La Commissione definisce azioni immediate a sostegno dell’industria eolica europea e il Consiglio approva la revisione del piano d’azione sulla sicurezza marittima

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L’ambizione di raggiungere il 45% di energie rinnovabili, richiederà un massiccio aumento della capacità eolica installata con una crescita prevista da 204 GW nel 2022 a oltre 500 GW nel 2030. Occorre una risposta europea comune per affrontare un mix unico di sfide.

Bruxelles. Mentre il settore dell’energia eolica è una prerogativa storica dell’UE, il suo percorso di crescita futuro si trova di fronte a una serie unica di sfide tra cui una domanda insufficiente e incerta, la sdoganabilità, la mancanza di accesso alle materie prime, l’elevata inflazione e i prezzi delle materie prime, la progettazione non solidale delle gare nazionali, una maggiore pressione da parte dei concorrenti internazionali e rischi sulla disponibilità di una forza lavoro qualificata.

Queste le motivazioni per cui, come annunciato dal presidente von der Leyen nel suo discorso sullo stato dell’Unione, il mese scorso, ieri la Commissione europea ha presentato un ‘piano d’azione europeo per l’energia eolica’ per garantire che la transizione verso l’energia pulita vada di pari passo con la competitività industriale e che l’energia eolica continui ad essere una.

Il ‘piano d’azione’contribuirà a mantenere una catena di approvvigionamento di energia eolica sana e competitiva, con una pipeline chiara e sicura di progetti, attraendo i finanziamenti necessari e competendo a livello globale. Essa è accompagnata da una comunicazione sulla realizzazione dell’ambizione energetica offshore dell’UE, compresa l’energia eolica, in seguito alla strategia dell’UE per le energie rinnovabili offshore adottata tre anni fa.

Il ‘piano d’azione’ definisce le azioni immediate che la Commissione, gli Stati membri e l’industria devono intraprendere insieme; basandosi sulle politiche e sulla legislazione esistenti e concentrandosi su sei settori principali, e sono: – Accelerazione della distribuzione attraverso una maggiore prevedibilità e un permesso più rapido; digitalizzazione dei processi di autorizzazione e dell’assistenza tecnica agli Stati membri. – Migliore progettazione di aste con criteri ben progettati e oggettivi. – Accesso ai finanziamenti attraverso il ‘Fondo per l’innovazione’ e con la Banca Europea per gli investimenti (BEI) che metterà a disposizione garanzie di de-risking. – Un ambiente internazionale equo e competitivo, con la Commissione che segue da vicino le possibili pratiche commerciali sleali. – Le partnership sulle competenze su larga scala per le energie rinnovabili saranno forum chiave per sviluppare progetti di sviluppo delle competenze.

Con la legge sull’industria ‘Zero netto’, la Commissione faciliterà anche l’avvio di accademie europee di competenze per industrie a zero netto zero, tra cui una dedicata al settore eolico, progettata per sostenere le azioni degli Stati membri per migliorare le competenze e le riqualificazioni dei lavoratori.- La Commissione collaborerà con gli Stati membri e l’industria eolica su una Carta dell’UE per l’eolico per migliorare le condizioni che l’industria eolica europea rimanga competitiva.
L’eolico offshore dovrebbe dare un contributo significativo agli obiettivi climatici ed energetici dell’UE negli anni a venire, aumentandone la capacità eolica per ciascuno dei cinque bacini marittimi dell’UE.

Sulla ‘sicurezza marittima’, il Consiglio dell’UE ha approvato la revisione della strategia per la sicurezza marittima dell’Unione.

Si parla obiettivi strategici come: – intensificazione delle attività in mare attraverso l’organizzazione di esercitazioni di sicurezza marittima; – esercitazioni navali annuali delle Marine e delle Guardie Costiere degli Stati membri; – rafforzamento delle operazioni navali esistenti dell’UE (Atalanta e IRINI); – potenziamento della lotta contro le attività illegali e illecite in mare, quali la pirateria e gli atti di depredazione armata; – la criminalità organizzata e traffico di migranti, la tratta di esseri umani; – pesca irregolare, non dichiarata e non regolamentata e inoltre rafforzare le ispezioni di sicurezza marittima presso i porti dell’UE.

Nell’ambito dell’aggiornamento della strategia, l’UE ha previsto anche di intensificare i partenariati con i Paesi che condividono i medesimi principi e con organizzazioni regionali e internazionali, di promuovere il dialogo e le migliori pratiche e di sostenere l’ordine in mare basato su regole, in particolare sulla Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare. Inoltre l’UE rafforzerà la cooperazione con la NATO in materia di sicurezza marittima, basandosi sui risultati finora conseguiti e in linea con la terza dichiarazione congiunta sulla cooperazione UE-NATO del gennaio 2023. L’attuazione della strategia sarà valutata tra tre anni in una relazione congiunta sui progressi compiuti elaborata dalla Commissione Europea e dall’Alto rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri e la politica di sicurezza.

Abele Carruezzo