XVIII Rapporto ICE-Prometeia: “Evoluzione del commercio con l’estero per aree e settori”

Roma. Nel 2021 il commercio internazionale ripartirà del 7,6% in volume e la ripresa si consoliderà nel 2022 con un’ulteriore crescita del 5,3%, riportando le importazioni dei mercati analizzati sui livelli prima della crisi. È quanto emerge dal XVIII Rapporto: Evoluzione del commercio con l’estero per aree e settori realizzato da ICE, Agenzia in collaborazione con Prometeia. Lo studio è stato oggi introdotto dal Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale On. Luigi Di Maio, e illustrato da Carlo Ferro, presidente di ICE Agenzia, con Alessandra Lanza, Senior Partner di Prometeia, presso la sede milanese di ICE Agenzia.

Dopo un’ampia analisi per settori concernenti il 2020 si evidenzia come gli scambi commerciali internazionali hanno avuto un ruolo importante nell’arginare la diffusione dell’epidemia. Il settore più collegato all’emergenza sanitaria è stato la Chimica farmaceutica per una domanda internazionale cresciuta dell’8%; altri settori trainanti sono stati quelli della mobilità, della meccanica in particolare e nel settore dei consumi quello del sistema moda e arredo.

La crisi del 2020 ha modificato i fattori competitivi che favoriscono il successo delle imprese sui mercati internazionali. Il Rapporto stima nel 2021 una ripartenza del commercio internazionale del 7,6% in volume. Con un’ulteriore crescita del 5,3% nel 2022, la ripresa andrà consolidandosi, riportando le importazioni dei mercati analizzati sui livelli di prima della crisi, già a fine di quest’anno. 
Ci saranno un forte ritorno del Made in Italy e un sostanziale recupero della flessione 2020 per le imprese italiane: la meccanica primo settore dell’export nazionale e dell’elettronica, settore che ha tenuto molto bene la crisi.

Sarà un biennio importante – 2021/2022 – per le imprese italiane se sapranno mettere in atto strategie mirate verso la digitalizzazione, sostenibilità e innovazione; infatti, questi sono i nuovi paradigmi che guideranno politiche industriali, modelli di produzione e consumo nell’epoca post-Covid. Stiamo, infatti, assistendo, all’accelerazione di alcuni macro-trend. Il focus commerciale è ormai spostato verso oriente, con un nuovo multilateralismo e nuovo ruolo dell’Europa su tali mercati.

“Per le imprese italiane, dopo un periodo di difficoltà e coraggiosa resistenza, si apre nei prossimi mesi una fase di nuove possibilità – afferma Luigi Di Maio, Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. “Dobbiamo dare ai nostri giovani tutti gli strumenti per gareggiare ad armi pari con i loro coetanei stranieri, perché sui mercati internazionali, specie su quelli emergenti, c’è una crescente domanda di “Made in Italy” che va intercettata. Questa è la direzione da seguire e lo stiamo facendo grazie al “Patto per l’Export” e all’impiego dei fondi stanziati per la sua attuazione.”

“Dai dati arrivano anche alcuni segnali incoraggianti” – afferma Carlo Ferro, Presidente di ICE Agenzia. “Tra i Paesi del G8, l’Italia è il secondo per minor flessione dell’export e questo contributo ha consentito di attenuare un più forte calo dei consumi interni. Inoltre, nonostante il calo delle esportazioni ci sono eccellenze settoriali, gli ‘Oscar dell’export’, che hanno performato positivamente su alcuni mercati, indice della capacità delle nostre filiere di resistere agli shock inaspettati. Per esempio, il riso verso la Germania, la pasta verso Giappone e UK, il vino verso la Corea del Sud e l’Olanda e l’olio di oliva verso la Francia; ed altri prodotti come i componenti elettronici verso gli Stati Uniti, le macchine tessili verso la Turchia, le materie plastiche verso la Cina, le calzature in Corea del Sud.”

Il Rapporto stima nel 2021 una ripartenza del commercio internazionale del 7,6% in volume e un’ulteriore crescita del 5,3% nel 2022. La convinzione è che le imprese italiane possano ancora una volta reagire con efficacia alle sfide dello scenario. Scenario che vedrà sempre più impegnati i porti del Mezzogiorno d’Italia con le loro piattaforme logistiche.

Abele Carruezzo