IMO, vicina l’adozione di una tassa sul carbonio

Londra. Il Gruppo di lavoro intersessione (ISWG = Intersessional Working Group on Reduction of GHG Emissions from Ships) della scorsa settimana sui gas a effetto serra, prima della riunione del Comitato per la Protezione dell’Ambiente Marino (MEPC = Marine Environment Protection Committee) di giugno presso l’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO), ha raggiunto unanime accordo sulla determinazione del prezzo delle emissioni di gas serra.

I delegati del Gruppo ISWG hanno preso in esame un paniere di misure che contiene sia misure tecniche – uno standard sui combustibili – sia misure basate sul mercato come una tassa sul carbonio.
I delegati del Regno Unito, della Nuova Zelanda e delle Bahamas si sono espressi per la prima volta a favore di una misura del prezzo del carbonio da far determinare all’IMO.

L’incontro, dopo anni, ha concluso sul consenso per l’IMO di adottare un prezzo delle emissioni di gas a effetto serra. Questa è una determinazione importante: il concetto di misure basate sul mercato è sul tavolo dell’IMO da più di un decennio e spesso è stato dibattuto con ampi disaccordi tra gli Stati membri.
Vi è stato anche un sostegno generale per qualsiasi di queste misure future da impostare su una base ben organizzata ed equa.

Aoife O’Leary, dell’ONG Opportunity Green, ha commentato: “È passato molto tempo, ma finalmente non ci possono essere dubbi che l’IMO stabilirà un prezzo del carbonio sulle spedizioni internazionali. Ma con i tempi per agire sul cambiamento climatico, e che riducono le nostre opportunità, come mostrato dall’ultimo rapporto dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), i paesi devono passare ai negoziati MEPC 78 di giugno con un senso di ambizione, equità e urgenza. Qualsiasi prezzo del carbonio concordato all’IMO deve essere sufficientemente alto da consentire la transizione del settore verso combustibili a emissioni zero in linea con l’accordo di Parigi, fornendo al contempo un supporto cruciale ai paesi in via di sviluppo e climaticamente vulnerabili”.

La scorsa settimana anche il Parlamento europeo ha portato avanti i propri piani per includere lo shipping nel sistema di scambio di emissioni del blocco.

Abele Carruezzo