La Turchia autorizza esplorazioni Oruç Reis per altri dieci giorni

Ankara. L’Ufficio di Navigazione, Idrografia e Oceanografia turco ha emesso, ieri sabato, un altro Navtex (avviso ai naviganti) relativo all’area del Mediterraneo orientale; zona interessata all’esplorazione della nave turca Oruç Reis che eseguirà fino al 4 novembre prossimo attività di ricerca di gas e petrolio. Le operazioni dureranno dieci giorni e secondo il Navtex, riportato dall’agenzia di stampa turca “Anadolu”, la nave da ricerca sarà accompagnata da altre due navi, l’Altaman e la Cengiz Han. Gli attriti diplomatici, in quest’area del Mediterraneo, erano iniziati lo scorso agosto con la ripresa delle esplorazioni energetiche da parte della Turchia e dopo la firma dell’accordo sulla limitazione marittima tra l’Egitto e la Grecia.

Accordo considerato a tutti gli effetti nullo da parte del governo di Erdogan; per cui si sostiene che Kastellorizo ​​e molte altre isole greche si trovano sulla piattaforma continentale turca; questo implica che le distanze della piattaforma continentale di un paese dovrebbero essere misurate dalla terraferma continentale, e quindi zone marittime con diritto di esplorazione da parte turca. Recentemente, il fronte diplomatico, Turchia – Ue, si è allargato con l’acquisizione del controllo (formativo e di addestramento) delle motovedette della Guardia Costiera libica da parte della Turchia. Motovedette, lo ricordiamo, erano state donate dall’Italia; come pure la progettazione della zona SAR libica è stata realizzata a spese dell’Italia.

Da quest’ ottobre, la Libia ospita istruttori turchi che, insieme a equipaggi libici, ufficialmente formano e istruiscono come pattugliare l’area di ricerca e soccorso di competenza. Tali provocazioni rischiano di peggiorare notevolmente i rapporti tra Roma e Ankara, ritenuti buoni e stabili fino a qualche tempo fa. Mentre, su queste acque si stanno giocando equilibri geo-politici con esiti imprevedibili, la politica estera dell’Italia, pensa solo agli “stati generali” del Mov5S, manifestando solo un’indifferenza e risulta assente su quest’orizzonte politico; mare Mediterraneo, per l’Italia in passato, considerato sempre la principale direttrice di attenzione politica sulle direttrici merceologiche marittime.

Le rotte del Mediterraneo centrale servono a Erdogan per fare pressione sull’Europa; un’Europa afflitta dalla pandemia e dalle diatribe di divisioni politiche su come concedere prestiti del Recovery Fund, e aspettando i risultati delle presidenziali americane. Il controllo delle vie marittime rimane sempre indispensabile per il benessere e il progresso di una nazione; e dopo la Brexit, l’Europa dispone solo di mezzi navali italiani e francesi per gestire un adeguato controllo garantendo un’efficace sicurezza ai flussi merceologici ed energetici che attraversano quelle zone marittime.

Abele Carruezzo