Nel Mediterraneo gli hub per bunker non forniscono carburanti a navi russe

Malta e Algeciras nel Mediterraneo, Gibilterra in uscita verso l’Atlantico, e la Danimarca per la zona nord dell’Ue, interrompono il servizio di fornitura di carburante a navi russe.
Malta, con una nota governativa, non permette a nessuna nave battente bandiera russa di raggiungere i suoi porti.

Un portavoce del Ministero dei Trasporti con la Marina Mercantile spagnola ha affermato che è “possibile che alcuni fornitori adottino queste misure in modo indipendente”.
Il governo di Gibilterra ha dichiarato che le Autorità Portuali “rifiuteranno le richieste di call di tutte le navi armate o gestite da chiunque sia collegato al paese russo, nemmeno per il bunkeraggio, in conformità con le regole del Regno Unito”.

Il fornitore danese di combustibili marini e armatore Monjasa ha fatto sapere di aver sospeso “il commercio e le forniture con navi battenti bandiera russa, e società registrate russe e aziende con legami o affiliazione alla proprietà russa”, con effetto dall’inizio dell’invasione russa .
La danese Bunker Holding avvisa di aver interrotto tutte le consegne nei porti russi dall’inizio di marzo, aggiungendo che il gruppo e le filiali, inclusa Dan-Bunkering, hanno anche “cessato di stipulare nuovi obblighi con le controparti russe”.
All’inizio del mese scorso, pure la Gran Bretagna aveva annunciato sanzioni contro la più grande compagnia di navigazione russa la Sovcomflot.

Mentre in Commissione Ue è ancora in discussione un divieto alle navi russe dai porti dell’Unione, gli esportatori russi di petrolio e prodotti energetici in genere sono impegnati a risolvere i problemi concernenti i charter per navi e contratti assicurativi, per aggirare le sanzioni.
Bloccare il servizio bunker rappresenta un duro colpo alle esportazioni russe, in quanto i distributori di carburante marittimo, smettendo di servire le navi battenti bandiera russa nei principali hub europei, tra cui Spagna e Malta, Gibilterra e Danimarca, compromettono molte rotte dei flussi merceologici e di petrolio.

Vietare l’accesso ai punti di rifornimento nel Mar Mediterraneo pone gravi problemi logistici per le petroliere russe sulle rotte dai porti del Baltico all’Asia; soprattutto crea anche problemi di sicurezza per il potenziale ‘fermo’ di navi in mare con carichi infiammabili.
Il settore russo dei trasporti marittimi è già alle prese con la chiusura di altri servizi, tra cui la Certificazione navale da parte dei principali Registri – vitale per accedere ai porti e stipulare l’assicurazione per nave e carico – con serie difficoltà per le compagnie di navigazione e con i cantieri navali e produttori di motori marini che sospendono i loro servizi e l’assistenza.

Molteplici fattori hanno spinto le società di bunker a interrompere i servizi di rifornimento, comprese le “auto sanzioni” con cui le aziende si rifiutano di stipulare contratti con enti e società russe. Anche perché si sono acuiti i problemi di pagamento dovuti alle restrizioni bancarie, in aggiunta ai contratti per la fornitura di carburante marittimo, che in genere sono livellati e pagati in dollari statunitensi.
In questo periodo, le navi battenti bandiera russa non possono garantire e onorare i contratti di fornitura carburante marino a Malta, nel territorio britannico d’oltremare di Gibilterra e nella vicina Algeciras in Spagna; tutti siti hub principali di bunkeraggio o rifornimento di carburante nel Mediterraneo.

Diverse petroliere hanno dovuto compiere un viaggio più lungo per fare bunker in altri paesi dopo che i porti europei si sono rifiutati di fornire carburante.

Abele Carruezzo