Napoli sarà sede per la Sicurezza Marittima nel Mediterraneo

Napoli. Era il 2019 quando il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, in Conferenza delle Regioni, candidò la Campania a ospitare il Centro regionale dell’Agenzia “EMSA” (European Marittime Safety Agency) nella città di Napoli. La Conferenza delle Regioni all’unanimità riconobbe il proprio sostegno alla candidatura. Il regolamento Ue che istituì l’EMSA prevede la realizzazione di due sedi secondarie (nel Mare del Nord e nel Mediterraneo). Su impulso dell’Autorità di Sistema Portuale Medio Tirreno (Napoli, Castellammare e Salerno) fu proposto alla Regione Campania a novembre 2018 di candidare Napoli come sede EMSA del Mediterraneo. Il 19 gennaio 2019 la Conferenza delle Regioni, all’unanimità, approva la proposta. Tutto il dossier passa sui tavoli del Governo per i successivi atti politico-amministrativi con la Commissione Europea.

La presentazione del rapporto annuale sull’economia marittima italiana da parte del Centro Studi Srm è stata l’occasione per ri-confermare la città di Napoli a sede dell’EMSA nella Regione mediterranea. Anche se l’anno della pandemia ha segnato un meno 17% rispetto al 2019 sull’interscambio italiano per via mare, il rapporto Srm evidenzia un primo trimestre 2021 positivo rispetto allo stesso periodo del 2020. Ancora una volta, il Mediterraneo si conferma via strategica di traffico container mondiale assorbendo il 27% degli oltre 500 servizi di linee internazionali, con un trend positivo del 3,1% per il 2022.
In questo scenario, i porti del meridione italiano hanno mostrato una maggiore ‘resilienza’, evidenziata dalla scelta delle imprese del Sud di preferire gli scali del Mezzogiorno d’Italia per le importazioni ed esportazioni dei loro prodotti merceologici.

Il Centro Studi Srm lo sostiene in tutte le occasioni, da qualche anno, che la ripresa dell’economia meridionale deve/dovrà passare da/per il mare. Infatti, il Governo Draghi, con il Ministro Giovannini, nel Recovery Plan, prevede lo stanziamento di 3,8 miliardi per interventi di ammodernamento ecosostenibile e potenziamento di porti, logistica e trasporti marittimi; mentre altri 630 milioni sono destinati alla realizzazione delle Zone economiche speciali (Zes).

Le declinazioni per lo sviluppo dell’economia meridionale saranno: agevolare l’insediamento delle imprese – ridurre i costi di trasporto, barriere tariffarie e altri costi di transizione concernente gli scambi – attrarre investimenti esteri – semplificare una burocrazia lenta e asfissiante che crea conflitti fra enti.
Il presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros Pietro, chiudendo i lavori a Napoli dell’annuale Rapporto sull’Economia marittima a cura di Srm, Centro studi legato allo stesso Gruppo bancario, afferma che “… l’Italia non ha ancora un ruolo all’altezza delle sue potenzialità nel Mediterraneo; il Paese deve puntare sul binomio-sostenibilità e logistica investendo in infrastrutture materiali, intermodalità e tecnologia e Intesa Sanpaolo sosterrà questi processi con ingenti risorse finanziarie.”

“I porti del bacino del Mediterraneo – continua Gian Maria Gross Pietro – dovranno essere in prima fila per guidare i loro territori verso nuove strade di sviluppo ed essere più green, più competitivi e sempre più volano di attrazione per gli investimenti. Condizioni irrinunciabili per connettere i territori e le imprese verso i mercati mondiali.”

I porti del Mezzogiorno, si legge nel rapporto Srm, si confermano con 207 milioni di tonnellate di merci gestite nel 2020 una risorsa strategica per il Paese e per le attività produttive locali.
In questa chiave, è ritenuta strategica la candidatura di Napoli come sede del Centro Regionale del Mediterraneo dell’EMSA, l’Agenzia Europea per la Sicurezza Marittima.
EMSA fornisce assistenza tecnica e sostegno alla Commissione europea e agli Stati membri nello sviluppo e nell’attuazione della legislazione dell’Ue in materia d’inquinamento da parte delle navi e sicurezza marittima. Ha inoltre compiti operativi nel campo della risposta all’inquinamento da idrocarburi, del monitoraggio delle navi e dell’identificazione e tracciamento a lungo raggio delle navi.

A Lisbona sono impegnate circa 200 unità lavorative, tutte di profilo medio -alto con un bilancio complessivo di circa 88 milioni euro/anno. Per Napoli si prevedono 100 unità con un bilancio di 42 milioni euro/anno, risorse interamente a carico della Commissione. Vi saranno ricadute importanti per le industrie dello Spazio esistenti e quelle che si aggiungeranno per l’attrazione che la sede EMSA determinerà in termini di sviluppo di applicazioni satellitari nell’ambito del piano Space Economy (4,7 miliardi) con i programmi ITALGOVSAT, GALILEO, COPERNICUS ed I-CIOS.
L’Autorità di Sistema Portuale Tirreno Centrale sta predisponendo, in collaborazione con Srm, il dossier di candidatura da inviare al Governo Italiano, per il successivo invio alla Commissione Ue. Sarà, infatti, il Centro Studi Srm a elaborare il progetto. Si ringrazia Srm per foto cortesy.

Abele Carruezzo