponibilità, però, non consiste nella passiva ed acritica approvazione di tesi e proposte che, in passato, furono proprio la causa della scissione e che oggi sono nuovamente presentate. Infatti, non si condividono le opinioni poste a suffragio dello studio commissionato al CIELI e, di esso, si concorda esclusivamente sulla validità della formula tariffaria così come del resto si rileva nel nostro elaborato,  presentato diversi mesi orsono al superiore Ministero.

La preoccupazione del Comandante generale delle Capitanerie di Porto “La forza di un’organizzazione, che esprime un servizio così importante, non può esprimersi se c’è divisione” e “Non c’è forza nel far valere le proprie ragioni se non c’è unitarietà”, potrà essere fugata solo da univoche ragioni da portare avanti per il bene del servizio di pilotaggio che  siano frutto di un confronto franco e fecondo; non certamente da decisioni prese in seno ad un’oligarchia. Diversamente la ricerca di una fusione tra le due associazioni non è altro che uno specchietto per le allodole.

All’Ammiraglio Giovanni PETTORINO, al quale rinnoviamo i sensi della nostra devozione, vorremmo invece suggerire di concedere anche all’Unione Piloti una maggiore frequentazione degli ambienti del Comando Generale. Conoscendo meglio e direttamente la nostra associazione, potrebbe essere sorpreso da persone che, non avendo timore di sostenere con forza le proprie idee,  sono in grado di  diventare delle “ombre”  che gettano  luce.

Il Presidente
CLC Vincenzo Bellomo