Costa Crociere: la priorità è abbattere emissioni inquinanti

MILANO – Integrare la sostenibilità in modo progressivo nel proprio modello di business è l’obiettivo di , la compagnia italiana di navigazione del gruppo Carnival con 26 navi in servizio (11 della flotta ), 7 navi in ordine e 2,6 milioni di ospiti a bordo nel 2015. Lo ha spiegato il direttore sostenibilità e relazioni esterne di Costa, Stefania Lallai, illustrando la strategia della compagnia crocieristica in campo ambientale e sociale.

“Portare milioni di croceristi nelle più belle destinazioni del mondo comporta la gestione di un sistema complesso, e implica la capacità di saper priorizzare i nostri sforzi per mitigare gli impatti generali. L’impegno di Costa consiste nel creare valore condiviso, attraverso un approccio multi-stakeholder” ha spiegato Lallai. Al primo posto nella strategia di Costa c’è l’abbattimento delle emissioni di gas nocivi. Un’innovazione già adottata su 7 navi è il sistema “eco-exhaust gas cleaning”, in grado di garantire il trattamento e la riduzione in misura superiore al 90% delle emissioni inquinanti, sia in navigazione sia in porto, utilizzando acqua di mare.

Nel 2019, Costa sarà la prima compagnia a varare due nuove navi alimentate anche in mare aperto da gas naturale liquefatto (lng), con benefici sul piano ambientale che vanno dall’eliminazione delle emissioni di ossido di zolfo, fino alla riduzione del 95-100% delle emissioni di particolati, dell’85% degli ossidi di azoto e del 25% di carbonio. Sul fronte rifiuti “Costa è l’unica compagnia a effettuare la raccolta differenziata a bordo al 100%” nonché “l’unica nel settore marittimo impegnata nel recupero e riciclo dell’alluminio: grazie a un accordo con il Cial, il consorzio degli imballaggi in alluminio, dal 2007 abbiamo raccolto 334 tonnellate” ha aggiunto Lallai.

Non da ultimo, c’è l’impegno verso le comunità e la valorizzazione delle bellezze turistiche e culturali dei territori in cui Costa opera, con particolare attenzione al tema del cibo. “Già oggi – ha riferito Lallai – il 15% degli acquisti di cibi freschi avviene a livello locale.

Insieme all’Università di Scienze Gastronomiche di Slow Food abbiamo rivisitato oltre 200 menù all’insegna delle qualità del cibo e del rispetto per il territorio, e il prossimo passo sarà la revisione del buffet. Grazie alla nuova legge contro gli sprechi alimentari potremo sbarcare tutto il cibo in esubero, per questo – ha concluso – stiamo ragionando di collaborare con il Banco Alimentare”.