UE: i servizi di pilotaggio marittimo sono esentati dalle sanzioni navi russe

Si parla anche di tetto al prezzo di petrolio

(Foto archivio Il Nautilus).

Una richiesta da parte di navi di un servizio di pilotaggio, in transito in stretti passaggi di mare, non può essere rifiutata, anche se si tratta di petroliera russa. Law of the Sea.

Bruxelles. L’Unione Europea (UE) si prepara a vietare le importazioni di petrolio dalla Russia a partire da questo dicembre; per questo, per fortuna, è stata avanzata una proposta per esentare dalle sanzioni i servizi di pilotaggio marittimo al fine di garantire la sicurezza.

L’esenzione ha lo scopo di consentire alle navi con carichi petroliferi russi di utilizzare piloti marittimi per navigare attraverso stretti passaggi di mare, dove il ‘pilotaggio’ viene generalmente utilizzato per garantire la sicurezza della navigazione.

E’ vero che le Corporazioni dei Piloti, in Europa, non sono inquadrate giuridicamente allo stesso modo nell’organizzazione dell’Amministrazione Marittima dei vari Stati membri; però le stesse corporazioni sono istituite nei porti e negli altri luoghi di approdo o di transito delle navi, dove è riconosciuta la necessità del servizio di pilotaggio, proprio ai fini della sicurezza della navigazione: un servizio pubblico esercitato ‘iure proprio’.

L’UE, da ieri, in consultazione, sta pensando di esentare i ‘servizi pilotaggio’ dal divieto d’importazione di petrolio russo. La proposta di esenzione sarà presentata all’esame degli ambasciatori dell’UE questa settimana a Bruxelles.

Nell’embargo petrolifero russo adottato dall’UE a maggio, i servizi pilota erano stati inclusi nel divieto di fornire l’assistenza tecnica necessaria per trasportare il petrolio; il servizio di pilotaggio faceva e fa ancora parte dell’ottavo lotto di sanzioni contro la Russia, come risulta da una nota della stessa Commissione europea della scorsa settimana.

Le Autorità marittime danesi, già da maggio, avevano raccomandato (ancora valida) agli armatori e ai noleggiatori di utilizzare servizi di pilotaggio quando le petroliere transitano nello stretto danese, per mitigare i rischi ambientali. La maggior parte delle rotte del petrolio dai porti russi del Mar Baltico passa attraverso lo stretto di mare danese.

Altro argomento, in discussione in Commissione europea, in questa settimana, è la composizione del ‘pacchetto-sanzioni’ per dare la risposta dell’UE alla Russia, mentre il Cremlino amplifica le sue minacce di utilizzare armi nucleari e annette quattro territori occupati in Ucraina.

Un elemento importante ma controverso, delle nuove sanzioni proposte include un tetto massimo del prezzo del petrolio per i paesi terzi. Le nazioni del G7 hanno già deciso di fissare un tetto massimo per il prezzo del petrolio tramite gli Assicuratori. Gli Stati Uniti hanno spinto per il massimale del prezzo del petrolio come alternativa al piano più rischioso dell’UE di vietare le importazioni di petrolio russo.

I funzionari del Tesoro degli Stati Uniti sostengono che un embargo totale dell’UE sul petrolio russo potrebbe ridurre le esportazioni russe da tre a cinque milioni di barili al giorno, il che potrebbe innescare un massiccio aumento del prezzo del petrolio a livello globale.

Il tetto massimo del prezzo del petrolio è un’idea nuova (l’altra era sul gas) che mira a impedire alle Compagnie di navigazione e Assicurazioni di trasportare il petrolio russo, salvo che non lo abbiano acquistato a una soglia di prezzo specificata o inferiore.
Si parla e si suggerisce un prezzo pari a $ 60 al barile, poiché è appena sopra il costo di produzione marginale del petrolio russo.

In uno scenario del genere, le entrate sono destinate a crollare a lungo termine, negando a Mosca immensi profitti dal commercio di petrolio. Poiché la Russia dipende fortemente dalle Compagnie di navigazione e Assicurazioni con sede nell’UE e nelle nazioni del G7, per trasportare il suo greggio, il prezzo massimo è visto come un modo sicuro per punire Putin mantenendo il flusso del petrolio russo.

Abele Carruezzo