I container continuano a bruciare al porto di Iskenderun

Il porto di Iskenderun è stato decimato, probabilmente fermo per mesi

Iskenderun. Nonostante le notizie secondo cui è stato estinto, l’incendio dei container nel porto di Iskenderun continua a bruciare nel suo secondo giorno, secondo l’Amministrazione Municipale della Città Metropolitana di Istanbul.

Mezzi aerei marittimi sono ancora impegnati nelle operazioni di spegnimento dei container appilati sul piazzale del porto di Iskenderun.

Due giorni d’impegno continuo h24, dopo che la Turchia ha subito un violento terremoto che ha raso al suolo gran parte della città portuale, con un aumento esponenziale del bilancio delle vittime.

Il terremoto di magnitudo 7.8 Richter ha colpito il sud della Turchia lunedì e ha avuto un impatto significativo sul porto di Iskenderun, facendo cadere pile di container e provocando ‘gravi danni strutturali’ all’ infrastruttura portuale. L’incendio è scoppiato al centro dell’area di stoccaggio dei container lunedì sera e si è diffuso ampiamente durante la notte, nonostante gli sforzi antincendio militari e civili

L’Aviazione turca è stata schierata ieri per cercare di spegnere le fiamme al terminal container distrutto, ma l’incendio continua a infuriare ancora, mentre la Guardia Costiera turca ha schierato una nave per fornire acqua dalla banchina.

Il porto di Iskenderun movimenta circa 40.000 teu al mese. Si trova sulla costa mediterranea, nella provincia meridionale di Hatay, dove più di 1.200 edifici sono stati distrutti dal terremoto. La città si trova a circa 120 km dall’epicentro del sisma.

“Non è ancora noto quanto tempo impiegheranno gli sforzi di recupero e quando il porto potrà essere sottoposto a un’ispezione completa del danno”, ha dichiarato il portavoce della Maersk in una nota. Le operazioni si sono fermate anche al gigantesco terminal petrolifero di Ceyhan, che riceve il greggio tramite oleodotto dall’Iraq e dall’Azerbaijan e lo carica sui VLCC per l’esportazione. I gasdotti sono stati chiusi in via precauzionale mentre continuano le ispezioni.

Le principali Compagnie di navigazione hanno già iniziato a deviare le loro navi container dirette a questo porto verso altre località alternative nel Mediterraneo orientale, come Mersin; le previsioni di ripristino delle normali operazioni sul porto parlano che dovrebbe restare fuori servizio per mesi.

Si prevede che l’incendio, insieme ai gravi danni strutturali al porto, provocheranno richieste d’indennizzo assicurativo per centinaia di milioni di dollari in quella che probabilmente sarà la più grande profanazione del porto dalle esplosioni registrate a Beirut nel 2020.

Abele Carruezzo

(Foto courtesy by Istanbul Metropolitan Municipality)