Cina e Brasile: no all’IMO per la salvaguardia dell’ambiente

Navi più grandi e più lente arriveranno a dominare il commercio internazionale a causa delle condizioni imposte dalla normativa ambientale delle Nazioni Unite, dell’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO) e della Marine Environment Protection Committee (MEPC), il programma di applicazione di cui la Cina e Brasile si oppongono.

“Gli Ocean carrier non saranno più in grado di soddisfare  tutti gli ordini di trasporto che desiderano, poiché, parte di questi già prenotati recentemente, mentre per i prossimi, occorrerà rispettare le nuove normative che sicuramente genereranno crisi”, ha detto Matthew Beddow of London’s Containerisation International.

“Il prossimo passo, per salvare il pianeta dall’inquinamento, lo subirà lo shipping con l’imposizione di una tassa sul carbonio. Il livello della tassa potrebbe essere legata a misure fin dal primo disegno di navi (design di efficienza energetica) EED”, ha detto il rappresentante della IC di Londra.

Dalle nuove regole delle Nazioni Unite, non si comprende chi sarà responsabile della gestione globale di questi provvedimenti; anche se è prevista la discussione nella prossima Convenzione quadro delle UN sui cambiamenti climatici UNFCCC (United Nations Framework Convention on Climate Change) di Durban a fine anno, coinvolgendo anche l’IMO.

Infatti, le regole ONU non sono automaticamente leggi, se non approvate dagli Stati membri, come è successo con il nuovo capitolo 4 dell’Allegato VI della MARPOL (MARitime POLlution) che prevedeva e prevede, per le nuove costruzioni di navi, di ogni categoria, il rispetto degli indici di disegno navale di efficienza energetica (EEDI); cioè navi grandi e più lente, compresi anche i pescherecci.

La riunione, del 25 luglio scorso, ha visto 49 delegati di Stati membri votare queste nuove misure restrittive, con due astenuti e cinque contrari, tra cui la Cina ed il Brasile. Queste nuove regole si applicano a tutte le navi di stazza lorda  uguale o superiore a 400 tonnellate e si prevede l’entrata in vigore dal primo gennaio 2013.

E’chiaro che sono previste deroghe per le navi già  impostate “in chiglia” e che si trovano in stadio di costruzione avanzato. Il nuovo  4 capitolo, della Convenzione Marpol Allegato VI, inoltre costringerebbe gli armatori ad uniformare tutte le navi esistenti al Piano Energetico dell’IMO Ship Management Efficiency (SEMP).

Per la International Chamber of Shipping, questo “significa le best-practices per un adeguato consumo di carburante delle navi, come ad esempio una migliore gestione della velocità durante un viaggio. Misure di efficienza tali da ridurre notevolmente il consumo di carburante e, di conseguenza, le emissioni di CO2”.

Abele Carruezzo