Procura di Genova contesta false certificazioni su navi e traghetti e Codacons chiede il blocco delle navi certificate RINa

Genova. La Procura di Genova, dopo anni, ha chiuso le indagini sulle certificazioni irregolari rilasciate a navi passeggeri e mercantili dal Registro Italiano Navale. Oltre alla RINa Service s.p.a., vi sono altre quindici persone, tra personale della Capitaneria di Porto e comandanti: tutti d’accordo nel falsificare le ispezioni sulla sicurezza a bordo di navi, mercantili e anche traghetti passeggeri; i capi d’imputazione ipotizzati dalla Procura sono 17. Le accuse, per tutti, sono di falso in atto pubblico perché nonostante guasti e problemi riscontrati sui mercantili sarebbero state rilasciate comunque le certificazioni di sicurezza.

Verbali di visita alle sale macchina falsificati; documenti informatici soppressi; accessi abusivi e distruzione di dati. Episodi incresciosi che riguardano anche i falsi verbali sulla nave Jolly Nero, la portacontainer della Compagnia Messina, che nel maggio 2013 urtò la torre piloti del porto di Genova facendola crollare e causando la morte di nove persone.

Secondo il PM la nave, certificata dal RINa e ispezionata dalla Capitaneria, era salpata con documenti non veritieri e con avarie a vari apparecchiature di bordo. Il giro delle certificazioni ‘aggiustate’ era stato scoperto dagli investigatori della Guardia di Finanza. Tra gli altri episodi contestati anche le false certificazioni per il Norman Atlantic: il traghetto prese fuoco nel 2014 durante la navigazione sulla tratta tra Igoumenitsa e Ancona e morirono nove persone. Nel 2017 due funzionari della Capitaneria erano stati sospesi mentre due ingegneri del Registro Navale erano finiti ai domiciliari.

Intanto, il Codacons scende in campo e ieri ha chiesto al Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili e al Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto di bloccare con effetto immediato la navigazione delle imbarcazioni certificate da RINa.

“Secondo quanto riportato dai mass media, dall’inchiesta della Magistratura – si legge nella richiesta del Codacons – sarebbe emerso che Comandanti di navi, Ispettori dell’Ente di certificazione RINa e Ufficiali della Capitaneria si sarebbero accordati per falsificare l’esito delle verifiche sulla sicurezza a bordo di mercantili e traghetti”.

“Un’ipotesi che, qualora fosse confermata, continua Codacons, getterebbe un’ombra inquietante sulla sicurezza del trasporto marittimo in Italia. Per tale motivo l’Associazione, dopo la chiusura delle indagini della Magistratura e a seguito delle gravi contestazioni mosse, chiede al Ministero delle Infrastrutture e a tutte le Capitanerie di bloccare nei porti le navi sottoposte a certificazione RINa e di sottoporle con urgenza ad un collaudo di riscontro da parte del Mims, in modo da evitare danni agli armatori garantendo al contempo la tutela dell’incolumità dei passeggeri delle imbarcazioni e la difesa dell’ambiente, al fine di evitare incidenti in mare che potrebbero essere dannosi per l’ambiente marino”.

Abele Carruezzo