Acque offshore di gas contese tra Libano e Israele

(Foto courtesy Energean: la FPSO Energean Power transita il Canale di Suez in rotta verso il campo Israel’s Karish).

Finalmente Israele e Libano raggiungono un accordo per dividere le acque offshore ricche di gas.

Tel Aviv. Israele e Libano, dopo anni di dibattito, hanno raggiunto un accordo sulla definizione e ubicazione dei loro confini marittimi. Israele ha dato il suo cenno preliminare positivo domenica scorsa sul ‘compromesso’ che delimita un confine marittimo con il Libano che potrebbe portare a una soluzione in un’area marittima contesa.

Le due nazioni, che non hanno relazioni diplomatiche, hanno negoziato i termini dell’accordo con l’inviato statunitense Amos Hochstein, che ha fatto la spola avanti e indietro per parlare con ciascuna parte.

Nei termini finali, Israele manterrà il controllo del giacimento di gas di Karish, che è in fase di messa in servizio e sta per entrare in funzione.

La linea di demarcazione passerà al Libano il controllo dell’adiacente giacimento di gas di Qana, sebbene Israele manterrà una partecipazione nel suo sviluppo e riceverà i pagamenti dei dividendi dall’operatore TotalEnergies che ha stipulato il contratto di locazione del campo di Qana.

Il presidente del Libano, Michel Aoun, ha affermato in una dichiarazione la propria soddisfazione: “La versione finale dell’offerta soddisfa il Libano, soddisfa le sue richieste e preserva i suoi diritti sulla sua ricchezza naturale”.

I Governi di entrambi i Paesi dovranno ratificare l’accordo prima che sia finalizzato e quel processo deve affrontare una certa incertezza.

Infatti, i critici dell’accordo notano che Hezbollah, gruppo terroristico che secondo gli Stati Uniti è strettamente collegato con lo Stato libanese, avendo definito l’accordo ‘un passo molto importante’, il gruppo potrebbe beneficiare delle entrate delle vendite del gas. Hezbollah ha combattuto Israele in una guerra del 2006 e rimane ostile al vicino meridionale del Libano.

Come segno delle potenziali incertezze, l’ex premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha accusato il primo ministro Yair Lapid di “arrendersi al ricatto di Hezbollah” accettando l’accordo.

Se approvato da entrambe le parti, il compromesso apre la strada allo sviluppo sia di Karish, sia del campo di Qana, aumentando le forniture per la regione e aprendo alla potenziale capacità per nuove esportazioni verso i mercati europei, in crisi energetica a causa dell’invasione russa dell’Ucraina.

L’accordo potrebbe portare nelle casse del Libano miliardi di dollari in entrate energetiche, salvando così le sue difficoltà finanziarie.

“L’energia, in particolare nel Mediterraneo orientale, dovrebbe fungere da strumento per la cooperazione, la stabilità, la sicurezza e la prosperità, non per il conflitto”, ha affermato il presidente degli Stati Uniti Joe Biden. “L’accordo annunciato ieri da entrambi i Governi prevederà lo sviluppo di campi energetici a beneficio di entrambi i Paesi, ponendo le basi per una regione più stabile e prospera”.

Abele Carruezzo