Più diritti ai lavoratori marittimi

Un passo avanti per la categoria dei marittimi nel campo dei diritti a livello europeo è stato raggiunto. La Commissione Europea ha proposto di aumentare i diritti dei marittimi includendo la categoria nelle cinque direttive europee in materia di diritto del lavoro; si propone di concedere gli stessi diritti di informazione e consultazione, come gli altri lavoratori, soprattutto in caso di licenziamenti collettivi e di trasferimenti di imprese; inoltre si propone il diritto a partecipare ai Comitati Aziendali Europei.

Finora alcune direttive europee sul lavoro consentivano agli Stati membri di escludere i marittimi, determinando così un diverso trattamento dei lavoratori del mare nei vari Stati tra cui anche in Italia (anzi, nel nostro Paese i marittimi naviganti non hanno neanche il diritto di voto). Il Commissario europeo per l’occupazione, affari sociali ed integrazione, proponente, Làszlò Andor, ha dichiarato che “i lavoratori marittimi dovrebbero avere gli stessi diritti degli altri lavoratori, soprattutto quando si tratta di un diritto fondamentale come il diritto all’informazione e alla consultazione.

Questa proposta migliorerebbe le condizioni di vita e di lavoro della gente di mare e quindi contribuirebbe ad attrarre un numero maggiore di giovani verso il settore marittimo. Inoltre creerebbe pari condizioni nel settore marittimo in Europa dato che tutte le società del settore marittimo e della pesca sarebbero soggette agli stessi obblighi”.

Le direttive interessate sono la 59/1998 in materia di licenziamenti collettivi; la 23/2001 sui trasferimenti di imprese, di stabilimenti o di parti di imprese o di stabilimenti; la 14/2002 in tema di informazione e di consultazione dei lavoratori; la 94/2008 sulla tutela dei lavoratori subordinati in caso di insolvenza del datore di lavoro; infine, la 38/2009 sulla istituzione dei comitati aziendali europei.

 

Abele Carruezzo