UE: marittimi digitali cercasi

BRUXELLES – Che l’Unione Europea fosse impegnata a promuovere l’uso delle tecnologie informatiche avanzate in tutte le relazioni economiche del settore dei trasporti marittimi, è un dato di fatto acquisito. Quello che non si comprende è la diversa tecnologia e la diversità di tanti software escogitati in proprio che operano nei vari porti.

Se nel campo dell’e-navigation l’IMO si è molto spesa a standardizzare le costruzioni di strumentazione tecnologica e informatica (dal radar alla cartografia elettronica e piani di carico di navi computerizzati), obbligando gli equipaggi a continua formazione, nel campo economico-marittimo stanno mancando dei protocolli internazionali da adottare nella gestione di tutte le fasi del processo del trasporto marittimo e per tutti i vari scambi di dati economici fra compagnie di navigazione ed i relativi scali portuali, oggi ri-denominati “smart”.

Sull’altro versante, quello dell’umano, il forte emergere delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione sta plasmando la nostra vita in genere e professionale in particolare.

Internet ha drammaticamente colpito posti di lavoro e pratiche aziendali in tutti i settori professionali. Il mare d’internet, navigabile da tutti i nativi digitali, sta obbligando le organizzazioni imprenditoriali dello shipping a cercare modi e modalità per realizzare appieno i benefici per essere sempre più competitivi con azioni sostenibili. Ai classici strumenti del carteggio nautico, squadretta e compasso, abbiamo sostituito dei line-bearing elettronici con le relative  zoomate cartografiche; mentre sappiamo tutti che le procedure amministrative di trasporto marittimo sono complesse, in termini di tempo e, ancora oggi, sono spesso fatte su carta.

I principali porti europei, e non solo, hanno adottato sistemi d’informazione avanzati che sicuramente garantiscono qualità ed efficienza con considerevoli guadagni di tempo per una nave. Tuttavia, ancora non si è raggiunta quell’interoperabilità necessaria tra sistemi informativi portuali limitando il potenziale di nuovi servizi ed economie di scala. I piccoli porti, poi, ancora non sono operativi con la trasmissione elettronica dei dati a tutti, per cui per ogni porto scalato le compagnie di navigazione devono inserire gli stessi dati più volte e spesso manualmente, con conseguente duplicazione ed errori a catena.

Non solo internet sta cambiando il modo di fare business, ma anche il modo di comunicare con i nostri social network,  come si ricerca informazioni, ed anche il modo di apprendere nuove abilità per le professioni del mare e relative opportunità di shipping . Per la generazione “internet”, l’accesso al cyberspazio è un must. In futuro l’Europa avrà bisogno di marittimi europei abili ed esperti. Questo sarà possibile solo se ai futuri marinai saranno offerte le stesse possibilità per imparare come tutte altre professioni a terra.

Abele Carruezzo