EU ETS, European Union Emissions Trading System, le Associazioni dello shipping europeo scrivono al Parlamento europeo

Foto da European Council

Bruxelles. Gli analisti e tecnici, in vari convegni dedicati, hanno da sempre focalizzato quali prospettive future, in termini economici, potrà determinare l’inclusione del trasporto marittimo nel sistema di scambio delle quote di emissione (EU ETS, European Union Emissions Trading System) dell’Unione Europea, proposto dalla Commissione Ue circa un anno addietro. Il 14 luglio 2021, la Commissione Europea ha presentato il suo pacchetto ‘Fit for 55’. E’ un sistema ‘cap and trade’ in cui è posto un limite, un ‘cap’, al diritto di emettere determinati inquinanti su un’area e le aziende possono scambiare i diritti di emissione all’interno di tale area.

Ieri, con una lettera congiunta le Associazioni europee che rappresentano armatori, porti, settore crocieristico, cantieri navali, produttori di attrezzature, fornitori di carburante, caricatori, spedizionieri e operatori portuali hanno sollecitato gli Stati membri dell’UE e il Parlamento europeo a destinare al settore marittimo i proventi generati dall’inclusione del settore marittimo nell’UE ETS, il sistema di scambio delle quote di emissione dell’UE. In particolare, hanno chiesto che gli introiti siano destinati a ridurre il divario di prezzo fra i combustibili navali convenzionali e quelli puliti, a finanziare la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione e l’aumento e la diffusione di energia e tecnologie pulite a bordo e a terra.

Nella lettera le Associazioni evidenziano che dovrebbero essere sostenuti anche gli investimenti nelle infrastrutture portuali, nella connessione alla rete elettrica di terra, nello stoccaggio dell’energia e nella diffusione delle energie rinnovabili. Per raggiungere gli obiettivi climatici dell’UE, secondo le Associazioni è essenziale anche il sostegno alla formazione, al miglioramento delle competenze e alla riqualificazione dei lavoratori marittimi.

Sotiris Raptis, Segretario generale dell’Associazione Armatoriale Europea ECSA: “L’industria marittima oggi parla con una sola voce e invita gli Stati membri e il Consiglio a destinare le entrate dell’ETS a sostenere la transizione energetica del settore marittimo. L’80% degli attuali ricavi ETS sono già utilizzati per la transizione energetica dei settori ETS. Il Consiglio e il Parlamento hanno già stanziato le entrate per il trasporto aereo nell’ambito dell’attuale revisione dell’ETS. Il settore marittimo deve essere messo su un piano di parità, tenendo conto che il nostro settore è uno dei più difficili da decarbonizzare”.

Isabelle Ryckbost, Segretario generale dell’Associazione dei Porti Europei ESPO: “Rendere più ecologico il settore marittimo implica ingenti investimenti sia a bordo delle navi sia nei porti, mentre il ritorno sull’investimento è limitato e incerto per gli Enti che gestiscono i porti. La creazione di un fondo dedicato che sostenga la diffusione di infrastrutture per combustibili a basse e zero emissioni di carbonio sia a bordo della nave sia a terra è quindi fondamentale per raggiungere gli obiettivi per cui l’EU ETS è progettato”.

Marie-Caroline Laurent, Direttore generale di CLIA Europe: “Il settore crocieristico sta facendo enormi investimenti in nuove tecnologie per ridurre la propria impronta di carbonio. Un fondo dedicato generato dalle entrate dell’ETS accelererà gli sforzi del settore per distribuire combustibili marini sostenibili e sosterrà l’introduzione delle necessarie infrastrutture portuali”.

Christophe Tytgat, Segretario generale di SEA Europe, (Cantieri Navali Europei): “I fondi sono importanti per il settore navalmeccanico europeo. L’industria della tecnologia marittima europea sviluppa le navi e le tecnologie più avanzate sul mercato. La destinazione delle entrate dell’EU ETS sarà di fondamentale importanza, in quanto accelererà l’innovazione e amplierà l’applicazione di combustibili e tecnologie più sostenibili, rafforzando anche il ruolo guida dell’Europa”.

Tutte le Associazioni rinnovano la richiesta all’Unione europea di aumentare la pressione sull’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO) affinché compia progressi nello sviluppo di tale misura basata sul mercato globale. Comprendere le differenze di un ETS marittimo europeo che copre le emissioni dei viaggi all’interno dell’UE e le emissioni all’ormeggio, insieme alla metà delle emissioni dei viaggi extra UE (sia in entrata sia in uscita). Evitando così per le navi di rientrare nell’ambito di applicazione dell’ETS dell’UE, facendo scalo, ove possibile, in porti limitrofi non UE al fine di ridurre al minimo i costi.
Le Associazioni firmatari della lettera sono ECSA, Advanced Biofuels Coalition, CLECAT, CLIA, ENMC, eFuel Alliance, ESC, ESPO, EWABA, FEPORT e SEA Europe.

Abele Carruezzo