Riforma portuale, si continua con interrogazioni, risposte e continue repliche

Roberto Traversi,  Tullio Ferrante

(On.le Roberto Traversi, M5S, e il Sottosegretario MIT On.le Tullio Ferrante (FI); foto courtesy Camera dei Deputati)

Il MIT sta lavorando su un modello che preveda una chiara e funzionale distribuzione delle competenze in ambito programmatico, in modo da evitare il rischio di duplicazioni di funzioni e sovrapposizioni operative, per garantire la competitività dei porti italiani

Roma. In un clima geopolico sempre più in evoluzione – pensando solo al Manifesto di Ventotene – i porti dell’Italia tutta aspettano di conoscere se la ”blue economy” è diventata un modello sostenibile di sviluppo, vista l’accelerazione delle transizioni energetica e digitale che altri porti europei stanno realizzando.

Molti sono stati i confronti nei vari convegni gestiti con autoreferenzialità e con passerelle dei nostri politici ad illustrare ancora una volta solo ‘programmi’. Molte sono le problematiche nazionali ed internazionali dei porti e della portualità italiana che dovranno essere affrontate, partendo dal rinnovo di ben quattordici Presidenti di Autorità di Sistema Portuale ad opera del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Il tutto ancora da definire. Tuttavia si rincorrono solo le varie interrogazioni parlamentari sia in Commissione Trasporti e sia alle Camere.

E’ la volta dell’Interrogazione a risposta immediata in Commissione la ‘5-03741’ presentata dall’On.le Roberto Traversi (M5S) ed altri a marzo 2025 nella seduta n. 449.

Di seguito il testo dell’interrogazione.

“Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere premesso che: l’economia del mare, conosciuta come blue economy, è diventata un modello sostenibile di sviluppo grazie anche all’innovazione tecnologica.

La blue economy interessa diversi settori: dal trasporto marittimo alle attività portuali; i grandi investitori si stanno accorgendo dell’importanza strategica dei mari.

BlackRock ad esempio, assieme al suo fondo global infrastructure e alla divisione portuale di MSC, ha acquisito dal conglomerato cinese Ck Hutchison l’80 per cento di Hutchison Ports.

Questo gruppo gestisce 43 porti in 23 Paesi; stiamo parlando di un mondo in perenne fermento e crescita. Lo testimoniano anche gli investimenti di F2i.

Nel 2019 il fondo è entrato nel settore portuale e, attraverso acquisizioni ed aggregazioni, ha dato vita a F2i Holding Portuale (Fhp), primo operatore italiano nella movimentazione terminalistica di rinfuse (merci solide).

Il gruppo sarebbe attento a nuove opportunità che potrebbero aprirsi in un settore che si presenta molto frammentato. Questa piattaforma logistica si è arricchita anche di Compagnia Ferroviaria Italiana, che con 200 treni a settimana collega le principali aree produttive del Paese; il trasporto marittimo si può sostanzialmente dividere in tre categorie: container, rinfuse e passeggeri.

Nella prima metà del 2024 i venti maggiori porti commerciali hanno movimentato circa 194,8 milioni di teu (twenty-foot equivalent unit).

Il progetto di riforma dei porti italiani, che, annunciato ad inizio legislatura, è ancora in attesa di essere adottato, diventa quindi un momento di vitale importanza per il settore; l’intero cluster portuale ha lanciato l’allarme riguardante la scelta del nuovi presidenti delle Autorità di sistema portuale, sottolineando l’urgenza di una riforma della governance per evitare inefficienze e conflitti istituzionali, scollegando l’appartenenza politica alla nomina di suddette autorità.

Difatti uno dei principali problemi che hanno caratterizzato la gestione portuale negli ultimi anni è il conflitto tra presidenti e segretari generali delle Autorità di Sistema Portuale –: quale sia il cronoprogramma per l’approvazione della riforma dei porti e quali saranno le misure per rendere più efficiente la governance dei porti italiani. (5-03741)”.

Mercoledì 19 marzo 2025, la risposta del Sottosegretario On.le Tullio Ferrante che si riporta di seguito.

“In merito al quesito posto, rappresento quanto segue. Il progetto di riforma organica del sistema portuale italiano rappresenta una priorità del Governo sul quale il MIT è al lavoro attraverso un confronto continuo con le istituzioni e gli operatori del settore.

L’obiettivo è quello di migliorare la competitività del sistema portuale e logistico nazionale, di agevolare la crescita dei traf fici delle merci e delle persone e di incentivare l’intermodalità, attraverso una semplificazione degli iter procedurali, istituzionali ed amministrativi nonché l’elaborazione di un nuovo sistema di governance che si fondi sulla sinergia tra i diversi livelli di governo.

Il MIT, quindi, sta lavorando su un modello che preveda una chiara e funzionale distribuzione delle competenze in ambito programmatico, in modo da evitare il rischio di duplicazioni di funzioni e sovrapposizioni operative che, inevitabilmente, comportano un costo in termini di inefficienza e rallentano lo sviluppo competitivo. Un modello che si basi su una ridefinizione chiara e condivisa di alcuni aspetti cruciali.

La revisione della governance portuale sarà indirizzata verso un nuovo modello idoneo ad attrarre investimenti, anche privati, per la valorizzazione del patrimonio pubblico di rilievo strategico e capace di rendere operativi gli interventi di innovazione digitale già previsti a livello di PNRR, volti a migliorare l’efficienza dei nostri porti e a favorire l’interoperabilità tra i diversi attori coinvolti.

Appare, inoltre, indifferibile stabilire una connessione più stretta tra la pianificazione e la programmazione infrastrutturale, affinché le scelte relative all’uso del territorio siano coerenti con le necessità di crescita e sviluppo delle infrastrutture, garantendo così un progresso coordinato e sostenibile, ottimizzando l’utilizzo delle risorse.

A tal fine, è prevista la costituzione di un unico soggetto pubblico al quale attribuire le competenze relative alla realizzazione dei grandi investimenti infrastrutturali in modo armonico.

Con riferimento alle procedure in corso di nomina dei vertici delle AdSP, si è scelto di seguire un percorso di condivisione delle nomine dei presidenti dei porti con tutti i territori finalizzato a una valutazione accurata della situazione di ciascuna realtà, al di là di ogni interesse o ideologia, in modo da poter arrivare a decisioni ponderate e condivise nell’interesse del Paese.

Infine, in relazione alla tempistica relativa all’approvazione della riforma dei porti, preciso che le strutture del Ministero sono al lavoro sul progetto – in dirittura di arrivo – e che sono in atto le interlocuzioni con i soggetti istituzionali coinvolti, nazionali ed europei, al fine di addivenire quanto prima alla conclusione dell’iter.

Un obiettivo così ambizioso di riforma del sistema portuale nel suo complesso, necessita di scelte giuste e condivise che richiedono tempo proprio per garantire un modello di sviluppo solido che possa portare benefici duraturi”.

L’On. le Roberto Traversi, deputato del Movimento 5 Stelle e già Sottosegretario al MIT, commentando la risposta del MIT all’interrogazione depositata nei giorni scorsi, non si fa nmancare la replica odierna: “E anche oggi, dalle pagine dei quotidiani, apprendiamo che il Governo farà forse domani quello che avrebbe dovuto fare mesi fa: continua infatti la melina delle nomine che non arrivano mai. Il motivo è ovvio: prima degli interessi degli operatori e dei territori, vengono gli equilibri politici”.

“A peggiorare il quadro – prosegue Traversi – il nulla di fatto per quanto concerne la riforma del sistema portuale nonostante questo Governo sia ormai a metà mandato. Da quasi tre anni assistiamo a un teatrino irricevibile di rimandi di mese in mese, confermato dalla risposta a una mia interrogazione: il Governo, non avendo ancora affrontato il dossier, nei giorni scorsi ha scodellato la solita fuffa confermandola oggi nelle interviste a Rixi pubblicate su social e quotidiani. Non ci basta sapere che la riforma sarebbe in “dirittura d’arrivo”. Anche perché non si capisce di quale arco temporale stiamo parlando: un giorno, dieci, cento, mille?”, conclude il deputato del M5S.