Ancora su pesca ricreativa e sportiva

Il decreto del Ministero delle Politiche per le Attività Agricole, Alimentari e Forestali del 6 dicembre 2010 ha lo scopo di promuovere la rilevazione della consistenza della pesca sportiva e ricreativa in mare; sapere quali sono le attività di pesca ed in quali regioni si praticano, anche con l’ausilio delle associazioni di settore. Cioè, sapere quanti/dove/come esercitano queste attività, e questo ai fini della sicurezza della vita umana in mare e la salvaguardia dell’ambiente marino è cosa buona. Il fatto innovativo e democratico è che la comunicazione in Capitaneria diventa “titolo” per l’esercizio della pesca. Si informa che in alcuni Stati Membri dell’UE per ogni permesso/licenza e/o comunicazione bisogna sostenere un esame per dimostrare conoscenze e competenze su queste pratiche-marinaresche-marinare. In più, chi non ottempera – in Italia, diritto/dovere a metà – alla comunicazione, se soggetto a controlli, dovrà adempiere agli atti entro 10 giorni per non incorrere in sanzioni. Le associazioni possono dare un serio contributo alla promozione  di una pesca più cosciente e consapevole dei propri associati. Altra riflessione importante è che non fa differenza il pescare in mare, barca, pesca in apnea: tutti sono obbligati dichiarare la l’attività di pesca in mare al Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e alla Capitaneria di Porto della zona; ultima riflessione è che la “comunicazione” ha validità triennale. La dichiarazione al Ministero è tramite internet su apposito modulo e la vidimazione avviene  in Capitaneria della zona in cui si esercita questa attività. Il decreto è per chiunque eserciti la pesca sportiva e ricreativa in mare, di qualunque età, anche se volesse pescare un solo giorno all’anno; ogni pescatore dovrà portare con se tale comunicazione; per i pescatori in apnea sarà necessario munirsi di contenitore stagno da appendere alla boa da sub o a bordo dell’imbarcazione/assistenza sub.

Abele Carruezzo