Ancora un rilascio della Guardia Costiera in favore della fauna marina a Molfetta

Uno strano ritrovamento nelle acque del litorale di Molfetta. Strano e un po’ inquietante, perché sulle coste baresi, un Paromola Cuvieri, meglio noto come granceola di fondale, probabilmente, non s’era mai visto. A pescarlo, a poco meno di un miglio dalla costa ed a portarlo a riva, senza ancora sapere cosa esattamente fosse, è stato un pescatore locale della zona.

Il pesce probabilmente impigliato nella rete da posta è stato prontamente recuperato dai militari della capitaneria di porto che hanno interpellato il veterinario di turno della locale azienda ospedaliera e l’istituto di biologia marina di Bari per poter essere sicuri della denominazione dell’esemplare. Un crostaceo che vive sui substrati fangosi e sabbio/fangosi marini. La sua essenziale arma di difesa è l’eccezionale mimetismo, che le consente di nascondersi perfettamente tra le alghe ed i fondali  marini. Spesso viene confuso per la gransevola, Maja Spinado, e sarà stato proprio questo caso che ha portato dubbi tra i pescatori amatoriali locali che conoscevano la gransevola come un crostaceo composto da un carapace più duro e robusto oltre che di colore scuro e ricoperto da lattuga di mare.

L’insolito deriva dal fatto che sia stato ritrovato a meno di un miglio dalla costa in quanto questo crostaceo vive alle profondità di circa 300 metri ed è pescato soprattutto nel nord Atlantico, nei mari della Scandinavia e risulta assente nel mar Adriatico. La sorte ha voluto che fosse ancora vivo ed integro, così da poter essere rilasciato in alto mare da un mezzo della Guardia Costiera di Molfetta, a salvaguardia sempre della fauna marina.

 

Michele Puca