Due notizie dal mondo marittimo

La prima notizia riguarda la società di navigazione “Tirrenia”: da ieri la sua privatizzazione è fatta. Gli altri problemi, quelli evidenziati dalla UE, per ora non vengono presi in considerazione. La Compagnia Italiana di Navigazione ha firmato la convenzione con il Ministero delle Infrastrutture, impegnandosi a garantire i collegamenti, riorganizzare l’azienda e la flotta, oltre a razionalizzare le risorse umane.

Questa storia si trascinava da anni. La privatizzazione della Tirrenia ha avuto inizio sin dal 2008; si è poi proceduto alla cessione delle controllate regionali alle Regioni interessate per la continuità territoriale, garantendo i collegamenti, soprattutto con le isole maggiori italiane; nel 2010, per varie vicissitudini, la società veniva affidata ad un commissario straordinario; nello scorso anno 2011, il Ministero dello Sviluppo autorizzava il passaggio a CIN; poi l’Antitrust della UE riscriveva la compagine azionaria. Così,  dopo gli ultimi quattro anni, Tirrenia passa a CIN con tutta la sua flotta di 18 navi e con le partecipazioni in società del settore marittimo (valore 380 milioni di euro).

Speriamo che non vi siano problemi per i passeggeri e la razionalizzazione aziendale non comporti riduzione di navi e di personale di bordo. La seconda notizia riguarda il settore della pesca: il Ministero del Lavoro, finalmente, ha riconosciuto al settore della pesca 30 milioni di euro di Cassa Integrazione in deroga. Diciamo che un simile accordo riuscirà a coprire le indennità del 2012, comprese quelle del 2010 e 2011.

Non rappresenta una risoluzione del settore che manifesta una crisi strutturale da molti anni; ma per i pescatori rappresenta una risposta ai loro problemi immediati. Diciamo anche che è stata una dura battaglia con il ministero del Lavoro, tutta meridionale, pugliese, e con la marineria di Manfredonia in prima fila. Grazie all’interessamento del consigliere regionale Giandiego Gatta (PdL),  il settore della pesca vede riconosciuti i benefici della Cassa Integrazione ordinaria proprio in questo momento in cui tutto il settore sta pagando una crisi più generale ed un accanimento normativo da parte dell’Unione Europea.

 

Abele Carruezzo