Il porto portoghese di Sines, pronto a trasferire Gnl nel resto d’Europa, pensa anche all’idrogeno

Sines. Il porto portoghese di Sines diventa hub di combustibili navali. Il porto costruito negli anni ’70, è la chiave della strategia di espansione portuale e logistica del Portogallo. Il porto di Sines è pronto per iniziare la dislocazione di gas naturale liquefatto (Gnl), che arriva in grandi petroliere e sarà trasferito su navi più piccole per dirigersi verso altri stati europei.

Di questo si fa ‘garante’ il Governo affermando che uno studio è stato completato: “… con l’infrastruttura esistente e le operazioni simultanee, Sines potrebbe trasferire nell’Europa centrale e settentrionale fino a 10 miliardi di metri cubi (353 miliardi di piedi cubi, il doppio del consumo di gas del Portogallo) di Gnl all’anno” entro 6-12 mesi, con la previsione di aumentarla a lungo termine. Alcuni paesi hanno espresso interesse a valutare questa possibilità e sono in corso contatti tecnici con altri, come la Germania e Polonia.

L’Unione Europea è alla ricerca di alternative per sostituire le forniture di gas russe, che l’anno scorso coprivano circa il 40% del fabbisogno del blocco.

Per il Governo portoghese, Sines può ovviamente dare un contributo importante per garantire potenziali rotte alternative per sostituire le importazioni russe di gas naturale.
Il Portogallo, pensa che Sines, il porto europeo con importanti fondali, più vicino alla costa degli Stati Uniti, possa essere un gateway europeo per il Gnl dagli Stati Uniti e altrove, come la Nigeria o Trinidad e Tobago.

Sines potrebbe trasferire il Gnl a navi più piccole adatte a rifornire porti come quelli in Germania e Polonia. Ancora, Sines potrebbe gestire le operazioni di trasbordo da grandi navi che trasportano 175.000-210.000 metri cubi di Gnl a navi più piccole in grado di trasportare 50.000-80.000 metri cubi, aiutando a evitare la congestione nel Mare del Nord e facilitando le consegne.

In questa fase, è previsto solo un modesto investimento di 12 milioni di euro (12,3 milioni di dollari) in attrezzature. Il porto, per aumentare le strutture di stoccaggio, se vi sarà una forte domanda, in tre anni potrebbe essere costruito un secondo ormeggio, del costo stimato di 100 milioni di euro, che aumenterebbe la capacità di ricevere ed esportare Gnl, nonché di iniettare più gas nella rete di gasdotti iberica o in una più ampia rete europea.

Intanto, un consorzio d’imprese, costituito da Shell, Engie, Vopak e Anthony Veder, prevede di definire un progetto di fattibilità per la produzione, liquefazione e trasporto d’idrogeno verde dal Portogallo all’Olanda, dove verrebbe stoccato e quindi distribuito per la vendita. L’idrogeno verrebbe prodotto tramite elettrolisi alimentata da energie rinnovabili nella zona industriale del porto portoghese di Sines, per poi essere liquefatto e trasportato via mare al porto di Rotterdam, con l’obiettivo di essere pronti entro il 2027.

Il porto di Sines è logisticamente a una delle più grandi aree industriali d’Europa di oltre 2.300 ettari, dotato dello Sportello Unico Logistico (JUL), piattaforma elettronica che collega tutte le Autorità pubbliche con gli operatori privati anche dell’entroterra coprendo tutta la catena logistica. Il porto di Sines ha una capacità di espansione fisica di oltre 4.000 ettari, collegati via ferrovia e via autostrada al Corridoio Transeuropeo 7 Atlantico, che connette il Portogallo a Spagna, Francia e Germania.

Abele Carruezzo