Re Fuel EU Aviation and Maritime

Bruxelles. Il 14 febbraio la Commissione per l’Ambiente, la Sanità pubblica e la Sicurezza alimentare discuterà le iniziative sullo sviluppo di combustibili sostenibili nei settori dell’aviazione (Re Fuel EU Aviation) e marittimo (Re Fuel EU Maritime).
Le due iniziative saranno cruciali per affrontare le emissioni di gas serra nei due settori e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Inoltre, i membri si scambieranno opinioni con Julien Denormandie, Ministro francese dell’Agricoltura e dell’Alimentazione.

Mentre la transizione verso tecnologie a zero emissioni è ben avviata in altri settori, il cammino del
settore dei trasporti marittimi verso il raggiungimento dell’obiettivo di azzerare le emissioni
entro il 2050 non è ancora ben chiaro. Mancano meno di 30 anni e considerando la lunga durata di vita delle navi, per la Commissione europea è giunto il momento di compiere i passi necessari verso questo obiettivo. Per la Commissione si tratta di incoraggiare l’innovazione e creare nuovi posti di lavoro.

Nuove tecnologie e nuovi combustibili sono resi disponibili e impiegati in altri settori. Una
simile transizione verso i combustibili rinnovabili deve avvenire anche nei trasporti marittimi
per garantire che il settore goda dei vantaggi portati dalle nuove opportunità industriali. Questa transizione può rivelarsi vantaggiosa sia per i settori europei innovativi che per la forza lavoro esistente, il cui impegno nei cluster marittimi dell’UE è economicamente significativo. La valutazione d’impatto della Commissione conferma che l’evoluzione tecnologica può arrecare benefici sia ai lavoratori sia alle imprese esistenti, attraendo nuovi investimenti. Allo stesso tempo, la necessità di aggiornare le competenze richiede notevoli investimenti nella formazione e nella certificazione degli armatori e degli operatori, in quanto imparare a lavorare utilizzando le nuove tecnologie non è attualmente argomento dei programmi formativi ed educativi né è richiesto dai regolamenti vigenti. Il miglioramento del livello delle competenze e la riqualificazione professionale dei lavoratori del settore della tecnologia marittima e della cantieristica navale acquisiranno un’importanza via via maggiore, soprattutto in termini di competenze ecologiche e digitali.

Il patto delle competenze dell’UE per il settore dovrebbe garantire che le parti interessate, compresi i datori di lavoro, i sindacati, le Università e gli Istituti di formazione professionale, siano in grado di preparare la forza lavoro al progresso tecnologico futuro e di garantire che nessun lavoratore o regione sia lasciato indietro. Inoltre, un dialogo sociale di qualità a tutti i livelli e il rispetto della direttiva dell’UE sui comitati aziendali europei sono fondamentali per ottenere una transizione giusta verso un settore dei trasporti marittimi innovativo, con lavori di elevata qualità.

I trasporti marittimi sono riconosciuti nella strategia per l’idrogeno dell’UE come il settore nel
quale è maggiormente necessario incrementare l’impiego su larga scala dell’idrogeno rinnovabile.
Poiché il settore dei trasporti marittimi deve competere con altri settori per le scarse forniture d’idrogeno rinnovabile disponibili, settori nei quali è possibile sviluppare soluzioni più efficienti, quali l’elettrificazione diretta, dovrebbero essere adottate ulteriori misure per incoraggiare l’impiego di combustibili rinnovabili da fonti non biologiche nel settore marittimo. In caso contrario, l’elevata domanda proveniente da altri settori potrebbe allontanare i combustibili necessari dal settore dei trasporti marittimi e creare ostacoli dovuti agli effetti della dipendenza da alcune rotte. Si riconosce che quest’opzione potrebbe avere impatti positivi sui settori del trasporto marittimo, della cantieristica navale e delle infrastrutture e attrezzature marittime.

La Commissione conclude che, anche con strumenti misti, i principali vantaggi della spinta
all’innovazione saranno sbloccati solo dopo il 2030; nel frattempo si propone di concentrare gli strumenti normativi sui combustibili rinnovabili di origine non biologica senza incentivare particolari tecnologie. Per l’Europa, pioniera della decarbonizzazione dei trasporti marittimi, per non vedere sfumare gli obiettivi di temperatura stabiliti nell’accordo di Parigi è fondamentale conseguire l’azzeramento delle emissioni di gas a effetto serra nel settore dei trasporti marittimi internazionali entro il 2050. Per accrescere l’ambizione internazionale e incentivare lo sviluppo di corridoi verdi per il trasporto marittimo, l’IMO e altre organizzazioni internazionali devono sviluppare celermente sistemi solidi di tracciamento e verifica dei biocarburanti e dei combustibili rinnovabili di origine non biologica.

Abele Carruezzo