È online il Documento Strategico della Mobilità Ferroviaria di passeggeri e merci con la pianificazione degli interventi per i prossimi cinque anni (2022-2026)

Ministro Giovannini: “Nella visione del Governo c’è un sistema ferroviario innovativo, sicuro e più sostenibile”.

Coerentemente con la normativa per la semplificazione delle procedure e la velocizzazione degli investimenti ferroviari, il 30 dicembre 2021 il Mims ha trasmesso al Parlamento il Documento Strategico della Mobilità Ferroviaria di passeggeri e merci (DSMF) previsto nell’ambito delle riforme del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) per velocizzare l’iter di definizione e approvazione del Contratto di Programma tra Mims e Rfi.

Il Documento Strategico del Mims, sul quale le Commissioni competenti della Camera e del Senato dovranno esprimersi entro 30 giorni per poter consentire la rapida predisposizione del nuovo Contratto di Programma Mims-Rfi (2022-2026), illustra le esigenze in materia di mobilità di passeggeri e merci per ferrovia, le attività previste per la gestione e il rafforzamento della rete ferroviaria, individua i criteri di valutazione della sostenibilità ambientale, economica e sociale degli interventi e i necessari standard di sicurezza e di resilienza dell’infrastruttura ferroviaria nazionale, anche con riferimento agli effetti dei cambiamenti climatici. 

Come ha più volte ribadito il Ministro Enrico Giovannini, nella visione del Governo c’è un sistema ferroviario innovativo, sicuro e più sostenibile. L’obiettivo è connettere i territori, soprattutto quelli del Sud e delle aree interne, rispondendo alle esigenze di persone e imprese, riducendo le disuguaglianze tra le aree del Paese e le emissioni climalteranti grazie all’elettrificazione e alle sperimentazioni delle trazioni a idrogeno. Le risorse a disposizione, sia quelle del Pnrr sia quelle previste dalla Legge di Bilancio, serviranno per migliorare le reti ferroviarie, di alta velocità e regionali, aumentare le interconnessioni e rinnovare i treni, soprattutto per i pendolari, rafforzare l’intermodalità per le merci, anche alla luce del successo ottenuto dal Governo italiano con l’inserimento della direttrice adriatica nelle reti europee TEN-T e dell’investimento sull’alta velocità nel Sud, che sono esempi della nuova visione per il sistema ferroviario italiano, che verrà realizzata con il nuovo contratto di programma 2022-2026 con RFI. 

Il DSMF contiene, inoltre, la descrizione degli assi strategici in materia di mobilità ferroviaria, con particolare riferimento a: programmi di sicurezza e di resilienza delle infrastrutture; programmi di sviluppo tecnologico per aumentare la capacità e migliorare le prestazioni con riferimento alla rete Sistema nazionale integrato dei trasporti (SNIT) di primo e secondo livello; interventi prioritari sulle direttrici e interventi prioritari da sottoporre a revisione progettuale; attività relative al fondo per la progettazione degli interventi e le relative indicazioni di priorità strategica; individuazione delle priorità strategiche relative ai collegamenti di ultimo miglio dei porti e degli aeroporti; localizzazione degli interventi, con la specifica indicazione di quelli da realizzarsi nelle Regioni del Mezzogiorno; le linee strategiche delle sperimentazioni relative alle innovazioni tecnologiche e ambientali; la ricognizione dei fabbisogni per la manutenzione e i servizi per l’infrastruttura ferroviaria; le metodologie di valutazione degli investimenti, con particolare riferimento alla sostenibilità ambientale e sociale e alla accessibilità per le persone con disabilità; i criteri di valutazione delle performance del gestore e delle relative premialità e penalità.

Sul comunicato del Ministero Infrastrutture e Mobilità Sostenibili, riteniamo di dover evidenziare le relazioni del documento strategico con i porti e gli aeroporti.
Porti.
Le 16 Autorità di Sistema Portuale che includono a loro volta i porti di rilevante interesse economico internazionale e nazionale, costituiscono i nodi di 1° livello dello SNIT (Sistema Nazionale Integrato dei Trasporti) del settore portuale. Il sistema portuale nazionale non si esaurisce nello SNIT di primo livello e nei 58 porti di rilevanza internazionale e nazionale che ne costituiscono l’ossatura, ma include altresì i porti marittimi categoria I di cui all’art. 4 della novellata Legge 84/1994 (ovvero i porti e le specifiche aree portuali finalizzati alla difesa militare ed alla sicurezza dello Stato) nonché ulteriori 217 scali minori dedicati prevalentemente alla nautica da diporto, alle attività legate alla pesca ed al trasporto di passeggeri locali e turisti.

Nel documento DSMF sono chiari gli obiettivi per una strategia di lungo termine per porti e aeroporti. Infatti, a livello europeo, la priorità attuale è quella di assicurare la continuità dei Corridoi, realizzando, ove necessario, i collegamenti mancanti, migliorando il grado d’interoperabilità con le reti transfrontaliere e assicurando opportuni collegamenti tra le differenti modalità di trasporto, senza dimenticare l’importanza nella risoluzione dei “colli di bottiglia” esistenti in corrispondenza dei principali nodi urbani.

Quattro dei nove “Core Network Corridor (CNC)” identificati dall’Unione europea attraversano il territorio italiano:

• il Corridoio Mediterraneo attraversa l’intero Nord Italia da Ovest ad Est, congiungendo i nodi di Genova, Torino, Milano, Verona, Venezia, Trieste, Bologna e Ravenna;

• il Corridoio Reno – Alpi connette i valichi di Domodossola e Chiasso con il porto core di Genova passando, in sovrapposizione al corridoio Mediterraneo, attraverso i centri urbani di Milano e Novara. Gli aeroporti Core sono Genova, Milano Malpensa, Milano Linate e Bergamo;

• il Corridoio Baltico – Adriatico collega l’Austria (valico di Tarvisio) e la Slovenia ai porti Core del Nord Adriatico di Trieste, Venezia e Ravenna e Ancona, passando per i nodi urbani di Udine, Padova e Bologna;

• il Corridoio Scandinavo-Mediterraneo attraversa l’intero stivale, scendendo dal valico del Brennero fino alla Sicilia e passando per i nodi urbani di Trento, Verona, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Messina e Palermo. Dieci dei sedici porti core della rete TEN-T italiana fanno parte di
questo corridoio (Ancona, Augusta, Bari, Gioia Tauro, La Spezia, Livorno, Napoli, Palermo, Termini Imerese, Taranto).

Il 14 dicembre 2021 la Commissione europea ha presentato la proposta legislativa di revisione del Regolamento 1315/2013 sugli orientamenti della rete TEN-T: Il testo emendato del regolamento TEN-T prevede lo sviluppo graduale della rete TEN-T in tre fasi temporali: 2030 per la rete Centrale, 2040 per la cosiddetta rete Centrale estesa (extended Core Network) e 2050 per la rete Globale e la conversione delle Autostrade del Mare in un concetto di Spazio Marittimo Europeo con meno vincoli sui porti coinvolti dalle rotte. La proposta comprende, inoltre, l’aggiornamento degli standard e dei requisiti tecnici, le mappe dettagliate delle nuove reti TEN-T sia dei Paesi UE sia dei Paesi vicini, e le mappe dei 9 Corridoi Core ridenominati “European Transport Corridors”che allineano i tracciati degli attuali Corridoi Core con quelli dei Corridoi Ferroviari Merci istituiti dal Regolamento UE 913/2010.

Relativamente alla nuova mappa della rete TEN-T, tra le priorità di assoluta rilevanza per l’Italia, su cui la Commissione si è espressa favorevolmente nel testo, rientrano l’inclusione del porto di Civitavecchia nella rete dei porti Core e il completamento della dorsale adriatica con l’inserimento della tratta da Ancona a Foggia nella rete di rango extended Core sia ferroviaria che stradale. Tale inclusione permette di prolungare il tracciato del Corridoio “Mar Baltico – Mar Adriatico” fino a Bari, creando una connessione strategica con il Corridoio “Scandinavo – Mediterraneo” a nord attraverso il nodo di Bologna e a sud attraverso il nodo di Bari.

Inoltre, sono stata accolte una serie di proposte di tipo tecnico-funzionale per tutte le modalità di trasporto, complementari alle predette priorità, quali:

• l’inclusione del Passante di Mestre nella rete stradale Core;

• l’inclusione della sezione ferroviaria Taranto – Brindisi e le due tratte transfrontaliere ferroviarie “Fossano-Cuneo-Ventimiglia” e “Bressanone (Bolzano) – Villach – Klagenfurt”, rispettivamente con la Francia e con l’Austria, in rete Comprehensive; • l’inserimento degli interporti di Fernetti, Santo Stefano di Magra, Segrate e Agognate nella rete Core, 6 nuovi porti (Capri, Ischia, Ponza, Porto Empedocle, Porto S. Stefano e Procida), 3 aeroporti (Isola D’Elba, Perugia e Rimini) e 8 nuovi terminali (Busto Arsizio, Faenza, Foggia Incoronata, Forlì Cesena Valle Silva, Ortona, Castelguelfo, Pordenone e Portogruaro) nella rete Comprehensive.

Gli aeroporti.
A livello aeroportuale, partendo dallo SNIT 2001, si sono integrati i nuovi orientamenti della Rete TEN-T e i criteri inseriti nel Piano Nazionale degli Aeroporti, soprattutto in relazione alla copertura territoriale del sistema aeroportuale, anche indipendentemente dalla rete “Core”. Di conseguenza, gli aeroporti di Pisa, Firenze, Bari, Lamezia Terme e Catania della rete “Comprehensive” sono stati ritenuti di importanza nazionale e quindi di 1° livello, mentre gli aeroporti di Cuneo, Parma, Rimini, Perugia, Salerno, Taranto e Crotone, pur non figurando nella rete TEN-T, sono stati classificati di 2° livello. In definitiva, lo SNIT contiene 38 strutture aeroportuali, di cui 16 appartenenti alla rete di 1° livello.

Naturalmente tutte le valutazioni sono affidate ai politi e per ulteriori approfondimenti si allega il documento DSMF.

Abele Carruezzo