“P.S.C.: Port State Control in Italia”

Nella nostra nazione le navi straniere sono soggette al controllo da parte di Ispettori qualificati, i quali ispezionano i principali comparti nave (dallo scafo agli organi di propulsione passando per le dotazioni di bordo ed i mezzi di salvataggio, etc.), ed hanno l’ulteriore compito di verificare la validità dei certificati di cui la nave stessa è munita.

Le summenzionate ispezioni P.S.C. sono condotte da un Port State Control Officer (P.S.C.O.), la cui professionalità è altamente qualificata in quanto il personale selezionato risponde ad alti criteri lavorativi inerenti la sicurezza della navigazione. In particolare una direttiva comunitaria, successivamente recepita e resa esecutiva dall’Italia, ha imposto che la figura degli Ispettori P.S.C. fosse esclusivamente appannaggio del personale militare del Corpo delle Capitanerie di Porto. Tali disposizioni hanno reso di fatto la materia della sicurezza in mare una competenza esclusiva della Guardia Costiera, escludendo altre figure professionali che in passato operavano, ma soprattutto si è riusciti così ad ottenere un modus operandi comune.

Qualora si dovesse riscontrare una criticità causata da situazioni deficitarie o da eventuale certificazione con data di scadenza non valida l’Ispettore preposto al controllo attua ogni misura ritenuta opportuna al fine di assicurare la ripresa dell’attività e della navigazione senza costituire un pericolo per le persone a bordo, per l’ambiente marino o per la nave stessa.

Il compito di assicurare il coordinamento e la diffusione, oltre che la raccolta e l’aggiornamento, delle disposizioni in ambito P.S.C. nazionale, viene svolto dalle cd. Direzioni Marittime, uffici periferici che rappresentano regionalmente il Corpo delle Capitanerie. I nuclei operativi P.S.C. sono, invece, presenti presso le capitanerie di porto e dislocati sul territorio in proporzione al flusso del traffico marittimo. Ogni semestre su base “regionale” vengono indette delle riunioni di coordinamento con la partecipazione degli ispettori P.S.C. di competenza così da favorire un efficace ed un uniforme espletamento dell’attività stesse di P.S.C. in tutti i porti di giurisdizione.

Come già evidenziato l’ispettore P.S.C. è la figura professionale specifica che svolge materialmente l’azione ispettiva prevista dalle normative vigenti in materia, effettuando i controlli nel rispetto delle procedure previste dal Paris MoU (protocollo d’intesa sul controllo da parte dello Stato di approdo e stipulato nel 1982 a Parigi dalle autorità marittime di 27 stati) e compilando il verbale di ispezione secondo dei criteri stabiliti. Il memorandum accennato individua le procedure e stabilisce i criteri di ispezione delle navi, decide le campagne cd. concentrate che si svolgono annualmente ed organizza meeting e seminari per garantire la standardizzazione delle ispezioni fra tutti i paesi aderenti (vd. www.parismou.org).

Inoltre l’ispettore ha l’incombenza di redigere il rapporto finale e di trasferire tempestivamente i dati dell’ispezione al Thetis, evidenziando in particolar modo le decisioni riguardo all’eventuale fermo della nave, la sospensione della visita oppure la restrizione ad effettuare una qualsiasi operazione commerciale.

Il Thetis è un sistema integrato tra i vari paesi aderenti al Paris MoU e che permette uno scambio di informazioni relativo alle navi, come l’inserimento di messaggi warning nonché fattori che possono incidere sul profilo di rischio dell’unità; in definitiva il Thetis è una sorta di database di cui dispone l’Emsa (l’agenzia europea per la sicurezza marittima) che fornisce ad ogni ispettore l’indicazione delle navi da sottoporre con priorità ad ispezione, rispettando dei criteri basati sugli standard qualitativi di sicurezza delle unità stesse.  Le Direzioni Marittime poi, valutano la correttezza dei rapporti finali di visita e provvedono alla loro validazione all’interno del succitato sistema informatico.

In definitiva il Port State Control non ha solo lo scopo di controllare la sicurezza della navigazione marittima e di prevenire gli inquinamenti marini ma anche quello di portare innovazioni alle stesse materie oltre che significativi miglioramenti delle condizioni di vita a bordo per gli equipaggi; fattori assolutamente indispensabili per la crescita e la tutela di un comparto fondamentale come quello marittimo.

a cura del dott. Michele PUCA