Corridoio Adriatico, l’intesa si ferma sempre a Bari

Pescara. Protocollo d’intesa per garantire lo sviluppo delle Regioni Abruzzo, Marche, Molise e Puglia (presidente Emiliano assente per problematiche gestioni anticovid-19).  In particolare si è deciso di intervenire sui temi legati al potenziamento della dorsale adriatica centromeridionale.

Il coordinatore dei presidenti delle quattro Regioni adriatiche, Marco Marsilio, presidente della Regione Abruzzo, è convinto che occorra una nuova iniziativa (protocollo d’intesa) per proporre al Governo nazionale e, per il suo tramite, all’Europa, il tema del recupero del divario infrastrutturale che la dorsale adriatica centromeridionale subisce da moltissimi anni. Infatti, – ha aggiunto Marsilio  –  “ se con l’Unità d’Italia è nata la questione meridionale, cioè il divario tra nord e sud, nel corso del tempo è emerso anche quella legata al gap tra est ed ovest. La dorsale tirrenica, – ha spiegato – facendo leva sull’esistenza di metropoli come Roma e Napoli e su quella di grandi centri urbani, si è via via avvantaggiata secondo una logica costi-benefici”. “Negli anni, – ha ribadito Marsilio – questo divario ha fatto in modo che, mentre sulla dorsale tirrenica, i treni corrono fino a 300 chilometri all’ora, sul versante adriatico non raggiungono neppure i 200 chilometri all’ora.

Gli interventi che intendiamo sollecitare possono portare i treni, nell’immediato, a raggiungere almeno i 200 chilometri all’ora di media sull’intero tracciato per poi aprire un capitolo di trattativa con il Governo per progettare una vera nuova Alta Velocità che possa diminuire le differenze sia in relazione al trasporto merci che per quello del trasporto dei passeggeri. Questo – ha spiegato Marsilio – sia nell’ottica di favorire il turismo che per lo sviluppo dei traffici commerciali”. “Visto che l’emergenza Covid-19 sta provocando una risposta sia da parte del Governo nazionale che dell’Europa, puntiamo – con questo protocollo ha concluso Marsilio – ad inserirci nel dibattito legato al piano di resilienza e recupero che si sta facendo a livello nazionale con la forza di quattro Regioni che mettono insieme circa 7 milioni di abitanti, più del 10 per cento della popolazione italiana”.

I punti salienti del protocollo d’intesa partono dalla considerazione che lo sviluppo della Rete TEN-T è stabilito nel regolamento UE n. 1315/2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’11 dicembre 2013, in cui sono specificate le priorità per la realizzazione della rete che presenta una struttura a doppio strato, consistente pertanto in una rete globale (comprehensive) e una rete centrale (core). Anche con questo protocollo non si vuole riconoscere la capacità trasportistica funzionale del Porto di Brindisi; per questo i presenti l’assessore pugliese con delega ai Trasporti, Giovanni Giannini e il Capo Gabinetto di Emiliano, Claudio Michele Stefanazzi, hanno sottolineato l’importanza, articolo 2 del protocollo, della priorità  di incorporare nelle TEN-T l’intera dorsale adriatica, con particolare riferimento alla sezione “Ancona – Bari”, sia con modalità ferroviaria e sia stradale per rafforzare la competitività dell’Europa e, in particolare, della Regione Adriatico – ionica.

Si chiede anche il prolungamento della terza corsia autostradale A14 fino a Lecce/Taranto, aggirando sempre Brindisi (e l’A14 non era fino Taranto?); si abbandona così  l’arteria della S.S. 379+s.s.16 (Bari-Brindisi-Lece) al proprio declino in preda al traffico oramai sempre intenso e non più sostenibile, aumentandone il gap infrastrutturale tra Nord barese e Salento. L’unica cosa certa è l’istituzione di un’altra sovrastruttura burocratica composta da  – un gruppo di lavoro tecnico, composto da rappresentanti delle strutture specialistiche di ciascuna Regione -; da un Comitato di coordinamento istituzionale, composto dai Presidenti e/o Assessori competenti per ratione materiae delle Parti e un coordinatori d’intesa individuato nella regione Abruzzo.

Abele Carruezzo