I porti di Civitavecchia, Brindisi e Livorno pronti per la Enel Logistics

Roma. Tutto è pronto per la realizzazione dei ‘distripark’ in vari porti italiani. Si sono impiegati circa due anni fra progetti e autorizzazione per l’inizio dei lavori.
Enel Logistics, nei porti di Civitavecchia, Brindisi e Livorno, è impegnata nella realizzazione del suo piano strategico e di sviluppo nel campo della logistica merci su aree occupate da centrali elettriche in fase di riduzione della produzione energetica o in via di dismissione.

Fabrizio Scaramuzza, amministratore unico della società, lo rileva nel bilancio 2021 e fa notare che i costi di esercizio dell’anno scorso – per servizi – sono stati di 328 mila euro, mentre i ricavi sono a zero in attesa che si avvii il verso esercizio del proprio business; infatti, la società è nata appena nel 2020.
Da segnalare in bilancio ‘l’integrazione del patrimonio netto’ della società con un versamento in conto/capitale pari a 1,5 milioni di euro da parte di Enel Italia srl, per sopportare l’operatività di Enel Logistics nel prossimo esercizio.
Per il porto di Civitavecchia, Enel Logistics ha avviato un’attività si scouting, in attesa della futura disponibilità delle aree Enel, dopo la phase out dal carbone della centrale di Torrevaldaliga Nord (2021), rispondendo così alle richieste di riconversione e valorizzazione del polo pervenute dal territorio,

E’ stata individuata una possibile area per disporre strutture idonee per la logistica distributiva, ancora in fase di analisi; si sta cercando un potenziale commerciale che possa supportare – in futuro – Enel Logistics nell’individuazione dei clienti nel coordinamento delle attività operative di sito e per lo sviluppo del business logistico.
Per il sito di Brindisi, si legge nel bilancio, 2021, “è stata approvata da parte dell’Agenzia delle Dogane dei Monopoli la perimetrazione della Zona franca doganale (Zfd) interclusa privata, situata nell’area retroportuale di Costa Morena – area di ‘Brindisi Nord’- di proprietà di Enel Produzione Spa. Quest’ultima, inoltre, ha candidato la società Enel Logistics come soggetto gestore della Zfd e a tal proposito la locale Direzione Territoriale della Adm ha comunicato al Comitato di Indirizzo Zona Economica Speciale Adriatica il proprio nulla osta alla suddetta candidatura”.

Così Enel Logistica ha ‘preparato e condiviso con l’Adm un Piano di massima per la valorizzazione della Zfd e ha stipulato con Enel Produzione un contratto preliminare per la locazione delle aree costituenti la Zfd”. La Zona Franca Doganale che sarà gestita da Enel Logistics a Brindisi, nell’area della Centrale Termoelettrica Federico II, dovrebbe vedere la luce entro la fine del 2023. Questo si apprende anche dalla documentazione depositata dalla società e da Enel Produzione al Ministero della Transizione Ecologica per richiedere l’esclusione dal perimetro dell’Aia (Autorizzazione Integrata Ambientale) delle aree interessate dal progetto, che in sintesi sono quelle del deposito combustibili Brindisi Nord e la cosiddetta area Co&Clerici, nelle quali è ricompreso anche l’ex carbonile.

Il primo passo del piano di Enel Logistics, come riferito l’anno scorso sulla riconversione di aree portuali e retroportuali a depositi doganali per container e merci, interesserà due fasi di sviluppo. La prima, giugno del 2023, riguarderà l’area su cui sono presenti, Co&Clerici, l’ex carbonile, depositi temporanei di rifiuti e la palazzina Umc; mentre la seconda fase, fine 2023, comprenderà tre serbatoi (da 100mila, 50mila e 4mila metri cubi), e un oleodotto e una stazione di riscaldamento e pompaggio.

Enel Logistics ha confermato tutto, per la prima fase: cioè sviluppare nello scalo pugliese traffici ro-ro – in particolare per i settori automotive, agrifood, anche di merci ‘refrigerate, in container e/o in colli’, così come di materie prime e semilavorati – offrendo servizi di ‘ricezione di merci, stoccaggio e deposito, movimentazione merci ed eventuali attività di trasformazione e/o perfezionamento’. Tornando alla Zfd di Brindisi e al suo iter, Enel ha anche spiegato che, completata la fase autorizzativa con il comitato di gestione Zes e ottenuto il riconoscimento formale di Enel Logistics quale gestore della Zfd, quest’ultima avvierà il percorso di trasformazione delle aree, per alcune delle quali sono già state avviate le progettazioni. Enel Logistic considera Brindisi come snodo nevralgico per la partenza delle sue attività.

Da osservare che, ultimamente, il presidente dell’AdSPMAM, prof. Ugo Patroni Griffi, durante un convegno, ha dichiarato che: “I porti Zes sono porti con vocazione industriale e che le aree destinate a zone economiche speciali servono per la reindustrializzazione dei territori. Un’area zes non serve per i servizi, non serve per andare a immaginare i villaggi turistici, ma a reindustrializzare il Mezzogiorno. Se questo non si vuole, si esca dalla Zes. Sia molto chiaro per tutti: i nostri porti sono tutti polifunzionali, tutti a ‘destinazione industriale’ in quanto tutti sono asserviti a una Zes. Se ci sono dei territori retroportuali che non gradiscono o non vogliono l’industrializzazione o la reindustrializzazione 4.0, conforme ai dettami dell’economia circolare, della ‘blue economy’, possono contattare il commissario Guadagnuolo e chiedere di uscire dalla Zes per seguire una vocazione turistica o decrescista – è legittimo – senza sottrarre occasioni a territori, e ce ne sono in questa regione, che vogliono crescere”.
Sul porto di Livorno, Enel Logistics progetta che le aree disponibili dovrebbero essere destinate alla movimentazione di traffici di auto.

Enel Logistics spiega nella nota di aver preso “in locazione alcune aree della centrale termoelettrica dismessa ‘Marzoco’ da Enel Produzione Spa, in qualità di proprietaria delle aree. Sono seguiti gli approfondimenti tecnici, ancora in corso, con l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale, sul cambio di destinazione d’uso delle suddette aree, propedeutici all’avvio delle attività di trasformazione delle stesse.

Sul nuovo ‘braccio logistico’ di Enel, si legge ancora nella nota, sono emerse delle criticità sul piano autorizzativo, in quanto l’AdSP MTS ha espresso l’esigenza di un parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici sull’iter da seguire per il cambio di destinazione d’uso ai fini logistici delle aree in oggetto, o se sia necessario un Adeguamento tecnico funzionale. In particolare, l’AdSP non esclude che sia necessario procedere con una variante al Piano Regolatore Portuale, iter più complesso e lungo rispetto all’Atf.

Problemi che porteranno alla soluzione più adeguata per Enel Logistic, al fine di preparare al meglio il suo sbarco nel mondo della logistica nazionale e internazionale.

AGGIORNAMENTO

Riceviamo una nota di aggiornamento in merito ai piani di sviluppo della Enel Logistics sul territorio di Brindisi, e relativo all’articolo pubblicato oggi.

“L’Amministratore unico di Enel Logistics, Fabrizio Scaramuzza, conferma che Il giorno 7 giugno prossimo, il gruppo dirigente della società, con il dipartimento tecnico, incontreranno il presidente dell’AdSPMAM, Prof. Ugo Patroni Griffi, e il commissario della Zes ‘Adriatica’, Ing. Manlio Guadagnuolo, per illustrare il piano di realizzazione per l’insediamento della logistica distributiva merci nella Zona franca doganale interclusa”.

La Zona Franca Doganale che sarà gestita da Enel Logistics a Brindisi, nell’area della Centrale Termoelettrica Federico II, dovrebbe vedere la luce entro la fine del 2023.

Abele Carruezzo