Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti: sui porti il Governo sta andando in direzione decisamente opposta

Venerdì 17 dicembre si preannuncia giornata difficile per la logistica e i trasporti marittimi. E’ infatti stato annunciato uno ‘sciopero di carattere nazionale’ che coinvolgerà le lavoratrici e i lavoratori marittimi, portuali e dei servizi tecnico nautici.

“Ho convocato per domani (oggi 15 dicembre N.d.R.) un incontro con i vostri dirigenti nazionali in modo da poter affrontare, e dove ci sono le condizioni dirimere, alcune questioni contingenti”. Lo ha reso noto Teresa Bellanova, viceministra alle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili, intervenendo in collegamento all’incontro ‘Lo sviluppo del Paese passa dal buon lavoro e dai trasporti’, organizzato a Trieste dalla Uiltrasporti Friuli Venezia Giulia. Ha affermato che: “Quella che amiamo definire centralità mediterranea” del nostro Paese, “ci vedrà protagonisti solo se favoriti e accompagnati da tutti gli attori della filiera istituzionale ed economica attraverso un ‘patto del mare’, che consenta di sviluppare appieno realisticamente tutte le potenzialità della vocazione marittima del paese e consolidare il nostro sistema portuale nell’ambito della competizione logistica globale”.

E’ necessario, per la viceministra, far funzionare e focalizzare locazioni specifiche dei singoli porti, ma anche le necessarie e opportune integrazioni, un lavoro da condividere con i diretti interessati. “Non a caso per me ‘cluster’ è una parola chiave, ha detto la Bellanova: passa anche da qui il passo avanti che siamo chiamati a fare per realizzare quella strategia di sistema disegnata dalla riforma e cioè esaltare le sinergie pubblico private, rafforzare il nostro sistema portuale, anche nella sua capacità di affermarsi come modello per promuovere occupazione qualificata giovanile e femminile”.

“Nonostante l’interlocuzione aperta con il ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile in merito alle nostre proposte, sui porti il governo sta andando in direzione decisamente opposta alle nostre richieste, non favorendo affatto il settore”.

Questo affermano i segretari generali di Filt-Cgil Stefano Malorgio, Fit-Cisl Salvatore Pellecchia e Uiltrasporti Claudio Tarlazzi, annunciando che
“abbiamo indetto uno sciopero di 24 ore per il prossimo 17 dicembre che riguarderà le lavoratrici e i lavoratori dei porti dipendenti e soci delle imprese articoli 16, 17 e 18 e dipendenti delle autorità di sistema portuale.

Cgil, Cisl e Uil assieme alle rispettive Federazioni dei trasporti – spiegano i tre segretari generali – hanno consegnato alla presidenza del Consiglio, al Ministero dello Sviluppo Economico, delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili e del Lavoro un documento unitario che contiene per tutti i segmenti del trasporto la richiesta di interventi, riforme, risorse per superare la grande situazione di difficoltà determinatasi con la pandemia e allo stesso tempo rendere il settore più efficiente e il lavoro più protetto, tutelato e retribuito.

Specificamente sui porti, così come sul trasporto aereo e sul trasporto pubblico locale, si è appunto aperto un dialogo con il Mims, ma come se l’interlocuzione non fosse tuttora in corso, sono giunti interventi normativi che stanno andando nella direzione opposta a quella delle nostre richieste, con il rischio quindi di indebolire il sistema portuale italiano.

Vista la serietà dei temi – sottolineano Malorgio, Pellecchia e Tarlazzi- li elenchiamo:

  • La proposta di riscrittura dell’articolo 18 della legge 84/94 attraverso l’articolo 3 del Dl Concorrenza rischia di pesare negativamente sulle autorità di sistema portuale.

Il superamento del divieto di cumulo delle concessioni desta grande preoccupazione perché per i porti di interesse nazionale e internazionale potrebbe determinare un abuso di posizione dominante, ma soprattutto perché, in tale intervento, non vi è nessun disposto normativo che impedisca l’interscambio di personale e quindi di manodopera tra diverse aree in concessione. È un approccio che indebolisce gravemente l’assetto del mercato regolato portuale, altamente efficiente e flessibile anche attraverso il pool di manodopera in capo agli articoli 17.

  • Nei provvedimenti non esiste alcun accenno sul fondo di accompagnamento all’esodo per i lavoratori portuali, già richiesto dalle parti con un avviso comune.
  • Nulla sul tema dell’autoproduzione che, dopo l’intervento normativo contenuto nell’articolo 199 bis della legge 77/2020, attende ancora oggi l’indispensabile decreto attuativo che non deve snaturare la norma primaria.
  • Nessun rifinanziamento delle agenzie di riqualificazione e somministrazione per i porti di Gioia Tauro e Taranto e nemmeno è prevista una costituzione analoga nei porti che l’hanno avanzata.
  • Manca un intervento deciso sul tema della sicurezza sul lavoro volto a rimuovere evidenti difficoltà che ancora oggi, pur in costanza di molteplici strumenti atti a monitorare le singole attività, fanno registrare numerosi infortuni sul lavoro talvolta anche mortali.
  • Va inoltre recuperato il ritardo sull’emanazione del decreto attuativo di armonizzazione delle norme specifiche del settore con il Testo Unico.
  • Nessuna risposta sulla necessità di far rientrare il lavoro portuale tra i lavori usuranti.
    I portuali sono lavoratrici e lavoratori costantemente esposti alle intemperie e ad un duro lavoro, fattori che, all’evidenza, incidono sul fisico e sulla psiche degli stessi in misura certamente maggiore rispetto ad altri contesti lavorativi.

Si va quindi – concludono Malorgio, Pellecchia e Tarlazzi – in direzione opposta al sostegno all’intera catena produttiva portuale, accumulando nuovi ritardi e senza alcuna elaborazione di un piano strategico per un rilancio concreto della portualità del Paese. Questa prima azione di sciopero è dunque la logica conseguenza di una tale miopia e saranno comunque garantiti i servizi previsti dalla normativa vigente in materia. Ci auguriamo un immediato ripensamento da parte del Governo o non potranno che seguire altre proteste”.

Allo sciopero del 17 dicembre 2021, aderisce anche l’Organizzazione Sindacale UGL Mare. Uno sciopero di carattere nazionale che si preannuncia ad altissima adesione da parte dei lavoratori marittimi, portuali e dei servizi tecnico nautici.

Intanto si apprende che Alis, l’Associazione per la logistica sostenibile, in una nota del vicepresidente Marcello Di Caterina, auspica un dialogo tra le parti: “Il nostro settore del trasporto e della logistica e, in particolare, il comparto dei lavoratori portuali hanno evidente necessità di risposte, ma in questo periodo qualsiasi sciopero rappresenta un attentato alla serenità del Natale per cittadini e famiglie italiane di tornare a vivere normalmente, dopo due anni di pandemia, le festività”.

Abele Carruezzo