Navi da carico alimentate ad ammoniaca entro cinque anni

nave da carico
nave carici

Le implementazioni dei corridoi verdi possono creare condizioni favorevoli per azioni accelerate verso la decarbonizzazione

Copenhagen K, Denmark. Decarbonizzare lo shipping entro il 2050 significa che i combustibili e le navi a emissioni zero devono essere implementati su larga scala entro il prossimo decennio. Sebbene i progetti pilota e le dimostrazioni delle tecnologie siano già in corso, sarà difficile ampliare le soluzioni a livello di settore.
Intanto, nell’altra parte del globo, si progetta che entro cinque anni, le navi alimentate da ammoniaca pulita potrebbero essere una caratteristica sulle rotte commerciali del minerale di ferro tra l’Australia occidentale e l’Asia orientale.

Un nuovo studio del West Australia – East Asia Iron Ore Green Corridor Consortium rileva che le navi alimentate da ammoniaca pulita potrebbero essere impiegate sulle rotte commerciali del minerale di ferro tra l’Australia occidentale e l’Asia orientale entro il 2028 e raggiungere il 5% di adozione entro il 2030.

I corridoi verdi, rotte commerciali specifiche in cui vengono dimostrate e supportate soluzioni di navigazione a emissioni zero, sono una delle leve chiave per aiutare l’industria marittima e i Governi nella decarbonizzazione del settore marittimo.

Lo studio indica che gli elementi fondamentali per l’attuazione di un corridoio verde tra l’Australia occidentale e l’Asia orientale, compreso il dispiegamento di navi alimentate ad ammoniaca, l’accesso all’ammoniaca pulita (come il più probabile combustibile a emissioni zero per alimentare il corridoio) e la disponibilità di infrastrutture di bunkeraggio – sono a portata di mano, a condizione che il protocollo sicurezza per l’uso dell’ammoniaca come combustibile marino sia convalidato e accettato; i problemi di sicurezza ei rischi ambientali dell’ammoniaca devono ancora essere adeguatamente affrontati.

I risultati dello studio suggeriscono che lo sviluppo di tecnologie chiave, come motori adeguati, e il rispetto delle normative, saranno cruciali per garantire che le navi portarinfuse pulite alimentate ad ammoniaca possano essere messe in mare entro il 2028. Probabilmente, per quell’anno, sarà disponibile abbastanza ammoniaca pulita da soddisfare i requisiti a breve e lungo termine del corridoio; se la produzione di ammoniaca aumentasse come previsto, la domanda del ‘corridoio verde’ potrebbe essere completamente soddisfatta dall’ammoniaca pulita australiana, ma potrebbe anche essere importata da altri siti di produzione a livello globale. Lo studio mostra anche che la regione australiana del porto di Pilbara è un’opzione praticabile per il bunkeraggio sulla rotta del corridoio, evitando costose deviazioni dalla rotta commerciale, mentre Singapore rimane ben posizionata per fungere da hub di bunkeraggio.

Sia i porti di Pilbara, sia Singapore hanno già progetti di ammoniaca in cantiere con infrastrutture di bunkeraggio di ammoniaca potenzialmente in atto entro il 2027-2028. Lo sviluppo del bunkeraggio di ammoniaca nel Pilbara è guidato da Yara, Lloyd’s Register e Pilbara Ports Authority (PPA), che stanno conducendo congiuntamente uno studio di fattibilità per valutare i requisiti tecnici, economici e normativi per l’istituzione di un sito per bunkeraggio di ammoniaca nell’area. Lo studio dovrebbe essere completato nell’ultimo trimestre del 2023.

Le domande che si pongono gli esperti di trasporto marittimo e di Navigazione e che lo studio sui ‘corridoi verdi’ dovrà rispondere sono:

  1. Navi: le navi alimentate ad ammoniaca possono essere messe in acqua quando necessario?
  2. Carburante: potrebbe essere disponibile abbastanza ammoniaca pulita da alimentare queste navi?
  3. Bunkeraggio: il bunkeraggio di ammoniaca potrebbe essere disponibile a Singapore e/o nella regione di Pilbara nell’Australia occidentale?

Le risposte riguardano tre ambiti diversi fra loro. Primo: occorrono fiducia e accettazione dell’ammoniaca come combustibile marino sicuro; secondo: è necessario un sostegno politico, soprattutto per colmare il divario di costo tra ammoniaca pulita e combustibili convenzionali; terzo: sono necessarie una collaborazione continua e un’azione coordinata lungo l’intera catena del valore del corridoio, dai produttori e fornitori di carburante, ai porti, agli armatori, ai proprietari di merci e agli investitori.

Lo studio si basa sull’analisi dell’Energy Transitions Commission, per conto del Consortium, che è una collaborazione tra GMF, BHP, Rio Tinto, Oldendorff Carriers e Star Bulk Carriers.

Il Global Maritime Forum (GMF) è un’organizzazione internazionale senza scopo di lucro impegnata a plasmare il futuro del commercio marittimo globale per aumentare lo sviluppo economico sostenibile a lungo termine e il benessere umano.

La Energy Transitions Commission è una coalizione di leader globali provenienti da tutto il panorama energetico: produttori di energia, industrie ad alta intensità energetica, fornitori di apparecchiature, operatori finanziari e ONG ambientali.

BHP è una delle principali società di risorse globali con circa 80.000 dipendenti e appaltatori, principalmente in Australia e nelle Americhe. I prodotti di BHP sono venduti in tutto il mondo ed è tra i principali produttori mondiali d’importanti materie prime, tra cui minerale di ferro, rame, nichel e carbone metallurgico.

Oldendorff Carriers è una delle più grandi compagnie di spedizioni di rinfuse secche al mondo, che gestisce una flotta di circa 700 navi. L’azienda trasporta annualmente circa 380 milioni di tonnellate di merci alla rinfusa, facendo scalo nei porti di 118 paesi.

Rio Tinto produce minerale di ferro, rame, alluminio e minerali di alta qualità che hanno un ruolo essenziale nel consentire la transizione a basse emissioni di carbonio.
Star Bulk è una delle più grandi compagnie di trasporto di rinfuse solide quotate negli Stati Uniti e possiede e gestisce una flotta diversificata di 126 moderne navi per rinfuse solide.

Abele Carruezzo