L’Italia nuova di Draghi

Roma. Nel presentare alla Camera il Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza, il Presidente Draghi ha invitato tutti a leggerlo con gli occhi dei giovani che hanno diritto a un futuro di piena soddisfazione per i loro studi, professione, lavoro, casa senza distinzione di genere. L’impegno di Draghi e di tutto il Governo sarà di aggiornare le strategie nazionali in tema di sviluppo e mobilità sostenibile; ambiente e clima; idrogeno; automotive; filiera della salute.

L’Italia deve combinare immaginazione, capacità progettuale e concretezza, per consegnare alle prossime generazioni un Paese più moderno, all’interno di un’Europa più forte e solidale.
Il Piano, che si articola in sei Missioni e 16 Componenti, beneficia della stretta interlocuzione avvenuta in questi mesi con il Parlamento e con la Commissione Europea, sulla base del Regolamento RRF (Recovery and Resilience Facility – Dispositivo per la ripresa e la resilienza).

Le sei Missioni del Piano sono: digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione; salute. Il 40 per cento circa delle risorse territorializzabili del Piano sono destinate al Mezzogiorno, a testimonianza dell’attenzione al tema del riequilibrio territoriale. Per il Governo Draghi – “se cresce il Sud, cresce l’Italia” – l’attenzione sarà rivolta ad una efficienza/efficacia della rete ferroviaria, compresa l’alta velocità, ed a una valorizzazione dei sistemi portuali del Mezzogiorno, veri competitor nel Mediterraneo.

“Sono previste tre tipologie di azioni – ha rimarcato Draghi -: le riforme orizzontali, le riforme abilitanti e le riforme settoriali. Le riforme orizzontali, o di contesto, consistono in innovazioni strutturali dell’ordinamento; le riforme abilitanti, anche queste misure di contesto , cioè interventi funzionali a garantire l’attuazione del Piano e in generale a rimuovere gli ostacoli amministrativi, regolatori e procedurali che condizionano le attività economiche e la qualità dei servizi erogati ai cittadini; all’interno delle singole Missioni troviamo le riforme settoriali, cioè le misure consistenti in innovazioni normative relative a specifici ambiti di intervento.”

“Sullo sviluppo del sistema portuale – ha rilevato il Presidente Mario Draghi – i progetti riguardano interventi di riforma sui porti che, insieme agli investimenti previsti a valere sui fondi nazionali, sono finalizzati a garantire l’intermodalità con le grandi linee di comunicazione europee, sviluppando collegamenti con i traffici oceanici e con quelli intermediterranei, aumentando la dinamicità e la competitività del sistema portuale italiano, in un’ottica di riduzione delle emissioni climalteranti.”

“Tali investimenti, ha detto Draghi, sono legati ad una previsione di aumento dei volumi di passeggeri un aumento dei volumi di passeggeri e di merci (crociere, traghetti, ro-ro e ro-pax) liberando una mobilità stradale ormai troppo compromessa. Questo comporterà una creazione di posti di lavoro, non solo nelle aree portuali ma anche nell’entroterra, stimolando lo sviluppo economico sia a livello locale che nazionale.”

Ha riferito, poi, sulla “Semplificazione delle procedure per il processo di pianificazione strategica” al fine di ottenere una visione strategica unitaria del sistema portuale italiano; è previsto sarà l’aggiornamento della pianificazione portuale sia a livello del Documento di Pianificazione Strategica di Sistema (DPSS) sia a livello di Piano Regolatore Portuale (PRP). Sulle concessioni portuali – il regolamento – l’obiettivo da perseguire sarà quello di definire le condizioni sulla durata stessa della concessione, i poteri di vigilanza e controllo delle autorità concedenti, le modalità di rinnovo, il trasferimento degli impianti al nuovo concessionario al termine della concessione e l’individuazione dei limiti minimi dei canoni a carico dei concessionari.

Sulle procedure di autorizzazione per gli impianti di cold ironing, il Piano propone una procedura semplificata per tali infrastrutture, finalizzate alla fornitura di energia elettrica da terra durante la fase di ormeggio delle navi (finanziati con fondi complementari al PNRR). E’ prevista la digitalizzazione dei sistemi logistici, inclusi quelli aeroportuali, per il dovuto rilancio del settore, grazie anche all’utilizzo di nove soluzioni tecnologiche; si spera anche a breve in una riforma della legge sugli interporti per compensare il divario tra Nord e Sud d’Italia. e rendendo le infrastrutture logistiche come un ‘unicum di nodi e di reti’.

Solo attraverso un’efficace opera di digitalizzazione per garantire: – procedimenti “just in sequence”; – “industrializzazione” della catena di trasporto tra aeroporti, porti marittimi, dry ports; – “modularità” e standardizzazione necessaria per gestire grandi numeri di merci sbarcate nei porti. Non si parla nel Piano di rinnovo delle flotte navali (soprattutto traghetti, bettoline Gnl e altri mezzi costieri) e non si fa riferimento all’autoproduzione del lavoro portuale, cioè carico/scarico, trasbordo e movimento merci che gli armatori preferirebbero utilizzare gli equipaggi delle loro navi. “L’Italia nel condividere questo Piano, ha concluso il presedente Draghi, avrà sicuramente un futuro progettuale e concreto, rigenerando il suo ruolo di ‘fondatore’ in un’Europa più forte e solidale.

Abele Carruezzo