Grandi navi portacontainer, i loro sinistri fanno sempre più riflettere sull’ambiente, sull’economia e sulla logistica

Guardia Costiera pattuglia da martedì 29 marzo 2022, la nave portacontainer Ever Forward nella Baia di Chesapeake, vicino a Craighill Channel.

Baltimora. Sempre più spesso assistiamo a ‘sinistri’- (arenamenti e/o incagli) – di grandi navi portacontainer. Si ricorda il caso del Canale di Suez con danni all’economia, ai transiti e alla supply chain o l’altro lungo la costa australiana, con danni all’ambiente marino. Le cause possono essere molteplici e vanno dai dati navigazionali della nave, quando non è determinata e/o attendibile l’equazione del moto; alle fasi di una manovra durante il cd ‘moto vario’ della nave in entrata ed uscita da un porto; anche dalla non chiara conoscenza dei parametri marinareschi di una nave e soprattutto le condimeteomarine e le ampie superfici (murate alte) che le portacontainer espongono ai venti. Non voglio evidenziare gli errori umani – che si commettono – per la grande fiducia che riservo verso la professione dei marittimi naviganti.

Ritornando al caso dell’Ever Forward, una portacontainer lunga 334 metri, la Guardia Costiera afferma che si è arenata fuori dal canale Craighill domenica 13 marzo, mentre lasciava il porto di Baltimora per il suo prossimo scalo a Norfolk, in Virginia. L’Ever Forward battente bandiera di Hong Kong ha la capacità di trasportare circa 12.000 container equivalenti di venti piedi, noti come teu.

L’Evergreen Marine Corporation ha nominato come società di salvataggio la Donjon-Smit, una joint venture tra la Donjon Marine, americana, e la SMIT Salvage di Boskalis.

Il traffico navale in entrata e in uscita dal porto di Baltimora non ha subito intoppi e per salvaguardare l’ambiente, la nave è stata alleggerita di carburante, gas e acqua di zavorra.

Ieri, lunedì 4 aprile, la Guardia Costiera degli Stati Uniti, ha autorizzato di nuovo l’operazione di rimuovere la nave incagliata, dopo due tentativi falliti della scorsa settimana, avvenuti il ​​28 marzo e il 30 marzo.
La squadra di salvataggio, dopo quest’ultimo tentativo, dovrà rimuovere i container dall’Ever Forward. La Guardia Costiera non ha individuato ancora quanti container da 40 piedi siano a bordo o quanti dovranno essere rimossi prima del prossimo tentativo di rimettere a galla la nave.
A seguito dei due tentativi falliti, la Compagnia Evergreen ha dichiarato il sinistro come ‘General Average’, essendo ‘parziale’ e quindi si parla di ‘avaria generale o detta anche comune’ e soprattutto “alla luce dei costi crescenti derivanti dai continui tentativi di riportare a galla la nave”.

L’’avaria generale’ è un istituto del Diritto marittimo che richiede che l’armatore e i proprietari del carico condividano proporzionalmente i costi associati al salvataggio di una nave dopo un grave sinistro.
L’intera operazione di riportare a galla la portacontainer, si legge nella nota della Guardia Costiera, dovrebbe richiedere circa due settimane e serviranno due chiatte con gru con altezze di sollevamento adeguate. Una tale tempistica potrebbe cambiare in base alle condizioni meteorologiche e ad altre variabili.

Le gru solleveranno i container dai due lati della nave (da sinistra prima e da tribordo dopo) e li imbarcheranno sulle chiatte, per trasportarli al Seagrit Marine Terminal di Baltimora, dove saranno scaricati da gru a terra. Per motivi di sicurezza, una tale operazione dovrebbe svolgersi durante le ore diurne, e il canale di navigazione Craighill rimarrà aperto al traffico a senso unico durante le operazioni di carico, con una zona di sicurezza di 500 yard (400,3 metri) attorno alla nave.
La Guardia Costiera ha affermato che il piano di salvataggio, rivisto, è ora valido dopo che gli esperti di salvataggio hanno stabilito che non sarebbero stati in grado di superare la forza d’incaglio (Fi) dell’Ever Forward rispetto alle attuali condizioni di carico.

Intanto, la fase del dragaggio in precedenza annunciata continuerà fino a una profondità di -13. L’operazione di rimozione dei container dovrebbe iniziare non appena le due gru saranno installate.
Una volta rimossi i contenitori, i rimorchiatori e le chiatte tenteranno un altro refloat. Garantire la stabilità della nave e il monitoraggio di eventuali segni d’inquinamento continuano a essere le massime priorità per il Comando unificato e i soccorritori. Oltre ai regolari sondaggi dei serbatoi di carburante e zavorra, un ingegnere navale e un comandante della squadra di salvataggio stanno monitorando a distanza, tramite un sistema di sensori installato di recente, per valutare costantemente la stabilità e l’integrità della nave e continueranno a farlo anche durante l’operazione di ri-galleggiamento. Si continueranno anche a condurre visite regolari alla nave, sempre sotto sorveglianza della Guardia Costiera e del Dipartimento dell’Ambiente del Maryland.

Abele Carruezzo