Greenpeace attacca la nave Oldendorff per protestare contro i progetti di gas offshore

Messaggi dipinti sullo scafo dell’Emma Oldendorff (Foto courtesy Greenpeace)

Bremerhaven. Attivisti di Greenpeace in Germania hanno preso di mira una nave mercantile, la Oldendorff, per richiamare l’attenzione sulle loro richieste di fermare le perforazioni offshore e la produzione di gas.
La nave, l’Emma Oldendorff, si stava preparando a caricare tubi per l’Australia occidentale come elementi della nuova struttura offshore di Gnl della Woodside.

Greenpeace riferisce che venti dei suoi attivisti sono saliti a bordo di quattro gommoni nel porto di Brake sul Weser, non lontano da Bremerhaven. Sono stati in grado di spostarsi inosservati e di affiancare la nave mercantile da 39.300 tpl, attraccata nel porto tedesco dalla fine della scorsa settimana. Immatricolata in Portogallo, la nave mercantile è stata incaricata di trasportare tubi che fanno parte di un ordine di 300.000 tonnellate di Europipe da utilizzare per lo sviluppo del giacimento di Scarborough situato a circa 230 miglia al largo della costa occidentale dell’Australia.

Due gommoni si sono diretti verso il lato della nave lungo 179,8 dipingendo messaggi sullo scafo; uno dei quali diceva ‘No New Gas’ e l’altro era ‘# RWE xIt’; riferimenti chiari che invitavano la Compagnia energetica tedesca a interrompere il suo coinvolgimento nel progetto.

Gli attivisti, sempre con i gommoni, hanno anche srotolato striscioni con la scritta ‘Il mare non è una zona industriale’. Altri, raggiunto il molo, si sono seduti sui tubi per impedirne il carico sulla nave.

Le proteste sono state progettate per richiamare l’attenzione sul progetto Burrup Hub di Woodside, che include l’apertura del giacimento di gas di Scarborough. Le società riferiscono che si stima che Scarborough contenga 11,1 trilioni (mille miliardi – 1 t.=10 18) di piedi cubi di gas secco. Lo sviluppo di Scarborough includerà l’’installazione di un’unità di produzione galleggiante e inizialmente la perforazione di otto pozzi. L’intero progetto prevede 13 pozzi e il gas sarà trasportato in un gasdotto all’impianto di trattamento a terra di Pluto LNG situato a circa 270 miglia di distanza.

Greenpeace sostiene che il progetto rappresenta una minaccia per il variegato e sensibile mondo sottomarino dell’Australia occidentale con barriere coralline e praterie di alghe. Sostengono che il gasdotto passerà direttamente attraverso la rotta migratoria delle megattere e il Parco Marino protetto di Montebello, importante luogo di riproduzione delle tartarughe marine.
Woodside ha anche completato l’interconnessione Pluto-KGP, un gasdotto che collega Pluto LNG e Karratha Gas Plant. L’infrastruttura consente il trasferimento di gas tra gli impianti per ottimizzare la produzione in entrambi gli impianti e consentire lo sviluppo futuro di ulteriori riserve di gas.

Oltre a prendere di mira la nave e il produttore di tubi, Greenpeace nella sua protesta ha cercato di richiamare l’attenzione sugli accordi tra Woodside e l’industria energetica tedesca. RWE ha accettato di acquistare 0,84 milioni di tonnellate di Gnl all’anno da Woodside per sette anni a partire dal 2025. Uniper ha anche accettato di acquistare 2 milioni di tonnellate di Gnl da Woodside a partire dal 2026.

Dal rapporto non è chiaro se i manifestanti siano stati arrestati, ma le compagnie affermano che la manifestazione non ha interrotto i loro piani. L’Emma Oldendorff continua l’imbarco dei tubi nel porto tedesco indicando che dovrebbe raggiungere Kabil, in Indonesia, il 12 settembre prossimo.

Abele Carruezzo