Volvo Ocean Race: ultima tappa, per dare il tutto per tutto

LORIENT – E’ partita oggi l’ultima e nona tappa della Volvo Ocean Race 2014/15, da Lorient in Bretagna a Goteborg in Svezia, con pit-stop all’Aja, in Olanda. Primi a uscire dal percorso sulle boe gli olandesi di Team Brunel, tallonati dagli spagnoli di MAPFRE, ma le prossime 960 miglia che attendono i sette team saranno intense, decisive e piene di ostacoli e possibili sorprese. Dove i team si giocheranno il tutto per tutto.

Una bellissima partenza, quella odierna, con un vento intorno ai 12 nodi di intensità, sole e molto pubblico a seguire le evoluzioni delle sette barche sul percorso sulle boe, prima di affrontare il tratto costiero nella Baia di Quiberon e puntare le prue verso il mare aperto. Un pezzo di storia anche la barca comitato, il celeberrimo Tara che fu di Sir Peter Blake.

Con Team SCA e Team Alvimedica in anticipo, e quindi costrette a tornare sulla linea, sono stati gli olandesi di Team Brunel e gli spagnoli di MAPFRE ad animare le prime fasi, protagonisti quasi di un match-race, inseguiti da Team Vestas Wind. Mai poi è entrata in gioco la conoscenza del campo di regata da parte di Charles Caudrelier e dei suoi compagni francesi, che proprio in queste acqua hanno iniziato a navigare. Anche le prime 130 miglia, lungo la costa della Bretagna potrebbero essere importanti per chi le conosce bene. Tuttavia, la tappa sarà tutta da seguire perchè la posta in palio è altissima, con quattro barche che possono aspirare a un posto sul podio finale.

“Dobbiamo solo batterli tutti, allora è facile” ha detto Bouwe Bekking skipper di Team Brunel. “Non abbiamo una strategia precisa, ma naturalmente terremo d’occhio tutti gli avversari. Sarà bello tornare a casa, (a l’Aja) ma sappiamo che è solo un pit-stop e la cosa importante è l’arrivo a Goteborg.” Iker Martínez skipper di MAPFRE, che oggi ha compiuto 38 anni, pensa che la tappa sia irta di sfide. “Ci sono un sacco di scogli, e la priorità numero uno è non prenderne. Ci sarà anche un sacco di corrente e non è semplice capire quale sarà il punto chiave della tappa. Dopo L’Aja potrebbe esserci una regata totalmente diversa, in ogni caso meglio essere davanti.” D’accordo anche Charlie Enright di Team Alvimedica che ha aggiunto “E’ una situazione complicata, ma almeno sappiamo che è complicata!”.

“Tutto è un ostacolo.” Ha detto l’espertissimo navigatore di Team Brunel Andrew Cape. “Ci sono scogli dappertutto, banchi di sabbia, fattorie eoliche, navi e canali di transito commerciale: Questa tappa potrebbe decidersi dopo aver passato la punta della Bretagna, ci saranno corrente e vento leggero, credo sarà uno dei momenti critici.” Una presentazione abbastanza sincera della nona tappa. Ma ci potrebbero essere altri punti chiave nella tappa, come crede Pascal Bidégorry, navigatore di Dongfeng Race Team. “Stare verso la costa inglese o quella francese, dopo la punta della Bretagna? Ci sono anche delle zone di esclusione da evitare, complesso.”

In effetti gli organizzatori hanno stabilito diverse zona interdette alla navigazione. “Abbiamo definito tutte le TSS (Traffic Separation Schemes) e le exclusion zones” Ha spiegato il direttore della regata neozelandese Jack Lloyd. “Abbiamo 17 zone di esclusione da Lorient a Goteborg. Tutti i team sono stati informati e hanno avuto le istruzioni di regata aggiornate. Restringono un po’ la tappa, ma con le previsioni meteo che abbiamo, si potrebbero aggiungere delle ore, certo non dei giorni.”

L’arrivo all’Aja è previsto nella serata di giovedì 19 giugno o bella mattinata di venerdì 19. Le sette barche, dopo il pit-stop ripartiranno nello stesso ordine e con lo stesso distacco con cui sono arrivate, con il primo start previsto per le 12.00 di sabato 20 giugno.

La Leg 9, da Lorient a Goteborg – Lunghezza teorica 960 miglia

Secondo il meteorologo della regata, Gonzalo Infante, la nona tappa potrebbe essere la più dura di tutto il giro del mondo e la novità del pit-stop a l’Aja potrebbe ulteriormente scombussolare i giochi. La tappa con le sue 960 miglia è la seconda più corta del percorso, dopo l’ottava, e può essere considerata uno sprint ad alta tensione. Inoltre, i tratti di navigazione costiera, le zone di esclusione, le forti correnti e una meteo variabile potrebbero aggiungere ancora più stress ai sette team, soprattutto per i navigatori.

Nel primo tratto la flotta deve navigare lungo la costa bretone e cercare di entrare in fase con il ritmo delle maree e delle correnti della Manica, il secondo tratto della tappa. Nella Manica, infatti, le correnti sono molto forti, possono raggiungere anche i 3 o 4 nodi di intensità, e persino di più in prossimità della costa. La corrente entra da ovest a est per sei ore e poi ritorna in senso contrario.

I team quindi hanno circa sei ore di corrente favorevole e sei ore di contraria, e ciò avviene sia nel canale di Dover che nel Mare del nord, dove tuttavia la corrente arriva da settentrione e quindi cresce da nord a sud. Un’ulteriore fattore di complessità per i navigatori. L’ingresso nel Mare del Nord avviene dopo il pit-stop dell’Aja. Si tratta di una zona dove sono presenti moltissimi ostacoli dati dagli impianti petroliferi e diverse fattorie eoliche e dove la meteo può essere variabile, portando a strategie aggressive.

Le ultime miglia, intorno alla punta della Danimarca, oltre il Kattegat e fino a Goteborg si presentano come un’area geografica completamente separata dal Mare del Nord con condizioni meteo molto “locali”. E’ una zona dove potenzialmente si potrebbe assistere a capovolgimenti di fronte e che in passato ha dato vita a arrivi molto serrati, quindi un’eventualità che potrebbe ancora presentarsi. Una tappa complessa e tutta da seguire.