Ue: tassa sui rifiuti da navi da conferire in porto

BRUXELLES – Rendere il trasporto marittimo più rispettoso dell’ambiente e proteggere i nostri mari dai rifiuti di plastica, da reti da pesca abbandonate e da altri scarti da consumo è un dovere per tutti i Paesi industrializzati e no.

I ministri dei trasporti, delle comunicazioni e dell’energia del Consiglio europeo sono determinati nel combattere lo scarico a mare dei rifiuti prodotti dalle navi e per questo, l’altro giorno, hanno adottato una determina generale: navi, pescherecci e imbarcazioni da diporto dovranno pagare una tassa che darà loro il diritto di conferire i rifiuti in porto. Questo comporterà un aggiornamento delle norme sugli impianti portuali di raccolta dei rifiuti (la n. 59 del 2000) e gli incentivi alle navi per lo smaltimento dei loro rifiuti a terra. Sostanzialmente, le navi, pescherecci ed imbarcazioni da diporto, dovranno pagare una tassa “indiretta” che darà loro il diritto di conferire i propri rifiuti in un porto, indipendentemente dal fatto che si conferiscano o no rifiuti e dalla loro quantità. Una tassa che permetterà soprattutto ai pescherecci di smaltire le reti da pesca a fine vita e dei rifiuti passivi pescati in mare.

Nel comunicato del Consiglio dei Ministri europei si legge che nell’ambito del concetto di “green ship” sarà applicata una tariffa ridotta per le navi che possono dimostrare una gestione sostenibile dei rifiuti a bordo. Con questa direttiva, il Consiglio europeo mira a migliorare l’efficienza delle attività marittime svolte in porto e di ridurre gli oneri amministrativi per il settore e altri soggetti legati alla filiera logistica. Inoltre, la riforma ha lo scopo di rendere la direttiva coerente con la legislazione Ue sui rifiuti e stabilisce l’obbligo per i porti di adottare un piano di ricezione e gestione dei rifiuti, così come detta la Convenzione Internazionale Marpol sulla prevenzione dell’inquinamento provocato da navi.

L’aggiornamento della direttiva, proposta dal Consiglio l’altro ieri, non si applica agli Stati membri dell’Ue senza sbocco sul mare e che non hanno porti o navi battenti la loro bandiera. Il testo della nuova direttiva, proposto dai ministri e concordato, ora passa al vaglio dei negoziati con il Parlamento europeo; poi, il testo finale, prima dell’entrata in vigore, dovrà essere approvato sia dal Consiglio e sia dal Parlamento europei.

 

Abele Carruezzo